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Quinta

Il banchiere inglese che fu anche console americano.

Abraham GIBBS (Topsham, Devon, 1758 – Palermo 1816)

Di questo importante personaggio, si sono perse le tracce della sua sepoltura, pur sapendo che deve trovarsi nel cimitero inglese dell’Acquasanta. A suo tempo lo abbiamo cercato tra le tombe superstiti , con esito negativo perché molte non hanno più una lapide con epigrafe e molte altre sono finite in qualche discarica, dopo “l’attenta” pulizia del 2005. C’è poi una ‘cutuliata’ di pezzi di lapide che si spera un giorno di potere assemblare per capire meglio quali ospiti mancano all’appello.

Abraham GIBBS nacque a Topsham, sobborgo marinaro della pittoresca Exeter, nel Devonshire, Inghilterra sud occidentale, il 10 settembre 1758.

Mercante, in affari in Italia e in Sicilia dal 1775 e fino alla morte. A Livorno almeno dal 1788 e a Palermo dal 1799 dove fondò una società commerciale, la GIBBS & Co. con sede anche a Napoli. Fu banchiere alla Corte del Regno delle Due Sicilie a Napoli e a Palermo ufficiale pagatore per le forze britanniche nel Mediterraneo. Amico personale del Vice Ammiraglio Horatio Nelson e co-agente per la gestione delle sue proprietà a Bronte (Ducea Nelson), e dopo la sua morte, per suo fratello e successore William Nelson.

Nel 1790 sposò a Napoli ,Mary Elisabeth Douglas, figlia del console generale britannico in quella città, Sir James Douglas. Nel novembre 1805, per le sue capacità imprenditoriali e per la sua particolare conoscenza della Società Siciliana e per suoi rapporti col Governo , fu nominato Console degli Stati Uniti a Palermo, direttamente dal presidente americano James Madison.

Il 17 gennaio 1806, Abraham Gibbs subentrò a quello che fu il 1° console americano a Palermo, Joseph Barnes, che si era insediato il 10 febbraio 1802, troppo assente negli ultimi tempi.

Solo per curiosità, il Consolato Americano di Palermo, chiuse la sua attività come “consolato”, nel 1982, dopo 180 anni. Da allora è solo un’agenzia consolare, per affari minori, tanto che, per ottenere il Visa per gli Stati Uniti, bisogna recarsi al consolato generale americano di Napoli, dove, per accedervi, sembra di partecipare alla guerra del Vietnam, tante sono le precauzioni di security messe in atto.

Ora, poiché Stati Uniti e Inghilterra furono in guerra dal 1812 al 1814, sarebbe interessante sapere se Gibbs, destituito o meno dall’incarico, sia rimasto in rapporti formali col Dipartimento di Stato americano , essendo diventato improvvisamente un “nemico inglese”. Fatto sta, comunque, che un nuovo console americano, William Porter, arrivò a Palermo solo dopo la morte di Abraham, Il quale, dal 1808 era stato affiancato nel suo lavoro dal nipote William Henry Gibbs, appena 17enne. Dal gennaio 1816, quest’ultimo ottenne dallo zio una compartecipazione societaria e la gestione della filiale della Gibbs & Co. di Napoli.

Lo stesso Abraham Gibbs sperò di ritirarsi dagli affari e di lasciarne la conduzione al nipote William Henry.

Non avendo trovato il ritratto di Abraham Gibbs, rimediamo con quello del cugino Antony (senza h) Gibbs, (1756-1843) di soli due anni più vecchio di Abraham e perciò virtualmente attribuibile anche al banchiere. Tipica 'mise' settecentesca, con tanto di 'culottes' e tricorno....abbigliamento già mutato all'alba del nuovo secolo 19°.

Antony-Gibbs-Aw.jpg

Scrivono gli eredi nel loro sito ‘Gibbs Family Tree’:

“ La mattina del 15 luglio 1816, al culmine della sua attività, fortuna e prosperità, si suicidò a Palermo, nella sua villa nello stradone di Mezzomonreale (oggi, corso Calatafimi).

Appena mezz’ora prima stava giocando a backgammon col fratello, cap. William Gibbs. La causa di questo triste evento fu una temporanea ristrettezza economica, dovuta al ritardo con cui il Governo delle Due Sicilie avrebbe dovuto restituire alla sua società, importanti somme di denaro, anticipate in precedenza. Si scoprì dopo che il suo impiegato di fiducia, olandese, lo aveva sempre e sistematicamente derubato, facendo in modo di nascondere le reali disastrose condizioni della società. Lasciò scritto che la bancarotta e il pubblico ludibrio gli erano insopportabili”. Il meccanismo che lo stritolò fu a dir poco infernale. In pratica, il governo inglese doveva versare al governo delle Due Sicilie l’annua somma astronomica di 400mila sterline per il mantenimento e logistica delle truppe inglesi in Sicilia, circa 17mila soldati, in funzione anti-napoleonica. Solo che, però, Abraham Gibbs era “invitato” dal suo governo ad anticipare con propri danari le rate da versare ai Borbone. Una volta che fossero arrivati i soldi dal governo inglese, re Ferdinando avrebbe dovuto restituire quanto avuto dal Gibbs. Gravi ritardi in tutte questi fasi, trascinarono nel baratro il banchiere. Con la sua morte , andò tutto a rotoli in brevissimo tempo. Il nipote William Henry Gibbs, tentò di salvare almeno la succursale di Napoli, ma rinunciò nel giro di due mesi, ponendo in liquidazione quanto restava delle due società. Il giovane, ritrovatosi senza lavoro, ai primi del 1817 decise di lasciare Palermo per Genova dove aveva trovato un lavoro da contabile presso uno zio e dove già si trovava il fratello minore. L’unica figlia di Abraham Gibbs, Mary, aveva sposato nel 1815 a Palermo, un colonnello, fratello del plenipotenziario inglese a Palermo, William A’ Court. Si paventò l’ipotesi che Mary non potesse entrare in possesso della fortuna paterna, costituita da un’obbligazione di ben 30000 sterline, ma nel breve ci fu un risvolto positivo per lei.

In quel 1816, il cimitero inglese era attivo da pochi anni e sotto la diretta tutela del Consolato Britannico. Abraham GIBBS vi fu inumato, almeno secondo il mio pensiero , non essendovi alternative.

Recentemente, Mark Gibbs, discendente dal fratello di Abraham, da me contattato, ha espresso un legittimo dubbio:

 

Oggetto: Re: Abraham Gibbs grave (6 April 2021)

……..Thank you for your interesting message and photo about the old protestant cemetery in Palermo. Our family records do indeed record that Abraham was buried in Palermo, though I cannot find any confirmation of exactly where. I wonder if his suicide might have affected where he could be buried in those times, since the church might not have permitted burial on sacred ground? I would certainly be very interested to hear of your do come across anything.I received a similar email 4 years ago from someone who was cataloging the burials of the old English cemetery of S. Benigno, about a mile west Genoa and had come across a couple of Gibbs family graves, including Abraham’s nephew Charles Gibbs.

Best regards … Mike

 

The Gibbs Family Tree

Administrator: Michael Gibbs

Tel: +44 (0)7718 585275

...e cioè, la circostanza della morte di Abraham Gibbs per suicidio, può avere in qualche modo influenzato la decisione di averlo inumato in un luogo diverso da un cimitero consacrato?

Io credo che il problema non si sia neanche posto allora, perché il “camposanto inglese” nacque dalla mera esigenza di avere un luogo di sepoltura per i membri della già numerosa colonia di mercanti inglesi e di altre nazionalità, presente a Palermo, e ciò in un clima esclusivamente laico, facendo astrazione da qualunque considerazione di carattere sacral-religioso. Ininfluente il fatto che qualche cappellano di nave militare inglese a Palermo, abbia consacrato il cimitero, così come avvenne per il cimitero inglese dei Rotoli nel 1865. In ogni caso, Abraham GIBBS non era un tizio qualunque, un soldato svizzero suicida, un cattolico impenitente o un agnostico. Era invece il mercante/banchiere inglese più importante di Palermo e dell’intero Meridione, già ben prima che arrivassero i connazionali Benjamin Ingham (nel 1806) e Joseph Whitaker Sr. (nel 1819) e altri. Era stato preceduto solo dai Woodhouse (Marsala, 1773) e pochi altri.

Il console inglese e il Governo Borbonico, non avrebbero mai acconsentito alla sepoltura estemporanea di Abraham GIBBS.

Recentemente, il prof. Rosario Lentini, studioso dei Florio, dei Whitaker, e dell’imprenditoria inglese in Sicilia tra Settecento e Ottocento, ha espresso la possibilità che Abraham Gibbs sia stato sepolto nel terreno della sua villa a Mezzomonreale, analogamente a quanto era già avvenuto per il console inglese Daniel Boomester nel 1802. Intanto, occorrerebbe ritrovare il rapporto di polizia relativo a quel suicidio. Non facile, per niente.

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