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I Florio

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Si dirà, cosa c'entra l'Acquasanta con i Florio? C'entra, eccome, visto che per quasi un secolo, tutti i marittimi dell'Acquasanta, Arenella, via Montalbo e limitrofe, Borgo etc...,navigarono sulle navi dei Florio e camparono con quelle, oltre alle maestranze del Cantiere Navale, del bacino di pietra, fonderia Oretea e di tutto l'immenso indotto, dal "facchino", alle Agenzie Marittime, di Commercio etc etc... Quindi L'Acquasanta deve molto ai Florio e viceversa.

Circolava un detto : "Floriu?, binirittu 'runni passa..". Ho appena pubblicato su Palermo di Una Volta un omaggio a Donna Costanza Afan de Rivera, discendente dai Florio......."Desidero fare un omaggio a Donna Costanza Afan de Rivera, quale discendente diretta, per parte materna, da Ignazio Florio Jr. e Donna Franca, pubblicando, se non ne è già in possesso, l’atto di nascita di Ignazio Florio Sr. (1838-1891) figlio del mitico Vincenzo Florio Sr. (1799-1868).

 
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L'ACQUASANTA e I FLORIO
Era il tanto desiderato figlio maschio che aspettava Vincenzo, dopo la nascita di due femmine, Angela (1835) e Giuseppa (1837?).
Il 17 dicembre 1838, Don Vincenzo Florio, personalmente, si reca presso l’ufficio di stato civile,
Sezione S. Agata, forse in via Butera, per denunciare la nascita del figlio, avvenuta il giorno prima. Alle ore 18 (ore contate all’italiana e cioè intorno a mezzodì attuale) viene ricevuto dall’ufficiale di stato civile Don Mariano Abate e La Grua, Marchese Longarini, dichiara di avere 38 anni, di professione negoziante (allora aveva altro significato e stava per commerciante e imprenditore), domiciliato via Matarazzari. Il figlio è nato da Donna Giulia Portalupi di anni 29, domiciliata via della Regia Zecca, nella casa di propria abitazione di detta Portalupi. Vincenzo dichiara di dare al bimbo il nome di Ignazio. Sul retro dell’atto, intervengono i testimoni: don Carlo Leone, negoziante, domiciliato via Buon Riposo, e Don Salvatore Leone, possidente, domiciliato via Porta di Castro. Seguono le firme: Il Senatore M.se Longarini, Vincenzo Florio e testimoni.

Ho scritto queste righe, ascoltando il “Kaiser Waltz, opera 437” di Johann Strauss Jr., un valzer quasi malinconico che ben identifica quella prima parte della Belle Epoque, 1871-90". Atto, Prima parte a destra e seconda parte a sinistra... Vogliamo ricordare Ignazio Florio Sr., il Florio "di mezzo" mentre balla questo valzer con i suoi illustri ospiti, ricchezza e speranza, senza intristirci con la turpe decadenza...
Atto di nascita Ignazio Florio

Gaetano Marchese: Oggi, quasi nessuno in città sa chi erano i Florio.....Mio nonno paterno Pasqualino Marchese (1867-1941) conobbe Ignazio Florio Jr., (1868-1957), quando imbarcò da marinaio sullo yacht "Sultana" nel 1891..in quello stesso anno moriva Ignazio Sr., erano coetanei e lo conobbe.  

Vincenzo Florio nacque ‎‎Bagnara Calabra‎‎ in ‎‎Calabria‎‎ il 4 aprile 1799 di Paolo Florio e Giuseppa Safflotti. Poco dopo la sua nascita, la famiglia si trasferì a ‎‎Palermo, dove suo padre insieme a P. Barbaro, pure commerciante e calabrese, aprirono una drogheria in Via Materassai. Due anni dopo, P. Barbaro si ritirò perciò Paolo Florio continuò da solo l'attività sino alla morte, avvenuta nel 1807.

Vincenzo ricevette un'ottima educazione, sotto la guida dello zio Ignazio, imparò l'arte e la pratica degli affari. ‎‎

‎Nel 1807, quando Vincenzo aveva solo otto anni, suo padre morì lasciandogli la sua bottega delle spezie, che nel frattempo era diventata relativamente prospera. Troppo giovane per prendersene cura, suo zio Ignazio Florio, ex socio di suo padre, diresse e gestì al suo posto l'amministrazione del commercio che venne chiamata ‎‎Ignazio & Vincenzo Florio.‎‎ A poco a poco, il negozio diventò sempre più importante e come il più famoso negozio di spezie a Palermo.

L'eredità finanziaria di Vincenzo e di suo zio triplicò nel decennio tra il 1807 e il 1817. Nel 1829 Ignazio Florio morì senza discendenti e Vincenzo divenne l'unico erede del negozio di famiglia. ‎‎ ‎

 

Fu un pioniere nella pesca del tonno e nella sua preparazione in scatola a Palermo. Nel 1841 Vincenzo affittò tutte le zone di pesca del tonno, allora importante settore di attività in Sicilia, alle ‎‎Isole Egadi, ‎‎lanciando quella che sarebbe diventata una delle attività commerciali più redditizie della famiglia Florio.

Gli storici attribuiscono a Vincenzo Florio l'introduzione in Sicilia del sistema di pesca con reti fisse e di conservazione sotto il petrolio, aumentando così la sua ricchezza commerciale e finanziaria. Inoltre, acquistò anche azioni di una compagnia di assicurazioni marittime siciliano-britannica.

‎Nel 1832 fondò una fabbrica di ‎‎vino Marsala‎‎ (‎‎Cantina Florio‎‎) a ‎‎Marsala.‎‎ Stabilì la sua cantina tra quelle di John Woodhouse e Benjamin Ingham, i pionieri britannici originali nel commercio del vino Marsala. ‎Divenne‎‎ ‎‎ il primo produttore italiano di vino Marsala. ‎‎ ‎‎Costruì‎‎ ‎‎ splendide cantine nelle roccia di tufodella città per produrre e conservare il vino. 

‎Florio ha anche investito nel commercio dello ‎‎zolfo,‎‎ principalmente per ‎‎l'Impero Britannico‎‎. Nel 1840 co-fondò ‎‎la Anglo-Sicilian Sulfur Company Limited a‎‎ Palermo con gli imprenditori britannici Benjamin Ingham – anch'essi impegnati nelle cantine Marsala – e Agostino Porry, per la produzione e la commercializzazione di derivati sull'acido solforico e lo zolfo. ‎‎ ‎‎

Nel‎‎ ‎‎ 1841 fondò la ‎‎fonderia‎‎ Oretea. ‎‎ ‎‎Il‎‎ ‎‎ suo acume imprenditoriale è tale che diventa l'intermediario per la città di Palermo della banca della ‎‎famiglia Rothschild‎‎ e come fondatore del ‎‎Banco Florio,‎‎lui stesso diventa un rinomato banchiere a Palermo e in Sicilia con molte famiglie aristocratiche e la classe media superiore. ‎‎

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Come armatore promosse lo sviluppo delle comunicazioni marittime con il continente, costruendo numerosi piroscafi. ‎‎ ‎‎Nel‎‎ ‎‎ 1840, aveva fondato il ‎‎Partito dei Battelli della Società un vapore siciliani‎‎ con Ingham e altri piccoli azionisti. ‎‎ ‎‎Nell'ottobre‎‎ ‎‎ 1861, poco dopo la incorporazione di Sicilia nel ‎‎Regno d'Italia, ‎‎fondò la ‎‎Societa in Accomandita Piroscafi Ignazio & Vicenzo Florio‎‎ (Linea Florio) con una flotta di nove navi. ‎‎ ‎

Dopo la scomparsa del ‎‎Regno delle Due Sicilie‎‎ nel 1861 e l'incorporazione nel nuovo ‎‎Regno d'Italia,‎‎ Florio ha dovuto affrontare il nuovo contesto politico-economico, tanto più che i suoi rapporti con il passato regime hanno potuto fare il nuovo governo italiano governo meno benevolo. Non che fosse apertamente compromesso, ma la sua partecipazione alla ‎‎rivoluzione siciliana del 1848‎‎ era stata tiepida e condizionata dalla preoccupazione di salvaguardare i suoi beni e i suoi interessi economici.

All'epoca aveva rifiutato, per mancanza di garanzie, un prestito alla rivoluzione per la fornitura di armi. Tuttavia, i nuovi governanti erano più interessati a stabilire relazioni pacifiche con la borghesia produttiva delle nuove regioni. ‎‎ 

‎Nominato senatore nel 1864, morì a Palermo l'11 settembre 1868, lasciando un patrimonio di 12.000.000 di lire, per quasi due terzi composto dalla cantina di Marsala e dagli interessi della compagnia di navigazione. ‎‎ ‎Sposò‎‎ ‎‎ Giulia Portalupi da ‎‎Milano,‎‎ dalla quale ebbe due figlie, Angelina e Giuseppa, e un figlio, ‎‎Ignazio Florio Sr.‎‎ (1838-1891), che assunse la direzione dell'impero imprenditoriale della famiglia. ‎‎ ‎‎

Ampliato da Wikipedia

Monumento a Vincenzo Florio


Il 7 Settembre 1885 fu inaugurato al Foro Italico, vicino la Porta dei Greci, il monumento a Vincenzo Florio, opera dello scultore Vincenzo D’Amore. Era morto l’11 Settembre del 1868. Presenziò alla cerimonia, Sua Altezza Reale principe Umberto I di Savoia.

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Juan Manuel Fangio, alias 'El Chueco', e la Targa Florio

Juan Manuel Fangio (Balcarce, 24 giugno 1911 – Buenos Aires, 17 luglio 1995).

Di origini abruzzesi e figlio di emigranti italiani in Argentina, il padre Loreto era nato a Castiglione Messer Marino in Provincia di Chieti e la madre Erminia D'Eramo originaria di Tornareccio sempre della medesima provincia.

È stato un pilota automobilistico argentino, campione del mondo di Formula 1 nel 1951, 1954, 1955, 1956 e 1957.

Soprannominato El Chueco, disputò 52 Gran Premi, vincendone 24 e salendo per 35 volte sul podio. Ottenne 29 pole position e 48 partenze dalla prima fila. Il suo record di 5 titoli mondiali resistette per 48 anni e fu superato solo nel 2003 da Michael Schumacher. Detiene la più alta percentuale di pole position realizzate in carriera, il pilota italo-argentino partì in prima posizione nel 55,8% dei Gran Premi disputati; a 46 anni e 41 giorni è inoltre il corridore più anziano ad avere conquistato un titolo mondiale.

Da molti considerato il più grande pilota di Formula 1 aveva uno stile di guida preciso ma spettacolare oltre che una profonda conoscenza della meccanica essendo stato coinvolto nel settore delle riparazioni fin da ragazzino. Corridore completo, seppe distinguersi anche in competizioni a ruote coperte: da ricordare i suoi numerosi piazzamenti alla Mille Miglia, la vittoria alla Carrera Panamericana nel 1954, al Nürburgring nel 1955 e alla 12 Ore di Sebring nel 1956 e nel 1957.

«Non ho mai pensato all'auto come a un mezzo per conseguire un fine, invece ho sempre pensato di essere parte dell'auto, così come la biella e il pistone.»

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Nelle conversazioni di caffè, oltre a ricordare la fama di Fangio come corridore, pure si parlava di una altresì faccetta molto famosa: la sua austerità! Non c´è indizio alcuno che abbia offerto caffè alcuno, alcuna volta... E non era strano vederlo correre con le gomme completamente liscie da Balcarce a Mar del Plata e viceversa! 

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