top of page
Gaetano Marchese
GaetamoMarchese1941Mw.jpg
Medaglia-retro-Domenico-Mw.jpg
Madaglia-Domenico-fronte-Mw.jpg

Arruolato soldato il 1/7/1940 fu fatto prigioniero ad Asmara, Etiopia, il 2/4/1941 dagli inglesi e trasportado via marittima fino a Durban per essere diretto al campo di prigionia di Zonderwater a nordest 30 kilometri di Pretoria, Sud Africa. Dopo cinque anni rientró in Italia, Taranto, il 21/5/1946  e preso infamemente a sputi dalla popolazione perché avevano combattuto la guerra ‘fascista’, cosí il merito della ricostruzione dell’Italia se lo presero i partigiani rossi, gli stessi che nel 1945, ad Ovada, Piemonte, uccisero a Elsa Bellante, una ragazza di appena quindi anni, scambiata per spia!

Gaetano-lettera-pow-w.jpg
POW-Card-1942-Aw.jpg
Zonderwater_POW_CAMPS_1941_1947Mccw.jpg
40-v-p-hist-03364-15a.jpg
Ospedale-pow Web.jpg
19-v-p-hist-03363-19a.jpg
30-v-p-hist-03363-30a viii.jpg
10-v-p-hist-03363-09a.jpg
27-v-p-hist-03363-27a.jpg
Autorizacion-ICRC-Pasqualino-Aw.jpg

Si prega non diffondere questa selezione di immagini di Zonderwater gentilmente inviate a Pasqualino Marchese dalla Croce Rossa Internazionale, solo a scopi biografici.

La corrispondenza durante la prigionia
PoW-Gaetano-27-luglio-1942-Fw.jpg

Il padre Pasquale Marchese giá era morto a Santa Elia l'11 dicembre 1941

Si nota il timbro della Posta di Palermo con la data del calendario fascista

PoW-Gaetano-6-settembre-1943-Fw.jpg

Queste lettere, essenziali, erano soggette a censura. Nel 1944 la guerra a Palermo era finita, ma di molti soldati, come mio padre, non si sapeva più nulla. In effetti, fu poi la Croce Rossa che lo rintracciò a Costantine (Algeria) in un campo di prigionia dei crudeli Franzosi.

Partivano anche i vecchi!

Gaetano-Marchese-1921-USA-Aw.jpg
Gaetano-Marchese-zio.jpg

Nell’immagine, Gaetano MARCHESE (Palermo, vicolo Pipitone, 1898 - ivi 1968), allora marinaio, fratello maggiore di mio padre e mio omonimo, nella scheda compilata dall’Immigration Officer, col timbro-data del 14 Ottobre 1921, qualche giorno dopo l’arrivo (9 Ottobre) della sua nave nel Porto di Galveston, Texas, USA.

La nave era la petroliera “Vincenzo Florio”, una delle prime “vere” petroliere italiane, costruita appena un anno prima in Inghilterra per la Società I. & V. Florio & C., Palermo. Notare la coppola e la “mosca” al mento, tipici di quegli anni ‘20, tutti proibizionismo (il whisky correva a fiumi..) e Charleston.

Occhi celesti, profondi, presi dalla madre Paola Palmisano da Ustica. La nave poi approdò a New Orleans, dove Gaetano Sr. fu accolto dallo zio paterno Gioacchino Marchese (Napoli, Quartiere Porto, ovvio, 1857- New Orleans 1940), del quale ebbe a dire che: “ Lo zio, allora già 64enne, navigava da Purser (Commissario di Bordo) sulle navi dei Vaccaro Brothers, poi Standard Fruit Co. (oggi Dole...), famosi a New Orleans, con le loro navi avevano il monopolio del trasporto delle banane e altra frutta tropicale da La Ceiba, Honduras. ...quando mi venne incontro, con la sua divisa da Purser, mi sembrò un..ammiraglio”!

Gaetano Sr., poi diventò “Maestro di Casa”, una sorta di Commissario sulle navi da carico. Prima, nel 1918, pochi mesi dopo la disfatta italiana a Caporetto, fu sbarcato da una nave e corse il rischio di venire mandato al fronte. Avevano già chiamato la classe 1900, oltre ai “ragazzi del ‘99” l’anno prima. Per merito di un lontano cugino di Lampedusa, riuscì a farla franca.

Non fu così per la 2a Guerra Mondiale: richiamato alle armi nel luglio 1940 a quasi 42 anni, fu spedito a difendere l’Asmara (Eritrea) dagli inglesi. La città cadde nell’Aprile 1941.

Per lui si aprirono le porte di 5 anni di prigionia in Sud Africa, a Zonderwater (presso la città di Culinam), sotto gli Inglesi. I prigionieri italiani , circa 110mila, furono ben trattati. Sul Web c'è tanto su Zonderwater.


Gaetano Sr. raccontava lo sconcerto degli Inglesi, allorquando arrivò al Campo 83 Blocco 6, la notizia della caduta di Mussolini, luglio 1943: esultanza dei prigionieri che fino al giorno prima salutavano alla romana e che ora bruciavano pupazzi raffiguranti il Duce. Ancora più schifati gli Inglesi alla notizia che gli Italiani avevano firmato la pace separata con gli Alleati, (8 settembre), tradendo i Tedeschi, comunque.

Da allora gli Inglesi coniarono il termine dispregiativo: “You are a Badoglio” (Sei un Badoglio) pronunciando Ba-do-glio” (la gli di gli-solfato), per designare gli Italiani vigliacchi, loro malgrado, naturalmente.

Tornò in Patria(?) nel Maggio 1946, sbarcando a Taranto dall’ incrociatore “Montecuccoli”, dove i reduci furono accolti a sputi e bullonate, colpevoli di avere combattuto la guerra “fassista”.

Inc_Montecuccoli-Taranto-Aw.jpg

Miseria nera a Palermo, si trasferì a Genova dove lavorò da barman nel night-club “Florida” (in realtà un puttanaio) gestito dal napoletano “Vicienzu ‘a Pummarola”. Quella volta che si rivolse al boss con: “Don Vincenzo...”, quello rispose sprezzante: “Commendatore, prego!”

Solo nel 1948 riprese a navigare sulle navi del Lloyd Triestino. In pensione dal 1958, morì il 28 gennaio 1968, 13 giorni dopo il terremoto del Belice, avvertito anche a Palermo, ma le case del vicolo Pipitone resistettero, eccome!. Non si era mai sposato, anzi, a causa del prolungarsi della prigionia, aveva dato via libera alla zita (abitava in via Montalbo 116, oggi 120, palazzo senza intonaco) di farsi una vita, senza più aspettare il suo ritorno.

Quando morì, il suo fido cane “Buck”, impazzì e scappò di casa e ritornò dopo 3 giorni letteralmente a brandelli, sbranato dai cani randagi.

bottom of page