Un palazzo misterioso, una scuola pericolante
Il misterioso pilone di piazza Acquasanta
Il pilone è tutto quello che resta di un palazzo edificato probabilmente tra fine '700 e primi dell'Ottocento, che occupava l'area della odierna piazzetta e del cine Igiea Lido. In quel palazzo, con corte interna, vi ho frequentato parte della terza elementare, a.s. 1954-55: cadeva a pezzi e faceva anche impressione camminare su certi tavoloni messi sulle voragini dei balconi e delle stanze adibite ad aule. Poi completai l'anno scolastico a Palazzo Geraci, dalla padella alla brace ! Quello scalone rovinato, tetro...
Qualcuno sa a chi apparteneva questo palazzo? Ci sono foto prima della sua demolizione, avvenuta in concomitanza dell'apertura della via Ammiraglio Rizzo (1957)?
Il ménage à trois e la misteriosa Villa Bastioni
Quel vecchio edificio che una volta occupava una grande area tra la Piazza Acquasanta, attuale villetta Orlando, via Belmonte e l’attuale Cinema Igiea era probabilmente una grande “casena” patronale, cioè una sorta di masseria e dimora di qualche ricco possidente agricolo nonché “negoziante” (mercante-imprenditore). Il fabbricato era cinto da mura con grande garitta, come si vede nella foto del 1865, costruito sicuramente alla fine del ‘700, primi anni ‘800, a giudicare dallo stile neoclassico dell’unico pilone destro sopravvissuto, sul quale sono visibili le cerniere di ferro del portone di accesso a una gran corte e quindi al palazzo. Di più non è dato sapere se non che nel dopoguerra fu adibito a scuola elementare Acquasanta. Tutti noi ci abbiamo frequentato qualche anno scolastico, io parte della 3a elementare, 1954-55, poi completata a Palazzo Geraci (dalla padella..alla brace). Il complesso fu demolito per congiungere la via Ammiraglio Rizzo all’inizio della via Belmonte. Ebbene, con Giuseppe Alba si era ipotizzato che: “...Su Villa Lanterna non c’è nessun fondamento storico scientifico. I testi attendibili, anche in lingua francese, parlano di una misteriosa Villa Bastioni.”
Dice la storia che quando Ferdinando di Borbone dovette fuggire da Napoli a causa dei mossi che culminarono con la Repubblica Napoletana, lo fece a bordo di una nave condotta dall’ammiraglio Orazio Nelson, sbarcando a Palermo il 26 Dicembre 1798.
In riconoscimento, immediatamente il Senato di Palermo conferisce a Nelson il titolo di cittadino onorario di Palermo e Duca di Bronte, il 23 Febbraio 1799 .
In gratitudine per avere condotti sani e salvi da Napoli a Palermo il sovrano con tutta la augusta famiglia, Nelson riceve il ‘Privilegio di Cittadinanza’ su pergamena con rispettivo sigillo pendente, dentro di un cofano finemente cesellato.
Il 10 Ottobre dello stesso anno si concede pure all’Ammiraglio vaste terre di Bronte con il titolo di Duca, esteso a eredi e successori, con una rendita di 18.000 ducati all’anno, una fortuna!
E tuttavia, una spada con diamanti incastonati che Carlo III, suo padre, gli aveva come ricordo quando assume la corona di Spagna.
La regina Carolina, a sua volta, dona all’amante di Nelson, un pendente con catena di oro e diamanti con la sua immagine con il motto di una ‘Eterna gratitudine’.
Ai capitani, Hardy, Foote, Troubridge e altri, che scortarono la nave ammiraglia di Nelson, vennero donati orologio e tabacchiere di gran pregio.
E questo a proposito del fatto che il nostro vecchio palazzo e non Villa Lanterna, possa avere ospitato nientemeno che il nefando trio Nelson, Lady Hamilton- Regina Carolina di Napoli. Sul Web qualcuno afferma invece che Villa Lanterna abbia dato ospitalità all’allegro trio. Nessuna prova in merito, oltretutto in quel 1798-99 la villa era in costruzione o appena completata.
Del Ménage à Trois tra il Vice-Admiral Horatio Nelson (1758-1805), l’esigente Emma Lyon (1765-1815), sposata all’anziano Sir William Hamilton (1730-1803), ambasciatore britannico a Napoli e la cattiva, feroce, sadica e lasciva Regina Maria Carolina di Napoli (1752-1814), moglie di re Ferdinando, sul Web ce n’è per tutti i gusti.
Diremo solo che ‘sto Nelson, grande stratega militare sul mare. A Trafalgar il nostro Ammiraglio Carlo Federico Gravina aveva sconsigliato al suo capo, l’ammiraglio Francese Villeneuve, di uscire da Cadice e affrontare Nelson, un suicidio, troppo in gamba,
L’inglese, era soggiogato da quella Lady nera, ‘intima’ amica della Regina. Un perfetto “cuckold” come la figura del vecchio nobile nel film ‘Barry Lyndon’.
In breve, sotto l’incalzare delle truppe francesi che poi occuperanno Napoli, Nelson si prende la briga di mettere in salvo la famiglia reale napoletana, l’ambasciatore e la sua Emma, trasportandoli a Palermo, arrivandovi in un freddissimo 26 Dicembre 1798, dopo 4 giorni di viaggio con mare in tempesta. Re, Regina ed entourage vanno ad alloggiare a Villa Chiaramonte Bordonaro ai Colli (vicino attuale Stadio), mentre William Hamilton, Emma e la madre vanno ad alloggiare nella fredda Villa Bastioni, che aihmè, non era quella dell’Acquasanta (pilone), bensì una piccola casena a ridosso del Bastione de Vega (attuale ex Jolly Hotel). Viene citata, tra l’altro, in un libro di Bradda Field: “Bride of Glory: The Emma Hamilton Trilogy – Book Three, August 1798 to June 1800”.
L’autore così la descrive: “ Dopo aver passato un paio di giorni come ospiti del Re e della Regina, Sir William, Emma e Mrs. Cadogan, madre di lei, presero dimora in una Villa che domina i giardini pubblici della Flora Reale (Villa Giulia)…….Villa Bastioni aveva un’ottima veduta verso Monte Pellegrino… segue un’accurata descrizione della villa e del freddo boia patito, a causa della neve caduta abbondante in città.
Questa Villa Bastioni esiste ancora? In un certo senso sì, perché la si potrebbe identificare in una originaria costruzione “casina di mare” dei Bonanno Principi della Cattolica, cui era affidato l’incarico di vigilare sul Bastione De Vega. Sulle rovine della casina, sarebbe poi sorto il palazzo oggi conosciuto come Forcella-De Seta, in arruffato stile moresco.
Tramontata quindi la possibilità che Villa Bastioni fosse quella dell’Acquasanta, demolita nel 1957, non ci resta che ricominciare a cercare notizie sull’origine ed esistenza del vecchio palazzo, che nel 1939 dovette pur essere catastato, con tanto di planimetria (una volta Mod. 58)…;
Ci vorrebbe un Tecnico che avesse accesso alle mappe catastali più vecchie, con l’intestazione della partita, almeno per capire chi fossero gli ultimi proprietari.