Grotta della Madonna dell'Acquasanta
Stabilimento Bagni Minerali Fratelli Sacerdoti Pandolfo
La costa palermitana comincia con il suo aspetto roccioso proprio con la sparita caletta dell’Acquasanta, seguendo con l’Arenella, Vergine Maria e l’Addaura, con caduta soave al mare del grande ammasso di 600 metri di altezza chiamato Monte Pellegrino.
Una costa con antri e grotte con trasudazione e affioramenti di acque con caratteristica minerale. In una delle prime grotte, quasi vicino al mare, sgorgava una fonte di acqua che diede inizio al primo culto cristiano del borgo di pescatori. Il sacralizzato luogo prese vari nomi prima di chiamarsi ‘chiesetta della Madonna dell’Acquasanta’, come Grotta de Santa Margherita.
Successivamente, in una epoca in cui l’acqua curava tutti i malanni, i sacerdoti fratelli Pandolfo messero su uno stabilimento per sfruttare commercialmente il luogo con le salutari qualità dell’acqua sorgente, con bagni caldi e freddi e acqua imbottigliata.
Nei pressi dell'ingresso, una botola vetrata consente di scorgere l'acqua dell'antica sorgente miracolosa che defluisce verso il bacino.
Casino s. m. [dim. di casa]. – 1. In passato, casa signorile di campagna; in partic., edificio che, nelle ville principesche, serviva alla residenza padronale o a usi varî (c. di caccia, c. di pesca, ecc.). 2. Sinon., oggi disusato, di circolo, in alcune denominazioni come c. dei nobili, c. da gioco. In senso analogo a quest’ultimo, il termine è usato (ma più spesso con pronuncia francese: v. casinò) per indicare le pubbliche case da gioco. 3. Postribolo, casa di tolleranza. Fig., pop., chiasso, confusione: non fate casino!; o luogo o cosa dove regna la confusione, spec. in esclamazioni come è un vero c.! e sim.; anche, situazione ingarbugliata e confusa: col suo intervento ha creato un c.; e chi ci capisce qualcosa in questo casino?
Treccani
Casino Pignatelli
Incisione di Jean Joseph Auguste de Tamagnon su disegno di Ettore Pignatelli Aragona, in “Recuel de vues de Palerme et de ses environs”, editore Lemercier di Parigi, senza data (1845 circa).
Il punto di vista è a nord dell’Acquasanta; a destra, il casino Pignatelli.
Il casino Pignatelli sorgeva nel sito oggi occupato dal Cercle des Etrangers, uno dei più rinomati club della Belle Époque palermitana in cui si svolgevano interminabili feste con balli, ricevimenti, concerti, partite a tennis e a biliardo) contiguo all’hotel Villa Igiea. La costruzione è ben visibile nell’iconografia ottocentesca della contrada dell’Acquasanta.
Il terreno dove sorse il casino, appartenuto al duca di Branciforte, fu acquistato nel 1827 da Ettore Pignatelli Aragona Cortes, duca di Monteleone che, appassionato di architettura e belle arti, realizzò il progetto di uno chalet in legno affidandone l’esecuzione all’architetto Domenico Cavallari.
L’edificio, a pianta rettangolare, con il prospetto principale volto verso l’insenatura dell’Acquasanta, era decorato con bassorilievi e ornati in stile gotico e moresco, con finestre a vetri policromi. Lo stile neo-gotico e il piccolo appartamento superiore “ingegnosamente costruito (per foresteria) in legno con piccole cuccette come trovasi su le navi da trasporto”, lo resero una delle attrazioni della borgata marinara.
Il giardino era coltivato con alberi di mandorlo, melograno, ulivo e pesco, e il prato artificiale antistante ricco di cespugli di rose e pelargonie. Poco oltre, un viale conduceva ad una prominenza rocciosa con ampia vista sul golfo, su cui Giuseppe Ventimiglia, principe di Belmonte, aveva fatto erigere molti decenni prima, durante i lavori di sistemazione del parco della sua Villa, un elegante tempietto circolare di accoglienza agli ospiti che approdavano, con elementi che rivisitavano lo stile dorico di epoca ellenistica; ancora oggi il tempietto è visibile all’interno del giardino di villa Igiea.
Nel 1870 Antonio Aragona Pignatelli vendette il casino a Sir James Domville e a suo figlio l’ammiraglio inglese Sir William Cecil Henry Domville che lo ampliarono costruendovi due corpi laterali simmetrici. Ceduto, insieme all’attiguo giardino all’inglese di 20.000 metri quadri, nell’aprile 1899 alla società costituita per la costruzione di Villa Igiea, fu demolito tra questa data e il maggio 1902 (come attestano le immagini di una serie di cartoline d’epoca timbrate, in cui non vi è più l’edificio, chiaro termine post quem), per far posto al Cercle des Etrangers, edificato tra il 1904 e il 1909.
Giovanni Purpura