Pasquale Marchese
Non ricordo mio nonno Pasquale, non avevo ancora due anni, so che mi tenne in braccio. Le vicissitudine de la seconda guerra obligarono a vecchi e donne rimanere sotto le bombe del nemico di turno; i giovani e non tanto, sotto le armi, in qualche spiaggia o deserto lontano, o nei campi di prigionia.
Le bombe piovevano specialmente sulla zona del porto, dell'Acquasanta, e per errore in qualche parte. Per evitarle, le famiglie si rifugiavano in paesetti vicini, apparentemente senza nessunn interesse bellico.
Progressivamente allora, si pasó di Santa Elia a Santa Flavia e dopo a Villabate. La miseria imperava...
Dopo lo sbarco degli Alliati in Sicilia, si ritornó a casa di vicolo Pipitone, distrutta dalle bombe, dalle scheggie e bucherellata dalle mitraglie.
I due vecchi della famiglia, Pasquale e il cognatoTuriddu che accompagnarono mia madre e il piccolo Pasqualino e la neonata Paola, morirono il primo in Sata Elia nel 1941, il secondo a Palermo nel 1944.
Mia madre e i piccoli, e una zia, vedova di Turiddu, erano soli con il niente e il tutto da rifare. Come? Nel 1946 arrivarono i 'reduci di guerra', dai campi di prigionia francesi, inglesi, americani.
No conocí a mi abuelo Pasquale: yo tenía menos de dos años de edad, pero él llegó a tenerme en brazo. La vicisitudes de la segunda guerra llevaron a los hombres viejos y mujeres, -pues todos los jóvenes y no tanto, habían sido enviado a la contienda-, a quedarse bajo las bombas del enemigo.
Para evitarlas en lo posible, se dejaban las zonas peligrosas como aquella donde vivíamos en pleno perímetro del puerto, para refugiarse en algún pueblo de poco interés bélico. Te todo modo las bombas igual llovían del cielo. Transitoriamente se pasó del pueblo de Santa Elia a Santa Flavia y Villabate.
Luego del desembargo de los Aliados en Sicilia, se volvió a la casa familiar, por supuesto destruida por los bombardeos y alcanzada por las esquirlas y tiros de ametralladoras.
Los dos viejos hombres de la familia, Pasquale y el cuñado Turiddu, fallecieron uno en Santa Elia en 1941, el otro ya en Palermo en 1944. Mi madre, yo de cuatro años, mi hermanita de dos, y una tía esposa de Turiddu, tuvieron que enfrentarse con la nada y con todo. Luego llegarían los 'reduci' de la guerra, de los campos de prisioneros, sea franceses, ingleses, estadounidenses.
Il 10 Giugno 1940, mio nonno ascoltando la insensata dichiarazione di guerra di Mussolini contro gli inglesi e francesi, esclamó: La guerra con tutti, meno con gli inglesi!
El 10 de junio de 1940, escuchando la declaración de guerra hecha por Mussolini a Gran Bretaña y Francia, mi abuelo exclamó: "la guerra con todos, menos con los ingleses". Sabía con quien se ponían los italianos y lo que iba a costar.
Nella foto, nonno paterno Pasqualino Marchese (Palermo 1867- S. Elia (sfollato) 1941) nella scheda della polizia di Cardiff, Galles, Inghilterra, l'8 giugno 1917. Era 1° Nostromo sul piroscafo "Costantinopoli", NGI. Già troppo vecchio per la Grande Guerra, era su quella nave da "militarizzato"....conosceva bene quel Paese..tanto che quando qualcuno pensò di dichiarare guerra a Francia e Inghilterra, il 10 giugno 1940, il nonno esclamò: "La guerra con tutti ma non con l'Inghilterra!!" Morì da "sfollato" a S. Elia, in una casa (con mia mamma e Pasqualino Jr.) proprio sopra la Caletta, l'11 dicembre 1941, aveva visto anche troppo!!
Scusatemi se ho cominciato con gli ultimi anni della storia di mio nonnno, e che le cose della guerra non sono facili dimenticare.
Bene, mio nonno Pasquale nacque a Palermo il 24 Aprile 1867, figlio di Maria Ragna e Vincenzo Marchese, altro navigante nato nel 1812 e morto affogato in un accidente en el porto di Palermo il 2 Gennaio 1898.
Ai dodici (12) anni, aveva giá il suo libretto di navigazione con matricola n. 13134 del Compatimento Marittimo di Palermo. Cominció a navigare come mozzo a bordo del Piroscafo 'Cariddi' il primo di Luglio 1880. Seguí imperterrito per ben 52 anni con 47 anni, 8 mesi, 8 giorni, di imbarco effettivo, principalmente con la florescente Navigazione Generale Italian di Florio e Rubattino.
Ai 64 anni e 3 mesi, sbarcó per sempre, fatto accaduto a Genova il 16 Luglio 1931. In quella occasione, il figlio Gaetano pure si trovava a Genova e trovandolo piangendo chiese il motivo: 'Mi hanno buttato a terra'
Perdóneme si comencé por los últimos años de la historia: las cosas de las guerras no son faciles de olvidar.
Bien, mi abuelo Pasquale nació el 24 de abril de 1867 en Palermo, hijo de Maria Ragna y Vincenzo Marchese, otro navegante nacido en el 1812 y muerto ahogado en un accidente en el puerto de Palermo el 2 de enero de 1898.
A los doce (12) años ya tenía su libreta de embarque con matrícula n. 13134 del Compartimiento Marítimo de Palermo, emprendiendo viaje en calidad de grumete a bordo del piróscafo 'Cariddi' el primero de julio de 1880. Siguió impertérrito por el espacio de 52 años con 47 años 8 mese y 8 días de navegación efectiva., principalmente con la floreciente Navigazione Generale Italiana de Florio e Rubattino. A los 64 años y 3 mese de edad fue literalmente despedido, hecho acaecido en Genova el 16 de julio de 1931. En aquella ocasión el hijo Gaetano que también se encontraba en Genova lo fue a visitar, encontrándolo llorando y pidiendo el motivo contestó: "me han echado a tierra".
Oggi 24 Aprile 2019
L’ACQUASANTA – TRIBUTO ad UN ACQUASANTINO DI FERRO
Come oggi, 152 anni fa, il 24 Aprile 1867, nasceva nel vicolo Pipitone, nella fila di case a destra (poi demolite nel 1961),
Pasqualino MARCHESE, mio nonno paterno.
Il padre, Vincenzo Marchese, marittimo, ( Milazzo 1817 – Palermo 1893) , si era trasferito a Palermo, con la moglie Maria Ragna, intorno al 1860, dopo avere vissuto a Napoli, in una topaia di un vicolo del Quartiere “Porto”, manco a dirlo, dove ebbero il primo figlio, Gioacchino (Napoli 1857- New Orleans 1940).
In quell'Aprile 1867 a Palermo infuriava il colera che aveva già duramente colpito nel 1854 e nel 1837, quando schiattarono 22mila palermitani.
A quei tempi non c’erano “sdillinchi”, capricci,
cellulari a 3 anni, “dialogo”, videogiochi e simili amenità, non era ammesso “stupitiari”. Niente mangiapane a tradimento, insomma. Ragion per cui, il nonno, fu avviato alla vita di mare, l’unica cosa che si concepiva in questa famiglia.
Il libretto di navigazione gli fu rilasciato il 30 Agosto 1879, aveva solo 12 anni e quattro mesi. Il libretto, la Capitaneria non lo consegnava (e così fino a qualche anno fa), se non c’era un imbarco pronto, insomma, si doveva “svincolare”. Pasqualino Sr., imbarcò lo stesso giorno, 30 Agosto 1879, da mozzo, sull’ “Archimede”, un vecchio piroscafo in ferro a...ruote !, diretto a Ustica, sbarcando due giorni dopo.
Sul retro della prima pagina si legge tra l’altro che: “ La Gente di Mare deve obbedienza etc etc...ogni contravvenzione a questi doveri è delitto d’insubordinazione, e punibile anche con pene corporali”. E che eravamo, ancora al tempo della HMS “Bounty” col terribile capitano Bligh??? Ma così era. La prima pagina del libretto di navigazione e il retro con l'annotazione del 1° imbarco e il monito delle pene corporali..
L'ACQUASANTA..gli indispensabili e.. la "cappa" all'elica.
Mio nonno Pasqualino Marchese (1867-1941) e il cognato (fratello della moglie) Salvatore Palmisano (1873-1944) abitavano rispettivamente al piano terra del vicolo Pipitone, 18 e al primo piano con ingresso dal n° 20. Primi nostromi sulle navi della NGI, portavano a casa di tutto, oltre a esagerate "vettovaglie".
Ma avevano pure un corredo personale di oggetti del mestiere, come questo fine astuccio di legno con cappuccio in ottone, per contenere aghi per vele o comunque per lavori con robusta tela olona, fino a qualche tempo fa usata sulle navi per fare delle coperture di protezione ("cappe") per vari manufatti esposti alle intemperie.
Una volta, per "fregare" gli allievi ufficiali appena imbarcati e ridere alle loro spalle, qualche buontempone di ufficiale o addirittura lo stesso comandante, ordinava a bruciapelo: "Allievo! Vai a mettere la cappa all'elica" !! Tanti malcapitati ci cascavano: "Eh, uh, la cappa? ..che? dove?". Con me non funzionò. Risposi mooolto garbatamente (perchè gli ufficiali Tirrenia erano spocchiosi), che mio nonno aveva percorso con le navi 10 milioni di miglia marine e sapevo che, ovviamente, non si può mettere la "cappa" all'elica...