In memoriam di Ercole Gargano: 50° anniversario
Il 1° Giugno 1970 ci lasciava il Commendator Ercole Gargano. Nato a Palermo nel 1902, fu sicuramente tra i più giovani podestà d’Italia, ricoprendo tale carica a Ustica nel 1929-30. Il suo rapporto con l’isola fu indissolubile.
Inaugurò la banchina Barresi e nel 1934 costruì Villa Gargano alla Rotonda, un tempo conosciuta come “Villa delle Sirene”.
Dotato di spirito autorevole e carismatico, altruistico; le sue notevoli capacità imprenditoriali , forti di un adeguato sostegno politico, gli permisero di gettare le solide basi per lo sviluppo turistico isolano a partire dai primi anni ‘50, coadiuvato dall’imprenditore Grani.
Valorizzò un “cammaruni” alle balze della Falconiera, trasformandolo in un gioiello ineguagliato: il “Cottage Hotel” (1957), primo vero albergo di Ustica, scaturito dalla collaborazione delle due menti geniali di Gargano e dell’ing. Aldo Borzì. Una struttura ricettiva inserita in un incredibile contesto naturalistico-museale, ricco di testimonianze civili, storiche, contadine e marinare, forse unica al mondo.
Dall’iniziativa di Gargano, Grani e di Lucio Messina, giovane funzionario dell’EPT di Palermo, vide la luce la Prima Rassegna Internazionale delle Attività Subacquee, il 17 Agosto 1959. Nell’estate dello stesso anno 1959, fu inaugurato il “Grotta Azzurra Hotel”, costruito non senza difficoltà in un altro contesto naturale d’eccezione. Richiese mesi di “spietramento” con le mine durante l’inverno 1958-59, per realizzare le fondamenta dei padiglioni che lo compongono. Anni di turismo rampante, dall’impronta internazionale (tedeschi, americani, inglesi, francesi etc), con Camillo factotum e attrattiva vivente delle strutture alberghiere “Cottage” - “Grotta Azzurra”.
Decine di persone lavorarono per Gargano, oltre a contadini e pescatori che fornivano i loro prodotti, beneficiando di quei momenti di sviluppo economico-ricettivo, a dir poco, magici. A fine stagione turistica, alcuni rimanevano ad occuparsi dei due alberghi per manutenzione e migliorie. Un gruppo (Franco Rando., Vito Natale., Pietro Pietrossi e altri) poi, si trasferiva a Palermo, per continuare a collaborare con Gargano, che gestiva anche un’attività di forniture di vestiario.
A qualcuno venne affiancata una insegnante di madre lingua, inglese e tedesco, per essere poi inserito adeguatamente al “Grotta Azzurra Hotel”, dove rimasero memorabili le presenze di alcuni personaggi come Folco Quilici, Enzo Maiorca, Piccard, Mayol, Mister King e tanti altri.
L’ultimo ricordo che ho del Comm. Gargano, risale al 10 agosto 1969. Eravamo un gruppo di picciotti/e in gita a Ustica. Li portai al “Grotta Azzurra”. Gargano era lì, sorriso e accoglienza non gli mancavano mai. Ci permise di visitare la struttura. Una ragazza del gruppo mi chiese: “Ma chi è?” E io risposi: “Il padrone”!
Dopo la sua scomparsa, i due alberghi furono dati anche in gestione a privati, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il “Cottage” rivive quasi una stagione del tempo che fu. Il “Grotta Azzurra”, invece, è andato incontro ad un triste destino. Fine di un personaggio irripetibile e fine di un’epoca.
Gaetano Marchese
Ustica nel tempo, fra persone e qualche personaggio
Non si può certamente dire che ad Ustica non ci siano stati dei personaggi, gente che hanno costruito una immagine sulla propria persona, ma saranno pochi e no ne ricordo nessuno..., forse il gran Camillo per qualcuni, ma non per me che l'ho conosciuto da ragazzone. Era una gran persona genuina e generosa, senza la maschera del personaggio!
Parenti ad Ustica in vacanza, agosto del 1953
USTICA - Agosto 1953, Chianu 'ri Carduna
Memorabile gita a Ustica col vecchio piroscafo "Ustica", in servizio dal 1911. Nella foto: mia sorella, mia madre e suo fratello, e il vecchio saggio Emanuele Caserta (1885-1965), Piano dei Cardoni.
Mangiata nel terrazzo, sopra i bisuoli, vino aspro, prievula di uva lacrima christi, pasta a picchi-pacchiu, frutta a volontà, mandorle dal sapore di latte, pane-ciaca,; per 'bagno' un buco nel pavimento nei pressi della cucina, alimentata a rami secchi di vigna. In alternativa, bagno all'aperto sutta 'i tierri, per carta igienica, pietre roventi dal sole o foglie di fico; Per lavarsi, acqua allippata da una grande cisterna, che doveva dissetare anche gli animali, vacche e asini. Per bere, l'acqua piovana-amara della cisterna buona, all'interno della casa colonica, col coperchio di marmo, il secchiello per beccare l'acqua in profondità, se non si conosceva la tecnica, si rimaneva a becco asciutto!
Nel tardo pomeriggio, boccali di latte appena munto per tutti. Noi cittadini, spraticunazzi, finivamo con le scarpe dentro la cacca di vacca, caldissima e odorante di scocche 'ri ficurigna….Cena sotto stretto assedio delle zanzare, lume a petrolio, 'mellone' (muluni r'acqua e muluni 'i pani-gialli) che poi qualcuno finiva per 'stricari' in faccia ad altri, scorci 'ri muluni che volavano, risate e allegria a non finire.
Qualcuno cominciava a domandarsi come passare la nottata…..; tutti sdraiati per terra nella stanza con la cisterna buona.! Anche se avevo solo 7 anni, 'sta gita è rimasta indimenticabile….anche perché lo zio della foto, minacciava di andare a dormire dentro la cisterna, per stare più fresco !
Gaetano Marchese
Nata nel 1883, mia nonna materna Angela Rando in Ailara, in abito da sposa. Me la ricordo eccome, sempre a cucinare, era la cassiera per la vendita prodotti agricoli invernali : fichi secchi, uva passa, mandorle, legumi secchi, mostarda, sangue di maiale-dessert, favi caliati, pani caliatu, spicchitedda, farina di grano, vino, aceto, uova, polli, agnellini ( su ordinazione ), etc...in estate tutto il resto. Come tutti gli anziani usava espressioni ora in disuso tipo : " statti solu " , ti rugnu " na angata ", " vegna ca' " etc.... e negli anni '50 in una delle poche Radio Marelli di Ustica per Carnevale lei sceglieva la stazione di " Ballabili ", quando uscirono i 78 giri era lei il DJ, e quando venivano i parenti del bandito Giuliano, confinati ad Ustica, per " le notizie " era lei che sintonizzava la Radio sul " Gazzettino di Sicilia ".
Agostino Caserta
Un Palmisano avventuroso
La Regia Marina Borbonica e i marinai Usticesi.
Molti picciotti si arruolarono in quella Marina, terza potenza marittima europea, orgoglio e pane sicuro.
Pasquale Palmisano (Ustica 1818 - Napoli dopo 1865) fu uno di questi. Era il primogenito di Gaetano Palmisano (Ustica 1790-1847) e di Anna Martello (Ustica 1790 - Palermo 1862).
Fratello maggiore di un altro Gaetano Palmisano (Ustica 1833 - Palermo 1888), padre della nostra nonna paterna Paola Palmisano (Ustica 1869 - Palermo 1938).
Pasquale Palmisano era marinaio e poi sergente dei cannonieri della Regia Marina. Amava sposarsi con delle giovanissime donne, la prima volta a Napoli nel 1846 con una 15enne, Angela Picone, rimasto vedovo dopo due anni nel 1848, si risposò il 5 ottobre1853 con una 19enne Concetta Brocca, nata a Napoli nel 1834.
Primo matrimonio. L'atto di Solenne Promessa di celebrare il matrimonio avanti la Chiesa è del 27 Agosto 1846, presso la sezione comunale San Ferdinando di Napoli.
Per chi non fosse aduso alle calligrafie degli impiegati dello Stato Civile (pagina a destra):
"....Pasquale Palmisano di Ustica, in Sicilia, di anni ventotto, celibe, marinaro cannoniere, domiciliato in questo Circondario nel Quartiere a Santa Lucia, figlio maggiore di Gaetano, possidente e di Anna Martello, domiciliati in Ustica.......ed Angela Picone, di anni quindici, nubile, domiciliata in questo Circondario, vico Conte di Mola numero ottantadue, figlia minore di Girolamo, Guardaporta, e di Angela Bujano, ivi domiciliati."
Il matrimonio fu poi celebrato il 30 Agosto 1846 nella Chiesa di Sant'Anna di....
Da notare che Pasquale Palmisano abitava nello stesso vico Conte di Mola, quindi i due giovani erano vicini di casa. Compare poi in due atti notarili, rogati a Napoli nel 1864 e 1865 a proposito dell'eredità dei genitori defunti..c'erano dei figli...poi, chissà...
Abbiamo visto che la 15enne Angela Picone di Napoli, andata in sposa a Pasquale Palmisano nel 1846 (e morta due anni dopo), era figlia di Girolamo Picone, Guardaporta e di Orsola Bojano o Bujano. E allora?
L’atto di morte n° 785 dell’anno 1860 (a destra), del Circondario San Ferdinando di Napoli, ci dice che due dichiaranti, denunciano la morte del guardaporta e sono tal Andrea Benvenuto di Napoli e.....senti senti...Giacomo Picone di Ustica di anni 49, Sergente di Marinari Cannonieri, domiciliato nel vico Vittoria..numero ventisei
Dichiarano che il giorno 15 Novembre 1860, alle ore 8 pomeridiane, è morto Girolamo Picone di Ustica, di anni 63, Guardaporta, domiciliato Conte di Mola numero ottantadue, figlio dei furono Giacomo, militare, ed Angela Caravella, marito di Orsola Bojano, ivi domiciliata, senza figli, (forse perché l’unica figlia, Angela Picone, di cui sopra, era già morta nel 1848).
La storia degli Usticesi a Napoli è ancora tutta da scrivere.
Perchè se ne andavano..:
Regno delle Due Sicilie era la terza potenza europea dopo Inghilterra e Francia, con una flotta mercantile e da guerra importantissima. Cosicché, molti Usticesi e non solo, partirono per Napoli per imbarcarsi sulle navi commerciali o della Regia Marina.
Nel 1854, appena sposato, ci andò pure il mio bisnonno Vincenzo Marchese (Milazzo 1817 - Palermo 1893), che era marinaro; il primo figlio nacque proprio a Napoli, mentre il secondo figlio e cioè mio nonno Pasqualino Marchese, nacque a Palermo....; è vero, basta che parte uno, poi partono in tanti, vedi New Orleans....Kenner, Jefferson, Carrolton Parish etc...Per inciso, nel 1974, trovandomi con la nave a New Orleans, andai a trovare Pietro Petrossi e la moglie Rosa Natale...avevano un ristorante in Argades Street...
Lili Kangy (Capurro-Gambardella, 1905)
Mo nun só' cchiù Cuncetta,
ma só' Lilí Kangy,
sciantosa prediletta,
avite voglia 'e dí!
Quanno mme ribbuttaje,
e chi v''o ppò cuntá?
'A gente mme menaje
mazzette 'nquantitá...
Chi mme piglia pe' Francesa,
chi mme piglia pe' Spagnola,
ma só' nata ô conte 'e Mola,
metto 'a coppa a chi vogl'ij
Una linea dei Palmisano di Ustica
Pasquale Palmisano arrivó ad Ustica con i primi coloni nel 1761 proveniente dalla vicina isola di Lipari, ivi nato nel 1745 e morto ad Ustica nel 1825. Sposó Rosa Ajlara, parte de otra famiglia che popoleranno la isola. Ebbe almeno due figli:
Pasquale Palmisano, (stesso nome), il nostro cannoniere della Armata delle Due Sicilie.
Gaetano Palmisano, nato ad Ustica ed ivi morto nel 1847. Sposò ad Ustica nel 1808 Anna Martello, Ustica 1790, Palermo 1862. Ebbe almeno un figlio:
Gaetano Palmisano, Palermo 1865, Piroscafo Entella, 5 agosto 1900. La morte avvene sul piroscafo Entella della compagnia Rubattino Florio, in navigazione tra Napoli e Livorno nei presso dell'isola di Giannutri; marinaio, morto per infortunio a bordo, un pennone cadutogli in testa; Il pennone era inclinato "per lutto nazionale" (assassinio del re Umberto I il 29/07/1900) La madre Cristina Caezza fece causa alla Navigazione Generale Italiana ma la perse, il giudice sentenzio'che si era trattato di un puro incidente. La sua immagine e' quella del medaglione che porta la nonna Cristina nella foto. I suoi resti sono assieme a quelli dei genitori nella tomba ai Rotoli che risale al 1912; ci sono altri" inquilini" colpiti dall'epidemia di influenza "spagnola" del 1918-19.
Anna Palmisano (a za Nannina), Palermo 1860, ivi 1944. Sposò nel 1877 Luigi Grande di Luigi, Palermo 1851, ivi 1925. Ebbero due figli:
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Fortunata Grande, (a za Fortuna), Palermo 1880, ivi 1956. Sposò Gionanni Basile (u zu Giovanninu), Palermo 1876, Ivi 1956. Ebbero un figlio:
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Giuseppe Basile (Peppino, elettricista) Palermo 1913, Milano 1975, sposò una usticese Angela Natale nel 1948, Ustica 1928, Palermo 2008. Ebbero tre figli:
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Giovanni Basile, Palermo 1953, Direttore Macchine
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Carlo Basile, Palermo 1956
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Fortunina Basile, Palermo 1962, ivi 1997.
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Gaetano Grande (Taninu u capitanu), Palermo 1896, ivi 1947. Diplomato Capitano di Lungo Corso al Nautico di Palermo nel 1915, assieme al 'Maistru' Domenico Cannavò, poi nostro professore di astronomia e navigazione. Ebbero un figlio:
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Luigi Grande, Palermo 2 luglio 1939, Lavagna (Genova)
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Gaetano Palmisano, (stesso nome) nacque ad Ustica il 12 gennaio 1833 e morí a Palermo il 27 settembre 1888. Sposò nel 1859 Cristina Caezza di Domenico, Ustica 1841, Palermo 1913. Furono i nostri bisnonni paterni. Ebbero 9 figli:
Domenico Palmisano (u zu Minicu), Palermo 1867, marinaio, morto in azione bellica aTripoli 1917. Sposa Rosa Bellante (a za Rusina di Genova), Palermo 1878, Genova 1966. Ebbero una figlia,
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Cristina Palmisano, (a za Cristina di Genova) Palermo 1906, Genova 1991. Sposò Stanislao Bellante, Palermo 1897, Genova 1987. Ebbero due fliglie, Elsa, Genova 1930, Ovada 1945 uccisa dai partigiani comunisti e Liliana Bellante, Genova 1932, ivi 1991.
Paola Palmisano (nostra nonna paterna), Ustica 24 agosto 1869, Palermo 1 dicembre 1938. Sposa a Palermo il 1 dicembre 1892 Pasquale Marchese, Palermo 24 aprile 1867, Santa Elia 11 dicembre 1941.
Salvatore Palmisano (u zu Turiddu), Palermo 22 giugno 1873, Villabate 26 giugno 1944. Sposò Maria Bonanno, Napoli 1880, Palermo 32 dicembre 1947.
Giovanni Palmisano (u zu Giovaninu) Palermo 6 giugno 1875, La Ceiba (Honduras) 1942(?)
Marinaio, dopo 4 anni di servizio militare sulla Real Nave "Re Umberto", emigra a New Orleans nel 1905; spirito avventuriero, compra un piccolo brigantino per commerciare banane tra La Ceiba (Honduras) e New Orleans; affondatagli la nave, naviga sulle navi dei grossi commercianti Vaccaro Bros.
Sposa una mulatta, Dolores….., da cui ebbe due figli che nel censimento americano del 1920 figurano facenti parte della famiglia di Rosa Palmisano ("a za Rusina ra Merica")
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Gaetano, ma registrato come Charles "Charlie" Palmisano (La Ceiba 1916 - in guerra (killed in service), Luan, Luzón Filipinas, 19/01/1945); 2)
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Cristina ('Tina") Palmisano (La Ceiba 1917 - New Orleans 07/05/2012, obituary sul Times Picayune di N.O.)
Di lui esisteva una lettera del 1938 indirizzata al fratello Turiddu in cui si lamentava del suo cattivo stato di salute a causa dell'asma;
Rosa Palmisano (a za Maria), Palermo 1877, New Orleans 1946. Sposò Domenico Rando prima di partire per l'America.
Maria Palmisano (a za Maria), Palermo 1883, ivi 1911. Morta nel vicolo Pipitone 20 nel 'camerino' occupato da Pasqualino e Gaetano Marchese
Teresa Palmisano (a za Teresa), Palermo 1885, ivi 1970. Sposò nel 1946 Emanuele Caserta di Felice (Ustica 1885 ivi 1965. Ebbero due figli:
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Rosalia Caserta, Ustica 1919, Palermo 1992 (a za Lilia) Sposò Nino Rando, Ustica 1910, Palermo 1989. Due figli: Franco Rando Ustica 19 febbraio 193, Emanuele, Ustica 1945.
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Felice Caserta, (u zu Lici) Ustica 1920, Palermo 1984. Sposò Adele Licciadi, Ustica 1922, ivi 2002. Figli: Teresa ed Emanuele Caserta.