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Domenico Marchese

Arruolato come soldato sul fronte di battaglia in Libia, e seguendo la ritirata di Erwin Rommel verso Egitto. Mio padre era stato preso prigioniero a Kelibia, Tunisia, l'11 maggio 1943 e  inviato a un campo di prigionieri a Costantine, Algeria. Dopo un anno non si sapeva nulla di lui.
Lo rintracciò la Croce Rossa in Algeria e così mia madre poté mettersi in contatto con lui con le istruzioni della stessa organizzazione, in basso.  Sicuramente firmó un compromesso di collaborazione, poiché lavorava elaborando salcicce e imbottiti. Il contratto di collaborazione non era per vendere informazioni al nemico, sí per lavorare fuori del campo, presso imprenditori locali.

Per questi milioni di soldati non ci furono onori, orpelli, celebrazioni e prebende. Una volta rimpatriati, questi uomini, che rappresentarono quasi un fastidio, si rimboccarono le maniche, ricominciando da zero, e si deve a loro il merito della ricostruzione. Al ritorno dalla guerra, dovette arrangiarsi con lavoretti presso la famosa 'Birreria Italia' fino a imbarcarsi di nuovo sulle navi da passeggeri della Compagnia Tirrenia. Come i suoi fratelli, gli venne ricocosciuta la Medaglia d'Oro per Lunga Navigazione compiuta.

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L’ACQUASANTA IN GUERRA, partono gli Acquasantini….ovvero, regalo di Natale 1940.
Anche allora la Libia era di moda.

Per l’Italia, la guerra comincia il 10 giugno 1940, e mio padre, marittimo, forse pensò di farla franca, almeno restando sulle navi della Tirrenia, che invece poi affondarono quasi tutte, silurate dai sommergibili inglesi o bombardate.

Era sbarcato dalla m/n “Città di Trapani” della Tirrenia, il 9 aprile 1940, dopo due mesi scoppiò la guerra, rimanendo totalmente in balia degli eventi. Non sfuggì al nefando destino e qualche giorno prima di Natale 1940, ricevette la temutissima cartolina celestina del richiamo alle armi per ordine di S.M. il Re ! (Ma chi? Sciaboletta?).

Tempi tristissimi e neanche lontanissimi. La cartolina arrivava dal Comando della 6a Legione Milizia Artiglieria Marittima di Messina, e intimava al Legionario (?) Marchese Domenico di Pasquale, classe 1908, di presentarsi subito presso il Comando della 2^ Legione Milmart di La Spezia (..mia madre: “...papà era nella Milizia..). A La Spezia (Deposito sull’isolotto Palmaria) vivacchiò per 14 mesi, allorquando, il 7 marzo 1942, fu trasferito alla 10^ Legione Milmart di stanza a Kelibia (Tunisia, vicino Capo Bon).

Già all’arrivo a Tripoli con la nave che trasportò il suo contingente, assieme a mezzi e rifornimenti di ogni tipo, mio padre fece notare al capitano della sua compagnia, Sig. Pinna, sardo, che molti cannoni erano privi di qualche pezzo indispensabile e perciò inservibili ! “Annamo bene, proprio bene” direbbe la sora Lella. Comunque sia, anche se teoricamente il contingente italiano in Libia, al comando del generale Italo Gariboldi, aveva sotto di sé nientemeno che l’Afrikakorps del feldmaresciallo Erwin Rommel, in realtà fu proprio l’opposto. Tra alterne vicende, l’esercito italo-tedesco arrivò a conquistare Tobruk (Cirenaica) il 21 giugno 1942. Mio padre raccontava l’abissale differenza di organizzazione tra italiani e tedeschi che disponevano di fantastiche cucine da campo in acciaio inox, mentre i nostri cuocevano la zuppa in mezzi fusti di benzina vuoti.

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Le “incursioni” negli accampamenti germanici in cerca di qualcosa di buono da mangiare, non erano ben viste dai crucchi, che concedevano ben poco. Distruzioni e saccheggi in una Tobruk spettrale, furono memorabili. La situazione si rivelò subito critica e insostenibile e, sotto l’incalzare dell’ 8^ armata inglese di Montgomery, gli italo-tedeschi iniziarono a ripiegare. Anche per l’artigliere Marchese Domenico fu l’inizio di una odissea, una ritirata attraverso 2500 km di deserto e spiagge fino a Kelibia (Tunisia), dove i soldati dell’Asse, furono presi prigionieri dagli anglo-franco-americani, l’11 maggio 1943. Un fratello di mia madre, Giuseppe Balistreri (Palermo, via S. Gulì, 1919 - Canberra, Australia, 2003) della Divisione Corazzata “Ariete” fu preso prigioniero lo stesso giorno, ma finì in America, nel Maryland. Un altro fratello di mia madre, Ciccio Balistreri (Palermo, via Simone Gulì , 1914 - In mare, 23 marzo 1942), 2° Capo, perse la vita nell’affondamento del Cacciatorpediniere “Scirocco” a causa di una tempesta di...scirocco ! Il fratello più giovane di mia madre, Placido (1923-2008), chiamato alle armi agli inizi del 1942, arrivò alla base navale di Taranto che “camminavano solo i vestiti”, come ebbe a raccontare. Fu rimandato a casa per denutrizione e per avere già due fratelli sotto le armi.
 

Fine della corsa. Per un inconsapevole errore di valutazione, l’artigliere Marchese Domenico, scelse di seguire il suo capitano, sig. Pinna, che aveva optato di consegnarsi prigioniero ai Francesi (quelli di Vichy), i più crudeli e vendicativi. Quelli che optarono di consegnarsi agli Americani, finirono negli States con ben altre prospettive. Si racconta che migliaia di prigionieri italiani in America non volevano più tornare in Italia ! Mio padre trascorse tre anni di prigionia a Costantine (Algeria), lavorò in una fabbrica di salumi e rimpatriò il 2 marzo 1946, sbarcando da una nave militare a Brindisi. Ritornò all’Acquasanta, con una cassetta rossa a tracolla con poche misere cose. Qualcuno lo riconobbe e avvisò mia madre che stava andando al panificio Genovese (“Melina”), via Simone Gulì, a comprare il pane . Lo svenimento fu d’obbligo, non lo vedeva da 4 anni e di lui non s’era più saputo nulla per oltre un anno, fino a quando la Croce Rossa rivelò che era vivo e prigioniero in Algeria. La fame, la miseria, la “vampa” del dopoguerra ce la risparmiamo, per questa volta. Aprile 1942, mio padre a sinistra nell'immagine senza casco (addio capelli), assieme a due ufficiali, molto ottimisti a quanto si vede, stravaccati su una spiaggia in Libia.

 

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Il "bello" doveva ancora venire. Infine, un misero pezzo di carta rilasciato dalla "Regia Marina" (ancora?), il 6 marzo 1946, attestante la smobilitazione e il congedo dell'artigliere Marchese Domenico.

Gli imboscati in Capitaneria e Distretto militare, avranno pensato: "Hai fatto la guerra?, so' c...tuoi, ora arrangiati".... 

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