Villa Igiea
Inizialmente venne ideata come villa privata. L'edificio, costruito alla fine dell'Ottocento dall'ammiraglio inglese Cecil Domville in stile neogotico, fu poi acquistato della famiglia Florio ed Ignazio Florio gli diede il nome della figlia Igiea. A inizio secolo ne volle una profonda ristrutturazione che le desse un aspetto meno severo e nel 1899 si affidò al progetto dell'architetto Ernesto Basile, mentre le decorazioni furono eseguite da Ettore De Maria Bergler e il mobilio dell'edificio realizzato da Vittorio Ducrot nello stile floreale. Lo spirito imprenditoriale dei Florio lo individuò come hotel di lusso per la Belle Époque. Con il declino dei Florio, in seguito venne utilizzato come ospedale e poi finì acquisito dal Banco di Sicilia, tornando in tempi più recenti ad essere un albergo di lusso.
Lo stile segue la corrente del liberty che aveva conquistato tutta la città anche grazie all'architetto Ernesto Basile, diventato uno dei leader mondiali dell'Art Nouveau. La struttura imita quella di un piccolo castello con torrette e merli. Curata è la posizione, a picco sul mare; particolare attenzione fu riservata al giardino esotico interno così come particolare è la posizione della piscina. Le pareti interne dei saloni sono anch'esse decorate secondo lo stile liberty, soprattutto con figure femminili e motivi floreali. Notevoli affinità stilistiche si riscontrano con la Villa Sperlinga presso Santa Flavia, in provincia di Palermo.
L'albergo, uno dei più lussuosi dell'isola, è dotato di 122 camere con 12 suite. Nel corso degli anni ha ospitato le maggiori personalità che hanno visitato la città oltre a molte squadre di calcio, incluse Inter, Milan e Juventus. Divenuto di proprietà del Banco di Sicilia, è stato acquisito negli anni '90 dal Gruppo Acqua Marcia, e dal 26 agosto del 2006 fino a 31 dicembre 2011 è stato gestito in franchising della catena alberghiera Hilton. Dal 1º gennaio 2011, terminato il contratto con la Hilton, è tornato ad essere Grand Hotel Villa Igiea. Dal 2015 è in franchising con "AccorHotels". Il 6 novembre 2018 viene acquistato all'asta dalla Rocco Forte Hotel per 25 milioni di euro.
Wikipedia
Il maestro Serpotta sta al 700 come Basile sta ai Florio.
Riconosciuto il primo come il piu' grande stuccatore d' Europa, è corretto riconoscere Basile come colui che ha riempito tutto il 900 di arte in molteplici forme, una delle quali, forse la piu' espressiva e grandiosa è Villa Igiea.
Nata dal progetto di farne un sanatorio per i polmoni dei ricchi, del Prof. Vincenzo Cervello che aveva scoperto un farmaco per la tubercolosi di cui era affetta la figlia di Vincenzo Florio, Igiea, divenne, dopo una analisi ponderata, il centro del mondo della produzione Art Nouveau europea, dove la meraviglia e lo stupore incontrano il sogno.
Realizzato, e non a caso, nella borgata dell'Acquasanta dove il mito vuole sgorgano acque curative e dove gia' i fratelli Pandolfo sperimentavano con successo le cure termali, Zar, re e regnanti di tutta Europa faranno a gara per soggiornarvi tra le perle e la grazia di Donna Franca e lo squisito gusto che attraverso la creatività di Ernesto Basile prende le forme dei fratelli Ignazio e Vincenzo Florio.
Ernesto sta ad Ignazio e Vincenzo come la bellezza Liberty sta alla borghesia...
Privi di questa equazione, la bellezza senza intelletto è diventata barbarie e il prodotto del mero profitto....amen.
Quante storie di amanti, quante le invidie, le trame, i sogni, i desideri, i progetti di scrittori, poeti, regnanti che potrebbero raccontare quelle signorine circondate da fiori in quella sala da pranzo disegnata dal maestro Liberty e arredata dalla maestria del legno Ducrot, nelle pareti della quale si sviluppa il capolavoro di Ettore De Maria Bergler, Michele Cortegiani, Luigi di Giovanni, tra i profumi di agrumi e gelsomino, e riusciamo ad immaginare i cilindri sulle teste, guanti e bastone, smoking e balli, auto da sogno e panfili, e tanti artisti, scrittori, registi, attori, whisky a fiumi e sigari pregiati, donne eleganti, in posa sugli scaloni, tra specchi e dipinti, inseguite sulle terrazze che sfumano verso il mare con finte rovine, uniche testimonianze del rifugio d' amore dell' ammiraglio Cecil Downville da cui i Florio avevano comprato il parco. Palermo è senza dubbio la perla del Mediterraneo ma da troppi anni ormai...gli yacht di tonnelate di lusso, i panfili dei giocatori di pallone, la Regina d' Italia degli stilisti Dolce e Gabbana ci inducono a pensare che I Florio non ci sono più, il Novecento è finito ma le ragazze con i fiori continuano a sussurrare dalle pareti in attesa di un soffio di vita.
"Finisce sempre così. Con la morte.
Prima, però, c’è stata la vita, nascosta sotto il bla bla bla. È tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore. Il silenzio e il sentimento. L’emozione e la paura. Gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza. E poi lo squallore disgraziato e l’uomo miserabile. Tutto sepolto dalla coperta dell’imbarazzo dello stare al mondo”...
...termina cosi' il film di Sorrentino che utilizzo oggi per salutare la Grande Bellezza di Villa Igiea che chiude per farsi bella e tornare a diventare appetibile per il popolo ricco e affamato di lussi...lo so il mondo cambia, niente rimane eterno, solo la memoria annacquata dal sentimentalismo dei ricordi, qualche foto, racconti, storie...c' era una volta il regno del buon gusto del garbo, della raffinatezza , della riservatezza... c' era una volta un quadro d’epoca che permetteva alla fantasia dell’ammiratore di dar vita a ciò che è ritratto... i sorrisi di Edoardo VII d’Inghilterra e la moglie Alessandra, di Gustavo di Svevia e Louise di Danimarca, la regina di Romania. Un po’ più severi gli sguardi di Costantino di Grecia e di un sovrano del Siam. Ospiti affascinati, come me, dal genio di chi ha costruito e arredato. Non a caso lo zar Nicola I chiese e ottenne il permesso di riprodurre (nella sua residenza estiva di Peterhof) la sala da pranzo dei Quattro Pizzi all’Arenella, altro gioiello di Casa Florio... Lusso e sfarzo lo accompagnarono per ogni istante dell’esistenza, eppure nulla di simile aveva mai ammirato, perché nulla di simile era mai esistito. candidi cigni, leggiadre donzelle che danzano, fiori e alberi. Si possono sentire i fruscii, le essenze odorose, al primo calore del sole nascente e provo un brivido per quello che sta per tramontare. Nel salone riecheggiano nomi leggendari, da Cagno a Vaccarella.... Tutto ciò che i soldi possono comprare viene acquistato ma nessuno puo' realizzare quanto è già stato realizzato, e nel più eccelso dei modi. Eh sì...Questa è la mia e' la nostra terra, egregi signori lo ammetto, siamo decaduti, ma restiamo e resteremo sempre gli unici figli di genio e raffinatezza. A voi i soldi, a noi l’orgoglio di mostrarvi tesori che potete acquistare ma la storia ci appartiene. È la verità: il Novecento è finito, Villa Igiea ha subito trasformazioni molti arredi originali sono scomparsi, all’ingresso non si fermano più né sontuose carrozze né rombanti Bugatti dalle quali scendono smoking e pellicce. E tuttavia, l’antica ipnosi paralizza ancora tutti coloro che vivono di Arte e che nell’Arte si rifugiano per sottrarsi alla moderna barbarie...cosi' è adesso..nel 2020 chissà.
Anna Vettuccia
Ma quale era il civico della Villa Igiea?
Le fonti più disparate indicano, per l'inaugurazione di Villa Igiea, la data del 19 dicembre 1900. Ricerche di tale avvenimento sulle pagine del giornale L'ORA per quel periodo, hanno dato esito negativo. Ma quella volta, alla Grande Biblioteca Regionale ex Nazionale, il volume cartaceo non era disponibile e nessuna ha saputo dire perché, ragion per cui la ricerca fu effettuata tramite microfilm con una procedura talmente farraginosa da fare desistere chiunque.
E' molto probabile che l'ingresso originario al Grande Albergo fosse quello ancora visibile all'inizio 'ra Muntatiedda, in disuso almeno dal 1960 quando sembra di ricordare ancora qualche movimento da quel varco. Altrettanto difficile dire quando fu aperto l'odierno accesso al complesso, alla fine della Salita Belmonte, quasi all'inizio della via Papa Sergio I. Per inciso, l'indirizzo ufficiale del Grande Hotel Villa Igiea è: Salita Belmonte, 43 - 90142 Palermo e ciò per confutare qualunque dubbio per quanti in passato hanno asserito che l'hotel si trova all'Arenella e non all'Acquasanta. Il probabile ingresso originario si trova tra villa Lanterna-Gravina e l'inizio di Salita Belmonte. Doveva essere fantastico, col viale adornato da archi fioriti.
In Internet la storia di Villa Igiea viene ammannita in tutte le salse, talvolta pappagallesche e più o meno attendibili.
Vale la pena di citare un ameno e pur triste aneddoto. La celebre coppia 'Gnazino Florio Jr. e Donna Franca, vissero da proprietari fino all'ultimo a Villa Igiea, ma all'inizio degli Anni Trenta del Novecento, il complesso fu ceduto ad una società di grandi alberghi. La coppia continuò ad occupare un grande appartamento, ma dopo qualche mese, il direttore del lussuoso albergo presentò a Ignazio Florio un conto salatissimo da pagare per il soggiorno, ormai abusivo. Ignazio Florio, rivolgendosi al direttore: " Da quello che voi mi dite, sono ospite a casa mia ".
Ma tant'è, la straordinaria coppia Ignazio e Franca Florio, era ormai solo un ricordo.
Villa Igiea oggi
Immagini gentilmente cedute da Marco Amato