Scuola elementare Acquasanta
IL PILONE MISTERIOSO a PIAZZA ACQUASANTA: quello che rimane di una scuola.
Nel 1935 il Comune di Palermo commissionava alla società OMIRA di Roma, una aerofotogrammetria della città. Grazie a queste carte d'epoca messe a disposizione da alcuni ex tecnici del Comune, è possibile vedere la situazione dell'Acquasanta in quell'epoca. In particolare, si nota che il palazzo di cui rimane solo un pilone, aveva una grande corte interna che spuntava pure sulla via Belmonte. È stata la nostra scuola elementare.
Nel cortile c'era un grande albero di gelsi, come ricordava Pasqualino.
Il pilone è tutto quello che resta di un palazzo edificato probabilmente tra fine '700 e primi dell'Ottocento, che occupava l'area della odierna piazzetta e del cine Igiea Lido. In quel palazzo, con corte interna, vi ho frequentato parte della terza elementare, a.s. 1954-55: cadeva a pezzi e faceva anche impressione camminare su certi tavoloni messi sulle voragini dei balconi e delle stanze adibite ad aule. Poi completai l'anno scolastico a Palazzo Geraci, dalla padella alla brace ! Quello scalone rovinato, tetro...Qualcuno sa a chi apparteneva questo palazzo? Ci sono foto prima della sua demolizione, avvenuta in concomitanza dell'apertura della via Ammiraglio Rizzo.
Ci sono dati che tutto il complesso era denominato Villa Bastioni, dove si dice abbiano alloggiato Nelson & Lady Hamilton, nota amante della regina Carolina. Le due donne fecero una fine miserabile...
Dice la storia che quando Ferdinando di Borbone dovette fuggire da Napoli a causa dei mossi che culminarono con la Repubblica Napoletana, lo fece a bordo di una nave condotta dall’ammiraglio Orazio Nelson, sbarcando a Palermo il 26 Dicembre 1798.
In riconoscimento, immediatamente il Senato di Palermo conferisce a Nelson il titolo di cittadino onorario di Palermo e Duca di Bronte, il 23 Febbraio 1799 .
In gratitudine per avere condotti sani e salvi da Napoli a Palermo il sovrano con tutta la augusta famiglia, Nelson riceve il ‘Privilegio di Cittadinanza’ su pergamena con rispettivo sigillo pendente, dentro di un cofano finemente cesellato.
Il 10 Ottobre dello stesso anno si concede pure all’Ammiraglio vaste terre di Bronte con il titolo di Duca, esteso a eredi e successori, con una rendita di 18.000 ducati all’anno, una fortuna!
E tuttavia, una spada con diamanti incastonati che Carlo III, suo padre, gli aveva come ricordo quando assume la corona di Spagna.
La regina Carolina, a sua volta, dona all’amante di Nelson, un pendente con catena di oro e diamanti con la sua immagine con il motto di una ‘Eterna gratitudine’.
Ai capitani, Hardy, Foote, Troubridge e altri, che scortarono la nave ammiraglia di Nelson, vennero donati orologio e tabacchiere di gran pregio.
L'ACQUASANTA a..SCUOLA (Palazzo misterioso, poi demolito con l'apertura della via Ammiraglio Rizzo nel 1957).
Pasqualino Marchese promosso dalla terza alla quarta elementare, anno scolastico 1947-48. Pagella...non male.
La foto fu scattata nel cortile del misterioso palazzo, non più esistente e del quale rimane solo il pilone destro dell'ingresso. Si vedono muri vecchissimi e su quel portone una data scritta col gesso: 1 Marzo 1952. A sinistra l'ingresso della scuola.
L'ACQUASANTA..a SCUOLA.
L'amico Salvatore Miraglia, "licenziato" alla scuola elementare all'Acquasanta un anno prima di me, aveva la maestra Stassi.
Guarda caso, ho una foto della classe quinta elementare di mia sorella Paola (1952) che nell'immagine è la terza da destra, fila in basso.
Di queste donnette, ricordo la seconda da destra fila in alto, Ina Messina (vicolo Pipitone); alla destra di mia sorella, Lia Di Benedetto, sorella di Franco, Ciro etc. Le altre non saprei.
Sperando sempre che qualcuna si riconosca.
La maestra Stassi era, per sentito dire, come una mamma, dalla foto sembrerebbe così, poi....Nonostante la "vampa", non si può fare a meno di notare queste allieve, tutte col grembiule, assistimate..espressione di un'epoca di cose essenziali e spesso di povertà dignitosa...
Vittorio Ferraro a scuola
Immagini del nostro amico Vittorio messe alla luce giorni fa, nella famosa e pericolante scuola elemenatare dell'Acquasanta. Vittorio la chiama del 'Palazzo Ribaglione', Un altro mistero...
Alcuni che riconosco: Alioto, Palazzolo, Giacobbe, Algheri Angelo, Lo Bianco Salvatore, Tarantini, vari etc...che furono pure compagni miei,,ma io non ci sono! C'è la data dietro la foto?
Gaetano Marchese
Sempre da sinistra, fila in ALTO: Pietro MATRANGA (cortile Rocchetti); LUPO ; Stefano AGRIA (forse Arenella); MINEO (inizio via A. Rizzo, palazzo senza intonaco); Girolamo PALAZZOLO , (via S. Gulì); Giuseppe SPANO’ (Cristofalo); Nino MESSINA (vicolo Pipitone); Giacomo o Giuseppe BARBANERA (Cristofalo); sconosciuto-maglione chiaro; Giovanni SABELLA, maglione a righe (cortile 2° Montechiaro).
Fila al centro: in piedi ?? ; seduti: Gaetano FIRPO (Pipitone); Agostino PULEO (+) (palazzo via Calcedonio); Domenico DI TRAPANI (accanto bar Bartolicchio); XXX?; Giorgio TARANTINO (Cristofalo); ..Salvatore MASNATA (palazzo via Calcedonio); Stefano FALANGA; Gaetano MARCHESE, seduto sul muretto, con i pantaloni alla zuava che tanto piacevano all’Ing. Gargano;
Fila in basso: Seduto fuori gruppo???; sul muretto: ALIOTO (zuava); seduto primo scalino??;Sebastiano SABATO (Cristofalo); Saverio GIACOBBE (2° Montechiaro); ..PIPITONE (salita, oggi via Ammiraglio Bettolo), con le mani unite fa il segno delle corna, il fotografo annerirà le dita, invano; ..TARANTINO (Cristofalo); Angelo ALGHERI (Cristofalo); accosciato ALIOTO, zuava,fratello minore dell’altro Alioto;
L'insegnante era il burbero Vittorio Stella, certe pedate ai riottosi....
L’ACQUASANTA a…. SCUOLA. (1957)
Già pubblicata in altro gruppo, ripropongo la foto della mia 5a classe elementare, febbraio 1957, anno scolastico 1956-57 nella speranza che qualcuno esca allo scoperto, come Pietro Matranga, pochi giorni fa.
Era il primo anno di attività della scuola “G.C. Abba”. Chi aveva mai visto una vera scuola, nuova?
Avevamo frequentato le classi precedenti in quel misterioso edificio in piazza Acquasanta, poi demolito con l’apertura della via Ammiraglio Rizzo, e a Palazzo Geraci.
Scuola elementare Giuseppe Cesare Abba
Gaetano Marchese ..non avevo mai visto la scuola appena completata. La strada finiva proprio dove si vede a sinistra, poi si congiunse con quella dei Paparini, infine G. Calcedonio. Il primo anno scolastico dovrebbe essere proprio quello del 1955-56 come testimoniato dal mio quaderno di aritmetica che reca la scritta "Scuola Elementare G. C. Abba" Palermo 15 Ottobre 1955. Ma allora perché ho la foto di tutta la classe IV elementare a Palazzo Geraci, il 26 Novembre 1955??? Mha! Mistero.
– La Scuola elementare “Giuseppe Cesare ABBA”, aperta il 9 gennaio 1956.
Tempo fa, abbiamo espresso le nostre perplessità relative all’anno di entrata in attività della nuovissima Scuola Elementare “Giuseppe Cesare ABBA “ di via Calcedonio Giordano, angolo via Regione (poi, dal 1960, via Ammiraglio Rizzo).
Premesso che fin dall’inizio nessuno sapeva o si chiedeva chi fosse questo Abba, penso che questo disinteresse duri ancora oggi, sperando che almeno i docenti sappiano chi fosse questo tenentino garibaldino.
In verità, molti acquasantini, con ricordi molto nitidi, avevano individuato il periodo giusto di inizio lezioni in quella scuola.
Personalmente, per molti decenni, ero sempre stato convinto che il primo anno scolastico di quella scuola fosse stato il 1956-’57, alla luce di una foto degli alunni della mia classe 5^ elementare, scattata nel febbraio 1957 nel cortile della “G.C. Abba”.
Tale certezza veniva suffragata anche dal fatto che la solita foto di gruppo della mia classe 4^ elementare (a.s. 1955-’56), reca la data del 26 novembre 1955. La foto fu scattata nel cortile di Palazzo Geraci, dove ci eravamo trasferiti dall’altra scuola a palazzo La Nasa (piloni d’ingresso), che cadeva a pezzi.
Forte di questa foto sotto quella data (26.11.1955), ho sempre dato per scontato che quell’anno scolastico si fosse concluso nel cadente Palazzo Geraci.
Solo da pochissimi anni, rivangando il passato, ho avviato un matching tra ricordi e riscontri oggettivi sulla questione ed è emerso quanto segue:
1) L’ 8 febbraio 1956, Palermo si svegliò completamente ricoperta di neve. Monte Pellegrino innevato fino ‘e Favuri, non s’è più visto. La neve aveva cominciato a cadere dal giorno precedente, ma la mattina dell’8 nel giardinetto di casa nostra al Pipitone, trovammo la neve “quagghiata”; io e mia sorella ne approfittammo per tirarci addosso palle di neve, nuovo gioco, dettato da quella eccezionalità meteorologica. Dopo la solita colazione a base di latte fresco Barbera e gallettine Saiwa (..’a me casa), mi recai a scuola (4^ elementare), percorrendo l’innevato, largo sentiero in terra battuta che sarebbe poi diventato via Calcedonio Giordano. Ogni tanto mi giravo per guardare le impronte sulla neve che lasciavo con le mie scarpe. E dove andavo, se non alla nuova scuola “G.C. Abba”? Se avessi continuato a frequentare la scuola a Palazzo Geraci, non ci sarebbe stato motivo di prendere dal Giardino dei Paparini, allungando e inzaccherandosi le scarpe! Sarebbe stato scontato percorrere la solita via Acquasanta-Gulì.
2) Un mio quaderno di quelli con la copertina nera, reca l’iscrizione “IV elementare – Scuole elementari Giuseppe Cesare Alba”, prova inconfutabile della frequentazione in quella sede, nella prima parte del 1956.
La conclusione è che il primo trimestre della mia classe 4^ elementare si sia concluso a Palazzo Geraci (foto gruppo 26.11.1955) e che a partire da lunedì 9 gennaio 1956, la scuola elementare G.C. Abba abbia aperto ufficialmente (la prova: percorso su neve con ciaspole, 8 febbraio 1956).
L’apertura avvenne in concomitanza col completamento della via Regione (Ammiraglio Rizzo), il cui ultimo tratto fu ultimato nel marzo 1956 (anche qui ho dovuto anticipare la data di un anno), quando assistemmo allo spettacolo di una ruspa che abbatteva i pilastri d’ingresso all’ultimo giardino, tra il baretto Alba e l’attuale incrocio con via C. Giordano. Strada asfaltata e marciapiedi arrivavano giusto all’ingresso dell’ABBA, un grosso cumulo di materiale sbarrava il largo sentiero, diventato via C. Giordano intorno al 1965.
Conclusa la 4^ elementare nel giugno 1956 all’Abba, proseguii con la 5^ elementare nella stessa scuola, a.s. 1956-57 che però abbandonai nel marzo ‘57 su “consiglio” di Pasqualino, causa asinite esacerbata, per trasferirmi nella più appagante scuola privata ‘nna Rizzu, in via ai Fossi, autentico “rifugium asinorum”, dove vigeva un insegnamento pappagallesco da parte della sig.na Lina (Adeleide Scinia) e del “professore” Marco Munna, oltre alla spilungona Olga, la cui strana fisicità ci faceva impressione.
I lignati fitievanu, ma solo per chi non riusciva a pagare la mesata o tardava a pagare. Orrenda ritorsione.
Scuole a confronto….’na sera ‘e maggio.
Scuola Elementare “ Giuseppe Cesare Abba” vs Scuola Elementare “ Ignazio Marabitti”.
Altro che ‘na sera ‘e maggio, tiepida e adatta ad una serata con dichiarazione d’amore!
Questo mese di maggio, fresco e piovoso, è fuori dalla nostra memoria che lo vedeva come il preludio all’estate.
Ciò detto, il confronto tra le due scuole elementari, G.C. Abba e Marabitti, è stato vinto di larga misura dall’Abba e ne possiamo fornire le prove.
La scuola elementare intitolata a “Ignazio Marabitti”, personaggio ignoto ai più, iniziò l’attività nell’anno scolastico 1953-’54, mentre la G.C. Abba iniziò il 9 gennaio 1956 come abbiamo visto.
Per dire con certezza quale delle due scuole è più grande come estensione, oltre che ad un esame visivo, occorre fare riferimento alle mappe catastali. A Palermo, queste mappe sono buffe, nel senso che costituiscono un orrido minestrone in cui si mescolano dati relativamente recenti con altri dati ormai stantii o superati abbondantemente dal tempo.
Il foglio catastale numero 35, contiene le due scuole in questione assieme a tante amenità di cui si è persa memoria: viene riportato il vicolo Pipitone com’era nel 1939, all’atto dell’impianto del NCEU, Nuovo Catasto Edilizio Urbano, terreni o fabbricati che siano; si nota ancora il vecchio palazzo di fronte il cimitero inglese, demolito più di 40 anni fa; addirittura è presente la pompa di benzina Shell-BP-IP che c’era all’inizio della via Calcedonio Giordano; si rileva pure l’esistenza di un pezzettino della via Altavilla vicino le case (non segnate) presso la scuola Abba, che ovviamente non esiste più da almeno 65 anni. Mancano le vie Jung e Cimbali, tracciate, ma ancora identificate con particelle private di terreni. E così via. In compenso, risulta il lunghissimo complesso di case popolari di via Fileti, comunque esistente come struttura dalla fine degli anni ‘70 e completato di recente.
Ciò premesso, passiamo ad esaminare le due scuole in oggetto.
La scuola elementare “G.C. Abba”, al foglio 35, particella 2966, in scala originale 1:2000, gode di un’area di base del fabbricato principale, (escluso pertinenze, casa custode, cortile etc) pari a circa 1210 metri quadrati. Con il prospetto di 62 metri di lunghezza su via Ammiraglio Rizzo, e di 52 metri su via C. Giordano.
La scuola elementare “ Ignazio Marabitti”, al foglio 35, particella 1468, ha un’area di base del fabbricato principale, di circa 840 metri quadrati. Il prospetto su via G. Cimbali è di 58 metri di lunghezza, mentre il prospetto su via N. Spedalieri è di 38 metri. L’ingresso originario della scuola era solo da via Spedalieri 50; solo successivamente fu aperto un altro ingresso sulla via G. Cimbali, una volta campagna.
In conclusione, l’Abba batte il Marabitti per circa 368 metri quadrati in più (+40%).
Immagini:
Estratto di mappa, foglio 35. La scuola Abba è in alto a destra a forma di “L”, elle.
Mia nonna materna Domenica Santamarina col figlio Pino. In fondo si scorge la nuova scuola "Marabitti", agosto 1953.
Scuola Rizzo
Le case Scinia, in via (ai) Fossi, sono le case più antiche della zona, forse metà XIX secolo, quando tutto intorno era campagna.
Anni fa, una parte del complesso è stato convertito in un B&B. Fortunatamente, la parte originaria è intatta.
Sembra di capire che fosse una piccola masseria. Quei due portoni preludono a dei locali tipo stalle o ricovero per carrozze. Sopra, il piano "nobile", alloggio per i padroni. Per la prima volta, ho fatto caso che le abitazioni basse, a sinistra, erano parte integrante della masseria, infatti quella fascia sopra il balcone del primo piano, è dello stesso stile della fascia sopra il basso corpo abitativo. Probabilmente le case aggregate erano alloggi per contadini e magazzini. I più 'giovani' ricorderanno che negli anni '50 e parte anni '60, quel primo piano, molto esteso, ospitò una scuola elementare privata, gestita dalla signorina Lina (Adelaide) Scinia, coadiuvata dalla sorella Olga (una sorte di kapo) e dal "professore" Marco Munna, che abitava poco più avanti. Lina e Olga erano figlie di un'altra vecchia maestra con una piccola scuola elementare giusto nel cortile Rocchetti di fronte al cimitero inglese, dove Pasqualino ha frequentado qualche giorno prima di entrare alla prima elementare della scuola de'Acquasanta.
Scuole severe, con un consumo e rotture esagerato di bacchette di legno.
La figura della signorina Lina, allora ultraquarantenne, inappuntabile, col grembiule di raso nero e bacchetta ascellare..è indimenticabile. La signorina dava lezioni anche a degli studenti di scuola media. Io, Gaetano, frequentai la prima elementare, 1952-53, come da foto..io sono nella fila di mezzo, il terzo da sinistra. Nell'immagine a destra, stessa scalinata, stesso portone, mancano i passamani di metallo, dopo 66 anni, il 13 febbraio 2019. Da quel portone accedevano gli operai del cantiere navale agli spogliatoi, docce etc..il palazzo, ex casermetta della Real Marina (1939), è in rovina completa, come da foto, via Fossi, con prospetto principale su via Cantieri...
Libro di Letture per la mia classe di 5^ Elementare, alla "G.C. Abba", a.s. 1956-57, dove frequentai fino al marzo 1957.
Poi, per "scecchitudine" certificata, Pasqualino mi consigliò di ritirarmi per completare l'anno alla scuola privata " 'nna Rizzu", via ai Fossi, dove tutto veniva insegnato "a pappagallo". L'analisi logica era terribile: veniva recitata e cantata in coro del tipo: "Io-soggetto, mangio-predicato verbale, la carne-complemento oggetto" con un incredibile tono conclusivo. Idem per la storia, alcune schede tipo Mazzini, Garibaldi, Torquato Tasso ecc. tutto a memoria. Aritmetica, micidiali problemi del tipo: "Un negoziante compra una pezza di formaggio di Crotone (?!) a lire 1000, la rivende per 1500 lire, ha sostenuto altre spese per 100 lire. Quanto ha ricavato? Quanto ha guadagnato? Mbho?? Stramicidiale il problema della vasca da bagno...un rubinetto versa tot acqua al minuto, contemporaneamente dallo scarico se ne va tot acqua al minuto. In quanto tempo si riempie la vasca?? Bho! Agli esami di ammissione alla Scuola Media, sostenuti presso la scuola media "Pirandello", palazzo Natoli con quel mascherone impressionante, salita SS. Salvatore. Nella via Vittorio Emanuele, che allora pullulava di studenti e di copisterie, si sentivano da qualche radio, le note della canzone "Lazzarella" di Modugno...."Lazzarella, ventata 'e primmavera".....Mi rimandarono in Italiano e Aritmetica, poi promosso a settembre. Fu l'unica volta che subii l'onta della 'rimandatura'.
Solo un anno dalla Rizzo...la primina a 5 anni e ancora ricordo la cantilena: uno per uno uno due, per due quattro ....: e il suono delle bacchette sulle mani degli svogliati, e il terrore di tutti anche dei piu' bravi. Anna Vettucia
Scuola Media Statale "Luigi Pirandello"
Di queta scuola oggi, si è persa ogni tarccia. Passa da un palazzo di un nobile a un rinnovvato edificio di residenze.
Il palazzo di nome Natoli, di un barocco settecentesco, sito nel centro storico di Palermo, salita San Salvatore,
L'entrata a questa viuzza aveva un piccola edicola a sinistra e una grande chiesa a destra, con una grande parete incatenata con dei grossi ferri. Sotto, per una oretta sostava Ciccio il caramellaio, faceva caramelle di zucchero dentro delle formette di latta che si potevano aprire. Davanti la scuola, sul muro della casa di destra, un improvvisato tiro al bersaglio e un locale con un calzolaio aperto di buon mattino.
La stretta via seguiva a destra dove céra un istituto magistrale con tantissimi studenti.
Cominciai la prima media nel 1950.
Si vedeva che il palazzo aveva avuto il suo splendore, ma io vedevo solamente un atrio buio, una lunga scala di marmo che che alla fine sostava il preside, erto come un generale che rivista la truppa.
Poi si svoltava a sinistra, per andare alle aule, qualcuna in un piano superiore, Aule buie e tenebrose, con una lampadina da 25 W a volta accesa, banchi grigi con tanti rotti. Alla ora di andare al cesso, si poteva fare pipí e comprare un pane e panelle dalllo stesso bidello...
Una strettissiva viuzza separava il palzzzo da un altro, lí fumavano una sigaretta prima di avviarci alle aule. Cosí comició il vizio..., fino la mezzanotte del 31 luglio del 1979.
Oggi il palazzo si descrive cosí: fu edificato nel 1765. Sulla facciata del palazzo si trova lo stemma dei Natoli: una torre merlata, da cui fuoriesce un vessillo e alla quale si appoggia un leone rampante. A ridosso del mascherone con la fronte bendata si trova la data e la seguente scritta:
«Marchio Vincentius Natoli, regens, consultor, praeses, perfecit anno Domini MDCCLXV»
Gli interni vedono un elegante scalone a due rampe, caratterizzato da un atrio di ingresso molto grande e scenografico e da diversi ambienti interni riccamente affrescati e decorati con stucchi.
Nei saloni interni sono di grande valore artistico il ciclo di affreschi di Gioacchino Martorana e della sua scuola con varie scene allegoriche: in una pittura ovale viene raffigurata una "Madonna con Bambino che prega San Vincenzo Ferreri" tra un gruppo di angeli che compaiono in mezzo a nuvole, del Martorana è “l'Assunta tra angeli e arcangeli" che ricopre il soffitto di un ampio salone, realizzata su commissione del marchese Vincenzo Natoli, secondo il De Spuches, in ricordo della moglie Maria Sieripepoli, spirata durante la costruzione del Palazzo stesso.
Restaurato, e catalogato dagli esperti della Soprintendenza delle belle arti nell'ambito del progetto "Carta del rischio", il palazzo è, a partire dalla fine del XX secolo, frazionato in appartamenti privati.
Il palazzo si presenta con un grande portone adornato ai lati da colonne in marmo Billiemi e paraste tufacee.
Stemma di Palazzo Natoli: il volto bendato, simbolo della Giustizia che non deve guardare in faccia nessuno.
Al ridosso del mascherone si legge:
VINC.NATOLI R.C.P. PERFECIT e sotto MDCCLXV, cioè:
Vincentius Natoli, Regens, Consultor, Praeses, Perfecit
Natoli nacque nel 1690 a Sant'Angelo di Brolo. Dal 1730 al 1734, e ancora nel 1740, fu giudice della Gran Corte Criminale ("grande tribunale penale") di Palermo. Dal 10 aprile 1748 fu ministro a Messina. Il 10 luglio 1751 divenne Regio Consultore, consigliere del re di Napoli. Dal 1758 fu presidente del tribunale del Real Patrimonio, o "patrimonio reale", a Palermo. Divenne presidente dell'Alta Corte Civile e Penale nell'aprile 1761. Natoli sposò Angela Piola e poi, nel 1748, sposò la figlia vedova del barone Mangiadaini, Maria Sieripopoli. Suo figlio Artale Natoli lo precedette, morendo l'11 dicembre 1768. Natoli morì a Palermo il 21 ottobre 1770 e fu sepolto nel Catacombe dei Cappuccini.
La Scuola Media 'Luigi Pirandello' era ben lontana dall'Acquasanta! Ci si arrivava prendendo in Piazza Acquasanta il filobus della linea 21/31, Torrelunga-Acquasanta, sempre affollato. Si arrivava alle otto e cinque, si entrava alle otto e mezzo, nell'intervallo come dicevo, il tempo per un tiro al bersaglio, una caramella, una sigaretta...
Nell'anno scolastico 1957-'58 ci fu il salto di qualità, passando dalla scuola elementare alla scuola media. Nell'autunno del 1957 infieriva l'epidemia detta di febbre "Asiatica", che colpì quasi tutti noi ragazzini, ragion per cui, eccezionalmente, quell'anno la scuola media iniziò il 21 ottobre, tutti malati!
La mia scuola media era la succursale del "Pirandello" di Salita S. Salvatore, e si trovava in via S. Biagio, intesa oggi Piazzetta della Canna, pochi metri dopo l'istituto "Filippo Parlatore". Ogni giorno (non c'erano ponti, le sole feste, quelle in rosso sul calendario), ci andavo prendendo il filobus 21/31 con l'abbonamento. Scendendo in via V. Emanuele, poi via Montevergini (la chiesa altissima era ancora sede di Corte d'Appello), si arrivava nella piazzetta affollata di studenti. Libri e carpette si ammonticchiavano presso il muro del basso edificio a sinistra, per andare scorrazzando per strade e vicoli suggestivi della zona, anche vicolo Gran Cancelliere, Marotta, Giusino etc. con le immancabili 'signore' che vivevano in tuguri costruiti sulle rovine belliche. Per due anni sempre turno pomeridiano, tanti studenti e poche aule.
L'edificio che ospitava la scuola era un ex convento e nella ex chiesetta annessa c'erano Le Arti Grafiche Pezzino, tipografia. All'inizio del terzo anno, l'edificio fu dichiarato pericolante e ci trasferirono nella stessa via Montevergini in quello che era stato il primo Liceo Scientifico della città "Stanislao Cannizzaro". Tutto vecchio e cadente ma si andava avanti. Ho un ricordo fantastico di quei picciotti, compagni di classe, si direbbe, uno meglio dell'altro, in buona parte abitavano nel centro storico.
Il 31 marzo 1958 foto ricordo della Prima Media, ora diventata preziosa, ogni tanto la pubblico, sperando che qualcuno si faccia vivo!
Istituto Tecnico Nautico "Gioeni-Trabia"
di Via Quinta Casa
L'Istituto Nautico di Palermo ha una lunga tradizione storica che risale alla fine del XVIII secolo con una stima e una identitá distintiva educativa e professionale. Intere generazioni di giovani orgogliosamente hanno ricevuto il loro dilpoma per intraprendere una vita nel mare come ufficiali e finalmente comandanti.
Nel 1789, sulla spiaggetta della borgata dell'Acquasanta, venne costruito un edificio con forma di vascello, poi detto 'Nave di Pietra', dal benemérito Monignor Giuseppe Gioeni dei duchi di Angió, profondo conoscitore dei problema della Sicilia e della navigazione di allora.
Venne inaugurato l'11 di Maggio, e accolse i primi 24 alunni, 12 che pagavano e altri 12 "giovani nati nella Sicilia, colla condizione di sapere nell'entrarvi leggere e scrivere ed aritmetica e di tenere l'età di anni fra i 12 e 18 anni", con condizioni fisiche e morali e con un’esperienza di navigazione non inferiore ai due anni su navi a vela quadra e non feluche. Il ragazzo doveva, dunque, non solo conoscere gli attrezzi della nave ma mostrare una certa perizia nella navigazione, applicando il principio inglese secondo il quale la pratica di mare dovesse precedere la teoria della navigazione.
Nella scelta degli allievi veniva adottato un criterio che privilegiava i siciliani ma, soprattutto, i figli dei padroni di bastimento e di piloti rispetto ai ragazzi poveri dell’isola. Oltre a questi il seminario poteva ospitare degli “esterni” disposti a pagare una retta per vitto e alloggio.
Monsignor Gioeni affidò la direzione dell’Istituto all’ufficiale della Real Marina Giovanni Fileti e la tutela amministrativa a Don Pietro Lanza di Trabia. La scarsa disponibilità finanziaria indusse il direttore Fileti a scegliere solo 12 allievi: Antonino Previte, Giovanni Previte e Francesco Buono di Trapani, Giuseppe Tedesco e Mario Salemi di Temini Imerese, Francesco Aronne e Filippo Cotroneo da Messina, Giovanni Cassano da Pantelleria, Francesco Maria da Lipari, Luciano Castellucci da Siracusa, Gioacchino Filiberto e Giovanni Riso da Palermo
Finanziato dal Re Ferdinando divenne súbito "Real Seminario Nautico" sotto la amministrazione di don Pietro Lanza, príncipe di Trabia.
Dirigeva il 'Seminario' un ufficiale di marina, la parte religiosa era impatita dai preti, la insegnanza da laici: si studiava algebra, trigonometria piana e sferica, geometria, sfera armillare, e quella parte dell'astronomia che apparteva alla navigazione.
Nel 1792, con il notevole aumento del numero di alunni, il 'Coleggio Nautico' si trasferí nella casa del Convento dei Padri Mercedari al Molo, in pieno porto dove si potevano osservare le manovre dei bastimenti di guerra e mercantili, all'entrare e uscire dal porto ed i lavori di carenaggio.
Ultimati gli studi, i giovano dovevano fare un lungo perido di apprendimento pratico 'sopra legni reali o mercantili´, ed infine come piloti e capitani. Il Seminario aveva pure attivitá scientifiche considerabili.
Nel 1806, il Seminario Nautico realizzó, dopo ben quattro anni di ricerche e lavoro, la Carta Piana del Mediterraneo, corretta e rettificata, sotto gli auspici di Ferdinando IV della Due Sicilie, e da Giovanni Fileti, pilota maggiore della Reale Marina di Napoli.
Nel 1864, sotto il Regno d'Italia tutte le scuole, anche il Nautico, passó alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione. Si avvicinava la epopea dei Florio..
Nel 1943, i bombardamenti durante la II guerra mondiale danneggiarono gravemente la sede dell'Istituto che venne trasferito in un villino di abitazione villino "Inglese" in via Villafranca. Sede impropria per un Istituto Nautico.
Nel 1952, ebbe sede ìn via Quinta Casa, dei Gesuiti al Molo, un ex Convento dei Gesuiti adattato a Befotrofio.
Nel 1964 l'Istituto Tecnico Nautico occupa la sede di Piazza Santo Spirito che a tal uso é stato progettato dagli architetti A. Bonafede, P Gagliardo, G. Spatrisano e V. Ziino, nell’area dell’ex ospedale di San Bartolomeo.
L'Ospedale S. Bartolomeo fu danneggiata dai bombardamenti del 1943, forse si poteva recuperare come il vecchio Nautico al Molo. Si preferì demolire tutto, lasciando il loggiato enorme. Il nuovo Nautico, come progetto risale al 1949, ma solo nel 1955 cominciarono i lavori di costruzione, per entrare in funzione nel 1964-65, appunto.
Nel 2010-2011, Con la Riforma dei cicli d’istruzione, in vigore dall’anno scolastico 2010-2011, l’Istituto Nautico si inserisce nel Settore Tecnologico indirizzo: “Trasporti e Logistica”, registrando già, anche in anni precedenti, un aumento progressivo del numero di iscritti, che ha condotto all’apertura di due succursali, in Via C. Onorato e in Via G. Carta (2014).
Commenti:
Anna Vettuccia: Le stanze assomigliavano a confortevoli cabine con cuccette ed oblò. Anche l’attrezzatura tecnica fu di prim’ordine. Nella parte superiore dell’immobile (astraco), furono poste bellissime piastrelle sopra le quali, il Monsignore fece impianta pennoni, alberi maestri, vele, sartie e tutto quello che serviva per le esercitazioni sul ponte di un nave...racconta lo storico Villabianca..oggi al posto degli oblo' ci sono finestre e persiane scolorite e sul terrazzo sventolano bandiere di pirati :-( non gode di ottima salute la nave ma con orgoglio antico sfida ancora il vento.