Quinta
Tombe e personaggi Seconda pagina
John(?) Howell M.D.
L’Ospite.., ignorato e recuperato
Anni fa, furono individuate una settantina di tombe nel cimitero inglese, di cui poco più di una trentina identificate, il resto ignote per via di lapidi con epigrafi incomplete, illeggibili o perché ridotte a semplici cumuli di pietre.
Per quel che ricordo io , nel 1959, il cimitero era sostanzialmente intatto, anche se il cancello era sempre aperto, tanto che talvolta ci andavamo a giocare dentro a nascondino, oltreché usarlo come scorciatoia per andare alla spiaggia libera dell’Acquasanta: un monnezzaro . Le tombe erano fitte, fitte, ora sono rade e danneggiate, come se ci fosse passata sopra un’inondazione. A conti fatti, mancano all’appello forse una cinquantina di tombe, finite in qualche discarica, dopo che qualcuno decise di “ripulire” il cimitero con le ruspe intorno l’anno 2005, dato che in precedenza, per incuria amministrativa, i privati se ne erano impossessati per farne una comoda discarica di “materiale” alias sfabbricidi.
La tomba del personaggio di cui sopra, sfuggì alla catalogazione, forse per ‘lagnusia’, perché per leggere la grande e pesante lapide, inclinata rispetto al terreno, bisogna abbassarsi e adoprarsi col cellulare per fotografare alla meglio.
SACRED
TO THE MEMORY
OF
(JOHN?) HOWELL M. D.
INSPECTOR GENERAL OF MILITARY HOSPITALS
BORN 2nd OCTOBER 1777
DIED 28th MAY 1857
IT IS SOWN IN DISHONOUR
IT IS RAISED IN GLORY
IT IS SOWN IN WEAKINESS
IT IS RAISED IN POWER
1 Cor. XV 43
Consacrata
Alla Memoria
di
(John?) HOWELL M.D. (Medicinae Doctor, Medico)
Ispettore Generale degli Ospedali Militari
Nato il 2 Ottobre 1777
Morì il 28 Maggio 1857
E’ seminato nella miseria,
Risorge nella gloria
E’ seminato nella debolezza
Risorge nella Potenza
1 Cor. XV 43
Il nome del personaggio è coperto da una pietra. Inutile cercare di spostare la lapide, troppo pesante.
Potrebbe benissimo essere “John”, nientemeno che Ispettore Generale degli Ospedali Militari inglesi.
In Internet ho riscontrato due medici scozzesi “John Howell”. Di uno si dice chiaramente nato nel 1777, morto nel 1857, medico anche del Reggimento Siciliano, che fu una splendida unità dell’esercito inglese durante il decennio 1806-15, costituito da volontari siciliani che combatterono egregiamente sotto quella bandiera . Di un altro, con analogo curriculum, si dice morto a Palermo nel 1856. Comunque, il presunto John Howell, morì ottantenne forse in terra di Sicilia, anche se non trovato presso lo Stato Civile-Morti del Comune di Palermo, né nei vari siti genealogici americani. Bisognerebbe scrivere all’Università di Edinburgo, Scozia, dove si era laureato John Howell, per avere maggiori dettagli. Se la data di nascita coincidesse, allora….; Solenne il versetto 43 del Capitolo XV della Prima Lettera ai Corinzi, attribuita a Paolo di Tarso (o San Paolo) nel Nuovo Testamento; In conclusione, abbiamo abbiamo dato il giusto lustro ad un ospite del cimitero inglese, ignorato per pura ‘lagnusia’.
Peter Osborne
SACRED
TO MEMORY OF
PETER OSBORNE
LATE MASTER OF THE BRITISH SCHOONER
LAPWING OF LIVERPOOL
WHO WAS UNFORTUNATELY DROWNED BY THE UPSETTING
OF HIS BOAT ON THE 26 JANUARY 1836
AGED 27 YEARS AND TWO MONTHS
CONSACRATO
ALLA MEMORIA DI
PETER OSBORNE
ULTIMO CAPITANO DELLA GOLETTA INGLESE
LAPWING OF LIVERPOOL
che sfotunatamente si annegó per il rovesciamento della sua barca il 26 gennaio 1836
all'età di 27 anni e 2 mesi
Il monumento funerario, poggiato sul terreno privo di basamento, fu probabilmente spostato quando venne arretrato il muro di cinta del cimitero. La lapide, a forma di arco ribassato, contenente l'epigrafe, è staccata dalla tomba e appoggiata ad essa
La grande lapide del cap. Peter Osborne, qui si vede intatta. Dopo l"evento" del 28 settembre 2019 scorso, l'hanno spaccata in tre pezzi!
Durante le visite guidate, nelle nefaste riaperture del cimitero, oltre a James Williams, anche Peter Osborne te lo rifilano come “Ammiraglio”, tanto, la gente che ne sa.
Era invece un giovanissimo comandante di una nave mercantile inglese . La sua tomba, di semplice fattura con conci di tufo intonacati alla bell’e meglio.
Lapide centinata vagamente trapezoidale, di notevoli dimensioni. Durante le ultime devastanti “pulizie” del cimitero, fatte con personale non specializzato per tale sito, con micidiali decespugliatori che sferzano lapidi e tutto il resto, qualche mezzo meccanico ha urtato la grande lapide, spaccandola in più pezzi che, per ora, non sono crollati. Le spaccature hanno messo a nudo un marmo bianchissimo e puro che contrasta fortemente con la scura patina temporale che ricopre la lapide.
Il Capitano Osborne era al comando dello Schooner “Lapwing” (“pavoncella”, volatile) da almeno due anni, come risulta dai Lloyd’s Registers, 1834-36, in cui, accanto al nome del veliero, compare quello del comandante.
Nessun riscontro allo Stato Civile di Palermo né nei vari siti americani. Oltretutto non è detto che sia morto a Palermo.
Anche in questo caso, solo il console inglese del tempo, John Goodwin (a Palermo dal 1834 al 1869), potrebbe dirci qualcosa, ma le sue carte sono negli Archivi Nazionali Inglesi. Il mistero rimane.
Jeanne Aloyse Reymond Blanc
Sulla colonna:
ICI REPOSE
JEANNE ALOYSE REYMOND BLANC
NEE A LAUSANNE
16 MARZO 1823
DECEDEE A PALERMO
9 FEVRIER 1845
Qui riposa
Jeanne Aloyse Reymond Blanc
nata a Losanna
il 16 Marzo 1823
morta a Palermo il 9 Febbraio 1845
sulla tomba:
EPOUSSE MERE CHERIE e REGRETTÉE
SPOSA MADRE CARA E COMPIANTA
La tomba consiste in un compatto sarcofago di marmo grigio e di una colonna di marmo bianco, brutalmente spezzata , scaraventata a terra e scarificata dai decespugliatori. Come si possa divellere una pesante colonna saldamente fissata alla base con un robusto stelo metallico, è cosa difficile da immaginare. Era la giovane moglie del mercante svizzero Francois Reymond.
Losanna è la nota città svizzera , capitale del cantone di Vaud sul lago di Ginevra.
L’atto di morte, registrato allo Stato Civile di Palermo, Sezione S.Oliva (poi Castellammare), Volume 316 N° 68, seppur quasi illeggibile a causa dell’inchiostro svanito, riporta che:
Il giorno 9 Febbraio 1845, Don Salvatore Lo Cascio, studente in Chirurgia, coadiuvato da un becchino, dichiararono davanti il Senatore ed Uffiziale dello Stato Civile, Don Carlo Sarzana M.se di S. Ippolito, che quello stesso giorno era morta nella sua casa Giovanna Aloisa Federica BLANC, sposa dell’..?…..Francesco REYMOND, di anni 21, nata in Ginevra, domiciliata via Toledo (poi via Vittorio Emanuele), figlia di Giovanni, negoziante e di Francesca Marquis.
Giovane e sfortunata sposa; non trovati ulteriori riscontri.
Richard Valentine
Fra i due alberi, a destra
SACRED
TO THE MEMORY OF
RICHARD VALENTINE
WHO WAS BORN IN NAPLES
22 JULY 1806 AND DIED
AT PALERMO 3 SEPTEMBER 1854
Consacrato
alla memoria
di
Richard Valentine
che nacque a Napoli
il 22 luglio 1806 e morì
a PALERMO il 3 settembre 1854
Il monumento funerario dedicato a Richard Valentine è un cippo rettangolare con l'epigrafe miracolosamente intatta circondata da una cornice decorata di foglie
Il mercante inglese Richard VALENTINE (Napoli 1806 – Palermo 1854)
Figlio di Edward VALENTINE, mercante inglese operante a Napoli, Messina e Palermo.
Una società Routh, Valentine, Morrison & Co., che commerciava in import di tessuti e stracci da spedire in Inghilterra, compare già nel 1824 nel Giornale del Regno delle Due Sicilie, a proposito della concessione da parte di Re Ferdinando di alcuni vapori da impiegare per collegare i porti del Regno.
Richard VALENTINE, assieme a Mark Seager (Poole 1807-Palermo 1867) e William Dickinson (Belfast 1803-Palermo 1851), rappresentava la nutrita schiera di commercianti inglesi a Palermo presso il famigerato console John Goodwin.
La Ditta Valentine & Co. è spesso citata nei messaggi del suddetto console, diretti ai suoi superiori, sempre a proposito degli interessi della colonia britannica di Palermo, che negli anni 1830-40, contava almeno 150 individui, famiglie incluse.
I mercanti inglesi non sentivano ragioni, tanto da costringere il loro console ad una tumultuosa riunione il giorno di Natale 1836 a proposito di merci bloccate a Malta da una ingiustificata (a loro dire) quarantena, causa cholera.
Richard VALENTINE fu una delle innumerevoli vittime del colera del 1854 a Palermo. La data del 3 Settembre 1854, ancora estate, era perfetta per crepare di “morbo asiatico”.
La tomba è davvero massiva e forse per questo si è salvata dalla criminale distruzione del sito, anche se qualche imbecille l’ha imbrattata con della pittura.
Drummond Smith Esq
SACRED
TO THE MEMORY OF
DRUMMOND SMITH ES
OF TRING PARK HERTS
HE WAS BORN
APRIL XII MDCCCXII
AND DIED AT PALERMO
NOVEMBER V MDCCCXXXII
Consacrato
alla memoria di
Drumond Smith Esq
di Tring Park Herts
nacque
il XIII aprile MDCCCXII
e morì a Palermo
il V Novembre MDCCCXXXII
La lapide è di forma rettangolare, posta verticalmente sul terreno priva di basamento.
St Mary's Church, Stapleford Tawney, Essex, England ~ Drummond Smith (1812-1832) wall memorial
“Yea, speedily was he taken away, lest that wickedness should alter his understanding, or deceit beguile his soul.”
"Sì, rapidamente fu portato via, per timore che la malvagità potesse alterare la sua comprensione, o l'inganno ingannare la sua anima."
Quando il giovane inglese Drummond SMITH ci rimise le penne e rimase... ospite del nostro camposanto
Premesso che tra la fine del ‘700 e per tutta la prima metà dell’ ‘800 fu quasi d’obbligo per tutta una classe di intellettuali inglesi e non, intraprendere quello che poi fu definito il Grand Tour, il Viaggio per eccellenza, verso gli altri paesi europei e specialmente verso l’Italia, viaggio che quasi sempre veniva completato con una inevitabile e imprescindibile visita della Sicilia.
I viaggiatori (“travellers”), soprattutto francesi, inglesi e tedeschi furono centinaia. Il caso della viaggiatrice inglese Mariana Starke (1762-1838) è impressionante. Già ultrasessantenne, viaggiò in lungo e in largo per l’Italia e Sicilia, lasciando una descrizione minuziosa di città, palazzi, monumenti etc con relativa indicazione di alberghi e locande (..buono, accettabile, topaia etc).
Tra questi intraprendenti, vi furono tre svitati e male assortiti: Drummond SMITH, Lord OSSORY e Mr. Edward ODELL, che si spinsero fino in Sicilia, dove Selinunte costituiva una ghiotta attrazione. Il ventenne Drummond SMITH, di famiglia benestante dell’Essex
(Inghilterra), dopo le scorribande selinuntine, dove il saccheggio era una deprecabile abitudine, lasciò Trapani e raggiunse Palermo il 26 ottobre 1832, dopo due giorni di viaggio in lettiga, già gravemente ammalato di febbre malarica o simile.
Lo sbrindellato trio si era prefisso di raggiungere l’Etna, allora in eruzione, e “l’incoveniente” Drummond fu per gli altri due un ostacolo imprevisto. Ma, questi bararono scrivendo alla famiglia del giovane dicendo che, grazie a Dio e ai medici, il congiunto era quasi fuori pericolo, per poi ricredersi pochi giorni dopo quando ne fecero invece un quadro disperato, tanto che il picciotto tirò le cuoia, il 5 Novembre 1832 a Palermo e fu sepolto nel nostro camposanto.
Dopo il deprecabile incidente, i due malmostosi compagni proseguirono per l’Etna.
Nelle loro memorie evitarono accuratamente di parlare della morte di Drummond, se non fugacemente.
La lapide della sua tomba, all'Acquasanta, recita:
Consacrato / alla memoria di / Drummond Smith Esq / di Tring Park Herts / nacque / il XIII aprile MDCCCXII / e morì a Palermo / il V Novembre MDCCCXXXII.
Ben più solenne la “wall memorial”, la lapide commemorativa tuttora esistente nella chiesa della parrocchia del giovane, la St. Mary’s Church a Stapleford Tawney, Essex, England.
E’ interessante perché riporta forse il più antico riferimento al Cimitero Protestante dell’Acquasanta (1832). Inoltre, l’epigrafe è ricca di..punteggiatura, ben raro riscontro linguistico.
.
Traduzione della “Wall Memorial”:
Nota: L’epigrafe nel cimitero inglese lo indica originario di Tring Park, Hertfordshire, non lontano da Londra, mentre la “wall memorial” nella St. Mary’s Church di Stapleford Tawney, Essex, lo cita come originario di Suttons (Essex) . Comunque, le tre località non distano poi tanto tra di loro. Anche di Drummond, come per Gwynn, non c’è traccia negli indici decennali di morte del Comune di Palermo, né sotto il nome Smith, né sotto il nome Drummond...etc.
Gilbert H. J. Eliott
SACRED
TO THE MEMORY OF
GILBERT H. J. ELIOTT MIDSHIPMAN
(SON OF REAR ADMIRAL ELIOTT)
WHO DIED ON BOARD H.M. SHIP CRESSY
AT PALERMO ON THE 8 OCTOBER 1860 AGED 18 YEARS
THE DAYS OF MAN ARE BUT AS GRASS FOR
THE FLOURISHED AS THE FLOWER OF THE FIELD
CIII. PSALM
INTO THY HANDS I COMMEND MY SPIRIT
FOR THOU HAST REDEEMED ME
XXXI. PSALM
THIS MONUMENT HAS BEEN ERECTED
BY THE CAPTAIN AND OFFICERS
AS A MARK OF THEIR ESTEEM
Consacrata
alla memoria di
Gilbert H. J. Eliott Guardiamarina
(figlio del Contrammiraglio Eliott)
che morí a bordo della H. P. nave Cressy
a Palermo l’8 Ottobre 1860 all’età di 18 anni
I giorni dell’uomo sono come erba per
Il fiorito come un fiore di campo
Salmo CIII
Nelle tue mani affido il mio spirito
perchè mi hai redento
Salmo XXXI
Questo monumento è stato eretto
dal capitano e dagli ufficiali come segno della loro stima
...scrissi al Lichfield Mercury, il giornale di Lichfield, Staffordshire, mi risposero che non sapevano che nella loro cittadina c'era nato il console John Goodwin, per 35 anni a Palermo, dove è morto nel 1869. Quel giornale pubblicò pure il mio appello, ma non rispose nessuno.
Devo ancora vedere bene la lapide di Gilbert Elliott, figlio del Rear Admiral Elliott..difficile capire quale ammiraglio, perchè erano tutti "Gilbert Elliott", forse quello 1818-95 che fu promosso Rear nel 1861.
...l'atto di morte del giovane, denunciato come "Gilbert Elleott" dai soliti becchini....."..è morto a bordo il Vascello Inglese Cexssy (Cressy) ancorato al Molo il Sig.r Gilbert Elleott " di anni 19, nato in Inghilterra di professione uffiziale...
Alla fine firma solo il Senatore Don Gaspare Lo Jacono, perchè i due "facchini" Cannarozzo e Basile non sanno scrivere.
Il Cressy era un brigantino a palo: veliero di medie dimensioni che trovò larga diffusione tra il XVI e il XVIII secolo, ed era leggermente più grande e maneggevole del brigantino, grazie alla presenza di un altro albero e un altro sistema di vele.
Presenta infatti tre alberi: quelli di trinchetto e maestra montati con vele quadre, quello di mezzana a vele auriche; presenta inoltre il bompresso con fiocchi
Veniva largamente utilizzato per scopi commerciali ma, grazie alla sua manovrabilità ed alle sue potenzialità, poteva facilmente essere equipaggiato in modo tale da poter scortare convogli commerciali difendendoli dai frequenti attacchi pirati.
Nel romanzo di Joseph Conrad intitolato La linea d'ombra (1917), il veliero comandato dal protagonista è l'Otago, un brigantino a palo.
Il marchio storico della pasta Agnesi, disegnato dall'esperto di marineria Francesco Ramelli, è un brigantino a palo, veliero utilizzato frequentemente in Liguria per i viaggi verso il Mar d'Azov.
Wikipedia
Il brigantino a palo aveva generalmente una portata media di 600-2000 tonnellate, anche se i primi modelli, compresi quelli italiani, si limitavano a 200-300 t.
In seguito però, vista l'utilità di questa imbarcazione se ne aumentarono portata e stazza, tanto che intorno al 1870-1880, tutti i brigantini a palo erano dotati di una portata superiore alle 2000 tonnellate con una stazza compresa fra le 1000 e le 1400 t
.
Il brigantino a palo in legno (il cui uso iniziò a decadere verso il 1900) più grande in assoluto fu il Precursore, con una stazza pari a 1458 tonnellate
Il giovane inglese, Gilbert Henry James Eliott, rimase per sempre a Palermo.
La sua tomba, come tante altre, è stata devastata in passato dai privati che si erano appropriati del Cimitero per farne una discarica, anni ‘60-’90. Fortunatamente la stele anche se buttata a terra, è intatta e l’epigrafe leggibile.
Il picciotto era un “midshipman”, termine inglese che ha avuto significati diversi nel tempo, ma che, in quel 1860 soleva indicare un “allievo ufficiale” forse paragonabile solo in parte all’aspirante Guardiamarina della Marina Militare Italiana.
Nel film “Master & Commander” del 2003, con Russel Crowe, si vedono ben quattro Midshipmen, in genere ragazzetti dai 13 ai 18-20 anni, alcuni poco più che mocciosi, figli di nobili o notabili come nel caso di Gilbert, figlio del Contrammiraglio Gilbert Eliott che aveva lasciato proprio quella nave “Cressy”, un paio di mesi prima.
Nel film il capitano Jack Aubrey, bistratta pure i giovinetti, che non sapevano tenere bene in mano il sestante.
Strano che il giovane Gilbert non sia poi stato trasferito in Inghilterra, come nel caso del capitano americano John Gwynn, ospite al camposanto ‘ngrisi, solo per qualche mese e poi portato in America. Gwynn però, era pur sempre il comandante della prestigiosa Fregata “Constitution”, morto “in command”, durante il comando. Non poteva rimanere in un anomino piccolo cimitero.
Emyl Ericsson Brynolf
Un ufficiale svedese forse in servizio nell’esercito del Regno delle Due Sicilie, dove già militavano ben 4 reggimenti mercenari svizzeri. Non credo fosse un “military attaché” presso il consolato svedese a Palermo, troppo giovane, in genere gli addetti militari sono dei vecchi volponi.
La lapide della tomba reca un’epigrafe in lingua svedese e perciò di non facile lettura e comprensione, anche a causa di una patina scura che la ricopre. Grosso modo recita così :
I MINNE AV
AF LOITNANT KONGL SWENSKA ARTILLERI
EMIL BRYNOLF ERICSSON
FODD I GOTHEBORG I SVERRIGE d 19 MAI 1830
DOD I PALERMO d. FEBRUARI .. 1857
AF SORJANDE FOR ARDRAR
BEGARENS OCH STORM UARNAS…
OCH LORDISKA SORCEN OCH
FRID (EN) DE STORA ELSTOFGET
SOM HWIEAL AJ ANDEN SOM DEFVER
I HOIDEN SW Ps:SB
In memoria di / …… /
tenente della reale artiglieria svedese
Emil Brynolf Ericsson
nativo di Goteborg in Svezia d 19 Maggio
morto a Palermo d Febbraio
Compianto da ...
desideri…pianto tempeste.. urna
e sepolto sottoterra…. grande…
non lo spirito che legge nel tempo
L’ultima parte sembra una citazione da qualche Salmo biblico.
Nessun riscontro negli indici decennali del Comune di Palermo, forse perché Ericsson morì all’Ospedale Militare. I decessi all’Ospedale Militare non si trovano facilmente, perché non viene riportata la sezione (S. Agata, S.Oliva etc…) ma solo il Volume e N° Atto di Morte e non sempre.
François Widmaier
A LA MEMOIRE
DE
FRANÇOIS WIDMAYER
NÉ A ROLLE EN SUISSE
ENLEVÉ A SES AMIS
DE XXI JUINE 1831
In memoria
di
François Widmayer
nata a Rolle in Svizzera
sottratto ai suoi amici
il 21 giugno 1831
Il Franco-Svizzero François WIDMAYER (Rolle..? - Palermo 1831),
Questa tomba, situata in un angolo presso le mura della ex Manifattura Tabacchi, la ricordavo bene fin dal 1959, quando, in un pomeriggio autunnale, dopo una breve pioggia, la luce del sole ormai basso, la colpiva esaltandone la grossa lapide allora ben leggibile.
Il 28 Settembre 2019, in occasione del ben noto e nefasto evento musicale all’interno del cimitero, notai che la tomba era stata devastata e la massiccia lapide sradicata e capovolta. Non può mai essere stata opera muscolare di persone, bensì distruzione causata da qualche mezzo meccanico usato per movimentare la vegetazione rimossa dal sito durante le ignobili, periodiche pulizie. Al ritmo di 2-3 tombe devastate per ogni pulizia, tra qualche anno, non rimarrà più nulla.
Francois WIDMAYER nacque a Rolle, stupenda cittadina, Cantone di Vaud, sul lago di Ginevra, nella Svizzera francese, come suggerisce facilmente il nome Francois, a dispetto del comune e tipicamente germanico cognome Widmayer.
La lapide è centinata superiormente e l’epigrafe è molto avara di notizie:
Robert P. Archer
ROBERT P. ARCHER
OF
NEW YORK
DIED NOV. 25th 1845
AGED 27
L’americano Robert P. ARCHER.
Della tomba è rimasta solo la lapide, appoggiata ai resti di un’altra anonima tomba massiccia recante solo dei versi del Vangelo di Giovanni, in tedesco.
La lapide è spezzata nella parte superiore centinata.
Le due torce accese e capovolte, simboleggiano
una giovane vita stroncata.
Non sappiamo chi fosse questo giovane, magari qualche dipendente del Consolato Americano a Palermo o qualche marinaio americano su nave di passaggio o forse ancora, un viaggiatore.
A quel tempo, il Consolato Americano si trovava in via Butera, a poche decine di metri dal Consolato Inglese (nell’attuale Palazzo Lanza Tomasi).
Il consolato americano, a Palermo dal 1805 fino al 1982, è rimasto poi come agenzia consolare.
Occupava un’ala del palazzo del barone BENSO (che aveva ospitato Goethe nel 1787), con ingresso su via Butera e terrazzo su Piazza S. Spirito o Cavallo Marino. Attualmente sede del TAR Sicilia.
Del giovane Robert P. Archer non c’è alcun riscontro nei registri dello Stato Civile di Palermo, probabilmente deceduto altrove e sepolto nel cimitero inglese. Spesso, però, per qualche motivazione, molti stranieri sfuggivano alle registrazioni. L'epigrafe, scarna e micragnosa, non permette di avere utili indicazioni aggiuntive.
Ellen, Wife of M. Samuel Prior
SACRED TO THE MEMORY OF
ELLEN WIFE OF M. SAMUEL PRIOR WHO DEPARTED THIS LIFE
ON THE 21 DAY OF AUGUST 1816 AGED 34 YEARS
Consacrato alla memoria di
Ellen moglie di M. Samuel Prior che lasciò questa vita
il 21 agosto 1816 all’età di 34 anni
ELLEN, wife of M. SAMUEL PRIOR (1782 – PALERMO 1816)
Tomba costituita da un grande sarcofago in marmo grigio con coperchio di forma piramidale abbassata, posto su un basamento fuori terra.
L’epigrafe è incisa direttamente sul lato del sarcofago.
Delle 36 tombe superstiti complete di epigrafe, questa della giovane Ellen, sposata Prior, è la seconda più antica dopo quella di Elisabeth Milbank (1812)
Ellen era la moglie del mercante inglese Samuel Prior, banchiere e importatore di tessili dall’Inghilterra, commerciante ed esportatore di stracci in Inghilterra, come i Valentine, i Morrison e altri.
Ovviamente, nessun riscontro su Ellen, perché morta nel 1816, ben prima dell’impianto dello Stato Civile a Palermo (1820).
Franz Rudolf Walther Von Werdt
HIER RUHT
BETRAUERT VON ALLEN DIE IHN GEKANNT
HERR S.R. WALTHER VON WERDT
OFFIZIER IM 4* SCHW. REG. IN KONIGL SIZIL DIENSTEN
GER. IN ALTORF IN DER SCHWEITZ, DEN 15 JULI 1833
GEST. IN PALERMO AN DER CHOLERA, DEN 30 NOV. 1855
Qui riposa
rimpianto da tutti coloro che l'hanno conosciuto il Sig. S.R Walther Von Werdt
ufficiale nel 4° reg. svizzero e del regno di Sicilia
nato a Altorf in Svizzera, il 15 luglio 1833
morì di colera a Palermo, il 30 nov. 1855
Questo giovane ufficiale di aristocratica famiglia di Artdorf (e non Artorf come riportato sulla lapide), nel Cantone URI, Svizzera, militava nel 4* Reggimento Svizzero “De Wyttenbach”, inquadrato nell’Esercito
del Regno delle Due Sicilie, in base ad accordi presi con quelgoverno federale.
Morì a causa del colera, nelle sue ultime fasi, essendo questo
iniziato nell’estate del 1854. A Palermo, le vittime scagazzanti furono
circa 6000, meno di un quarto di quelle del colera del 1837, ben 27600!
Del giovane Ufficiale, si occupa il sito americano “Geneanet”, che ne
pubblica l’albero genealogico fino al secolo XVI. Nessun riscontro negli
indici decennali dello Stato Civile di Palermo, forse a causa del solito
caos dei registri dei coleros
La pietra tombale del giovane ufficiale è un massiccio blocco di marmo, barbaramente abbattuto, nonostante il suo notevole peso.
Frederick August Braëm
SACRED/ TO THE MEMORY
OF
FREDERICK AUGUSTUS BRAEM
WHO DEPARTED THIS LIFE
ON THE 22nd DAY OF FEBRUARY 1867
IN THE 20th YEAR OF HIS AGE
Alla memoria
di
Federico Augusto Braem
che lasciò questa vita
il 22 febbraio 1867
all'età di 20 anni
Il monumento marmoreo si sviluppa in senso verticale: la base è costituita da un alto plinto su cui si innesta una colonna spezzata e avvolta a spirale da un rampicante.
La colonna spezzata indica la morte dell'ultimo membro di una famiglia importante (se drappeggiata un saggio), o l'interruzione prematura di una giovane vita (un maschio).
Un ospite americano...
FREDERICK AUGUSTUS BRAËM (New York 1838 – Palermo 1857).
Gli ospiti americani sono due o tre. Di Robert P. Archer di New York, morto (dove?) all’età di 27 anni nel 1845, sarà difficile trovare qualche riscontro.
Invece, di F.A. Braem è stato possibile trovare qualcosa, soprattutto per merito del sito americano di storia familiare “GENI” che ne ricostruisce l’albero genealogico
fino al ‘500 !
Frederick Augustus BRAEM, nacque a New York il 26 Novembre 1838 da Rudolph Gothard Braem e da Charlotte Elisabeth McCarthy Hossack. Il padre era di ascendenze danesi e pertanto il cognome Braem (“e” con la dieresi, due puntini), si pronuncia “Bram”, invece in inglese “Breim”. Il sito dice che morì a Palermo il 10 Gennaio 1857 e ci sono andati vicino.
L’epigrafe non dice che morì a Palermo, ma così è stato. Che ci faceva un americano di appena 19 anni a Palermo? Avevo ipotizzato che si trattasse di un figlio di qualcuno del personale del consolato americano (a Palermo dal 1805..), ma l’atto di morte del giovane, anche se scritto “con i piedi”, chiarisce qualcosa.
L’atto di morte trovato nello Stato Civile di Palermo, Sezione S. Agata, Volume 430, N° 41 riporta che “….il 23 Gennaro 1857, davanti il Cav. Don Antonino Benso, Senatore, (Assessore) ed Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Palermo, sono comparsi Michele Mattaliano, facchino (becchino) domiciliato via Butera, e Giuseppe La mattina, facchino, domiciliato via S. Ufizio, i quali han dichiarato che nel giorno di ieri (22 Gennaio 1857), del mese di sopra, anno corrente alle ore tre è morto nella sua casa il Sig. Federico A. Braim, celibe di anni diciannove, nato in Novajorco (New York), di professione marinaro, domiciliato via Butera, figlio del fu Rodolfo e di Elisabetta….”
L’atto viene firmato solo dall’Ufficiale di Stato Civile “per dichiaranti aver detto non sapere scrivere”.
Stupefacente quel “Novajorco” per New York ! Almeno si stabilisce che era un marinaio forse di qualche nave americana in porto, anche se per “comodità” si scrisse domiciliato in via Butera (magari morto anche lui all’Hotel della Trinacria, in via Butera). Si nota una cosa eclatante: l’epigrafe riporta una data di morte errata, perché il giovane non morì il 22 Febbraio, ma il 22 Gennaio 1857, come correttamente riportato sull’atto di morte.
Altro non è dato sapere. La tomba è di squisita fattura, con una colonna spezzata (simbolo di giovane vita stroncata) finemente decorata. I marmorari dell’epoca ci sapevano fare con scalpello e martello, altro che laser e computer come oggi. Per un povero marinaio americano, sicuramente si mobilitò principalmente tutta la comunità franco-anglo-americana a Palermo, come nel caso di F.G. Hare nel 1842
Julia Seager
SACRED
TO THE MEMORY OF
JULIA
DAUGHTER OF MARK
AND SOFIA SEAGER
WHO DEPARTED THIS
LIFE THE 4 DAY OF
MAY 1839 AGED 17
MONTHS AND 13 DAYS
Consacrato
in memoria di
Julia
figlia di Mark
e Sofia Seager
che ha lasciato questa
vita il 4
maggio del 1839 etá 17
mesi e 13 giorni.
La lapide è in marmo bianco e l’iscrizione che occupa l’intera superficie contornata da un profilo di elemento inciso è stata traslata e poggiata su altra sepoltura.
Sul retro è presente altro riferimento e decoro, è possibile sia stato riutilizzato il marmo.
Altre immagini:
La lapide di Julia giace attualmente in posizione verticale appoggiata ad un grosso basamento di marmo, forse appartenente alla sua tomba. La lapide è molto spessa e sul retro reca un gradevole elemento decorativo con resti di epigrafe a grandi lettere, sicuro indizio di riutilizzazione di qualche pezzo di lapide di notevoli dimensioni.
Di Julia Seager conosciamo solo data di nascita e morte, davvero crudele e prematura.
Era nata appena qualche tempo dopo che l’epidemia di cholera aveva finito di infierire sulla città di Palermo, portandosi via quasi il 15% della sua popolazione.
In quella terribile estate del 1837, gli addetti municipali ( i "monatti", si direbbe), passavano per le strade deserte della città (nobili e possidenti se l’erano squagliata in campagna) gridando: “Cu avi muorti”?...Le povere vittime, stramazzate in un lago di m…, venivano scaraventate dalle finestre giù nelle strade e caricate sulle carrette che prendevano la strada del Cimitero Nuovo (poi inteso dei “Rotoli”), allestito per l’occasione, dato che quelli dei Cappuccini, S. Spirito e S. Maria del Gesù non potevano accogliere più nessuno.
Il Popolo disse: "Megghiu moriri manciannu manciannu ca no cacannu cacannu", in effetti, buttarono anche le budella
La piccola Julia era figlia di Mark Seager, un mercante inglese, nato nel 1807 a Poole, Devon, splendido porticciolo sulla Manica, e morto a Palermo nel 1867 e sepolto ai Rotoli (vedi epigrafe nella foto), lontano dalla figlioletta. Aveva sposato nel 1833, Sofia Graindorge, presso l’Ambasciata inglese di Napoli. La coppia ebbe diversi figli tra Napoli e Palermo. Mark Seager era un mercante influente quanto William Dickinson, sempre pronto a mettere sotto pressione il famigerato console inglese, John Goodwin, (noto ai Palermitani, come "lo Zoppo"), spesso accusato dai mercanti connazionali a Palermo, di non fare abbastanza i loro interessi.
Il sito americano WikiTree ricostruisce bene la situazione familiare di Mark Seager, della piccola Julia e fratelli.
Purtroppo, nessun riscontro su Julia negli indici decennali di Stato Civile di Palermo, forse per il caos e post-caos cholera, dato che furono istituiti appositi registri supplementari “pei morti pel cholera”: oltre 25mila morti in tre mesi sono tantissimi da registrare, considerando che a quel tempo crepavano circa 6000 persone all'anno, come oggi, però con una popolazione tre volte quella del 1837….
Almeno per Natale, abbiamo ricordato la piccola e sfortunata Julia Seager.
Piccina, Dormi nella Pace Celeste;
'pi 'ngrisi:
"Sleep in Heavenly Peace"....
Elena Rohrbeck
Di questa giovane donna ventenne, è rimasta una piccola lapide con epigrafe parziale, appoggiata ad un cumulo di pietre:
ALLA MEMORIA DI XY(?)
NATA ROHRBECK
A RIGA
IL 23 GIUGNO 1827
MORTA IN PALERMO
LI 8 MAGGIO 1848
MELCHIORRE ED ALESSANDRO
MARITO E FIGLIO
GRATISSIMI CONSACRANO
E’ una delle due o tre lapidi in italiano, esistenti nel cimitero.
All’inizio dell’epigrafe c’era probabilmente il nome Elena e il cognome del marito, tanto che poi si precisa “nata Rohrbeck”, nata a Riga, Lituania.
Avevo deciso di attribuirle il cognome Rohrbach, molto comune nei paesi germanici, poi ho optato per “Rohrbeck”, perché come risulta dagli indici del Comune di Palermo, venne registrata come:
“ Rohrbech Elena di Ludovico e Beckiman Guglielmina, morta il 9 Maggio 1848 di anni 20 Sezione S. Agata (quella di via Butera), Volume 349 N° 143.” Perché un cognome teutonico per una di Riga?
Il motivo è da ricercare nel fatto che nell’Ottocento a Riga il 40% della popolazione era di origine tedesca. Impossibile sapere il cognome del marito e inoltre, non ci sono riscontri sui vari siti americani. Non è stato possibile reperire l’atto di morte della giovane donna, perché manca, online, proprio il volume di cui sopra, una volta custodito presso il Tribunale di Palermo.
Richiederlo allo Stato Civile Centrale di Palermo è da tortura, attese di mesi etc..