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Quinta

Tombe e personaggi

Tombe I

Elisabeth Milbank prima sepoltura

Elisabeth Milbank

MEMORY

OF ELISABETH MILBANK WIFE OF

JOHN MILBANK MASTER OF THE FAME

TRANSPORT

WHO DEPARTED THIS LIFE JUNE 12 1812

IN THE 29 YEAR OF HER AGE LEAVING WITH

HER HUSBAND A CHILD 13 MONTHS OLD

LIKE A LILY FRESH AND GREEN

SOON CUT DOWN AND NO MORE SEEN

A LOVING WIFE, A FRIEND SINCEAR

A TENDER MOTHER SLEEPETH HERE

In memoria

di Elisabeth Milbank moglie di

John Milbank comandante della nave "Fame Transport".

che lasciò questa vita il 12 giugno del 1812

nel suo 29° anno di vita lasciando con

suo marito un bambino di 13 mesi.

Come un giglio fresco e verde reciso

all’improvviso e mai più visto.

Una moglie affettuosa, un’amica sincera

una tenera madre dorme qui

Prima sepoltura Elisabeth Milbank

La lapide di forma trapezoidale un tempo fa, in ottime condizioni e l’epigrafe è perfettamente leggibile. La tomba poggia sul terreno priva di basamento.

Di questa tomba non è rimasto nulla di apprezzabile se non la piccola lapide, oggi appoggiata sulla nuda terra e su un pezzo di canaletta facente parte, con le vasche, di una rete di irrigazione di alberi e piante un tempo esistenti nel Cimitero, la cui vegetazione originaria era ben diversa da quella odierna. Fin qui, la lapide è scampata ai decespugliatori, ma la sua sorte è segnata.

La lapide reca la più antica iscrizione funebre, risalente al 1812, e si ritiene perciò che Elisabeth Milbank sia stata la prima persona inumata nel Cimitero.

E molto probabilmente è andata così, perché questa circostanza venne riportata in un 'memo' di due pagine dall’amministratore dei 3 cimiteri inglesi, Alex Smith, nel 1905, riprendendo le dichiarazioni della vecchia vedova Lo Cascio, nipote del primo custode del cimitero, Simone Trapani.

Nel memo, la vedova sosteneva pure che l’area semicircolare di fronte al cimitero (parcheggio carrozze dei parenti), apparteneva al cimitero stesso! Se l’amministratore Alex Smith (succeduto a Joshua Withaker), riporta le dichiarazioni di una vecchia vedova, vuol dire che il quel 1905, si era persa la memoria circa l’origine del cimitero, che aveva già quasi un secolo!

Milbank-oggi-Aw.jpg

Cosa scrisse Alex Smith, il 21 Marzo 1905? Qualcosa di estremamente interessante…: Dall'inglese...."LAZZARETTO CEMETERY (ACQUA SANTA)"

La vedova Lo Cascio che occupa i locali a destra dell'entrata del cimitero, afferma che suo nonno fu il primo custode del cimitero del Lazzaretto ed essa ricorda suo nonno avere indicato una semplice lapide portante la data 1812 e dire che questa commemorava la prima sepoltura là. Questa lapide si può ancora vedere. Dopo, suo padre divenne custode e la maggior parte delle sepolture avvenne in quel tempo. Essa afferma che il muro semicircolare di fronte il cancello del cimitero appartiene al cimitero come pure il terreno di fronte ad esso eccetto, naturalmente, la pubblica strada che la separa dal cimitero. Non so dire come questo sia possibile. La vecchia donna che occupa i locali a sinistra dell'ingresso era, capisco, la vedova di una "guardia sanitaria" del Lazzaretto (quarantine station) e che le fu permesso di rimanere in possesso dei locali fino alla sua morte che è avvenuta il mese scorso. I locali adesso saranno puliti con la calce e riparati e il sotto-guardiano al cimitero dei Rotoli (Giovanni Trapani) ne verrà immesso in possesso. Allora egli sarà in grado di accudire meglio il vecchio cimitero dopo, naturalmente, avere fatto il suo ordinario lavoro giornaliero al cimitero dei Rotoli."

Palermo 21 Marzo 1905

Alex Smith

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Area semicircolare di fronte l'ingresso del cimitero, un tempo pertinenza dello stesso, oggi, un monnezzaro. Sullo sfondo, i resti del palazzo, un tempo di fronte il muro del cimitero...a fine anni '70, si aprì come un melone e crollò...

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Sofia Guglielmina Hasberg
Sofia Guglielmina Hasberg
Sofia Guglielmina

SOFIA GUGLIELMINA

DEGLI OTTIMATI BARONI DI HASBERG

IN HANOVER OVE NACQUE,

ALLA PRUSSIA OVE ECCELSE

PEREGRINANDO QUI GIUNSE,

E QUESTA PIETRA OR NE COVRE LA SALMA

SVARIATE EBBE VICENDE, ANIMO EGUALE SEMPRE

NELLA SOMMA FORTUNA NON SUPERBI’

NON INVILI’ NELL’AVVERSA

AI POVERI FU MADRE

AI SERVI AMICA

AGLI AMICI PARENTE

ALLA FIGLIA TUTTO.

SOFIA ELOISA

MARCHESA D’ALBERGO DELLA CIMARRA

GRATISSIMA INCONSOLABILE

ALL’OTTIMA MADRE

QUI

PREGA IN PACE

VISSE 70 ANNI CIRCA

MORI’ IL 28 FEBBRAIO 1835

Il monumento è in pietra arenaria, di forma cilindrica, semplice nella struttura, abbellito dalla presenza di due fregi, posti rispettivamente uno alla base e l’altro sulla parte sommitale. Quello posto alla base è decorato a quadrifogli all’interno di cerchi divisi da una foglia, mentre il fregio sommitale sembra costituito da conchiglie poste una accanto all’altra. Sul retro del monumento, in corrispondenza dell’epigrafe, è raffigurato uno stemma dal forte valore simbolico collegato alla dedizione, all’impegno e alla generosità della nobildonna tedesca. Lo stemma, di forma ovale, è diviso in quattro quadranti: in alto a sinistra è raffigurata una corona; in alto a destra un simbolo cristologico, un pellicano che si squarcia il petto per nutrire i figli con il proprio sangue; nei due quadranti in basso spighe di grano, simbolo del lavoro.

Atto di morte di Sofia Guglielmina Hochgartner, Il 28.2.1835, sezione Molo, Volume 187 N° 64, tomba cilindrica...............alle ore 18 (ore contate all'italiana dal Vespro precedente, circa le 11 del mattino, data la stagione) davanti il M.se Del Bono aggiunto fungente da Senatore (assessore allo Stato Civile) si presentano i soliti "facchini" (becchini) per denunciare la morte, avvenuta alle ore 10 nella propria casa, della Signora Baronessa Donna Sofia Guglielmina Hochgartner, vedova del Signor Barone Don Giorgio Hasberg, di anni 65, nata in Berlino..domiciliata via Mezzomonreale (poi c.so Calatafimi), figlia del fu Don Giorgio...e della fu Signora Donna........Leute (s'ignora il nome).....firmato da Noi solamente avendo detto li dichiaranti di non sapere scrivere.....per il Senatore, l'Aggiunto Incaricato m.se del Bono.

Gugliemina stemma
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La tomba di questa nobildonna, (per matrimonio), è molto originale, di forma cilindrica in calcarenite, di semplice fattura, con due fregi alla base e in alto. Vicino l’epigrafe vi è uno stemma ovale con dei simboli raffiguranti una corona, spighe di grano e un grande uccello ferito che nutre i suoi piccoli. Simboli che richiamano l’operosità e la generosità di Sofia Guglielmina.

Attualmente è sormontata da gradevoli ciuffi di erba, ma è ancora in ottimo stato grazie alla sua compattezza, e questo nonostante sia stata spostata nel 1928 di quasi 20 metri, dalla sua collocazione originaria, nei pressi del muro di confine tra il cimitero e Villino Laganà.

Il suo spostamento, assieme ad altre 7 , si rese necessario a seguito della vendita di una striscia di terra lunga circa 40 metri e larga in media 5, dove si trovavano le suddette tombe.

Joseph “Pip” Whitaker, ormai quasi ottantenne, amministratore dei 3 cimiteri inglesi di Palermo, alla disperata ricerca di fondi (“abbampatu”), pressato dal colosso Cantieri Navali Riuniti, fu costretto a vendere quel terreno con atto del 5 giugno 1928 in Notar Marsala.

La vendita fruttò 10mila lire, circa 1500 euro di oggi, anche se un paragone è improponibile, perché con quelle 10mila lire a quei tempi ci si campava due anni! La cifra fu pagata con assegno della BCI (Banca Commerciale Italiana, la stessa che strozzò i Florio) che fu consegnato al console inglese Francis. Quindi, fino al 1928, il cimitero confinava direttamente col Villino Laganà.

Quel terreno, ancora oggi è utilizzato per deposito ciarpame del Cantiere, ma solo nel febbraio 2018 fu aperto un grande portone sulla via S. Gulì. Nell’estate 1959, quando usavamo la scorciatoia per arrivare alla spiaggia libera dell’Acquasanta, mi soffermai un paio di volte a leggerne l’epigrafe , che giudicavo barbosissima, oggi, invece, riveste un grande valore storico.

In effetti, la donna era nata come Sofia Wilhelmina HOCHGARTNER, che è tutt’altro che un cognome nobile, perché in tedesco indica un giardiniere che si occupa di piccoli giardini pendenti, parietali. Sortì i natali a Berlino nel 1769 circa; sposò il Barone Giorgio di Hasberg (Georg Von Hasberg), da cui assunse il predicato nobiliare.

Non ci sono riscontri della vita di questa benefattrice. Il giornale dell’epoca, “La Cerere”, non è consultabile, per i noti motivi di insipienza della Biblioteca Regionale e Comunale.

La tomba fu eretta dalla figlia Sofia Eloisa von Hasberg, che sposò il nobile Corradino D’Albergo della Cimarra (Palazzolo Acreide 1787 – Firenze 1856), acrense, ma palermitano d’adozione, primogenito di Paolo d’Albergo, uomo di cultura e amico personale di Jean Houel. Corradino, fine poeta e traduttore dal tedesco, membro e presidente (1829-31) della prestigiosa accademia Pontaniana di Napoli, con Sofia Eloisa, “la moglie sassone di nascita ma italiana d’animo” organizzò salotti letterari a Palermo dove ricevette personaggi come Vincenzo Errante, Francesco Paolo Perez e altri. Questi D’Albergo della Cimarra vengono definiti da un sito di Araldica, come “nobili intellettuali di provincia”.

Curiosità: il 21 maggio 2017, in occasione di una occasionale riapertura del Cimitero, assieme ad altre persone, docenti & architetti, si disquisiva davanti la suddetta lapide, sull’anno di morte di Sofia Guglielmina. I più dicevano trattarsi dell’anno “1833”. Io dissi di soffermarsi meglio sul presunto “3” finale, perché reca una brevissima codetta in alto che ne fa un “5”...1835, insomma, e infatti..

Dall’atto di morte N° 64 Volume 187 della Sezione Molo-Palermo:

“….28 Febbraro 1835…......è morta nella propria casa la Signora Baronessa Donna Sofia Guglielmina Hochgartner vedova del Signor Barone Don Giorgio Hasberg...di anni sessantacinque, nata in Berlino, domiciliata via Mezzomonreale (poi Corso Calatafimi), figlia del fu Don Giorgio e della signora Donna…...Lente (Lenthe)...si ignora il nome..”

Resterebbe da capire quel “nata in Berlino” che sicuramente non è in Hannover, città della Bassa Sassonia, mentre Berlino è in Brandeburgo.

Atto-morte-Guglielmina-Aw.jpg
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Christ Fisher
Christ Fischer

IL MERCANTE CHRIST FISCHER.

La tomba di Christ FISCHER, come la ricordo io nel 1959, era intatta ed era collocata a ridosso della inferriata, sulla destra del vialetto che collegava l'ingresso del Cimitero da Via S. Gulì, con l'ingresso dal mare, tra due piloni neoclassici. Questo ingresso dal mare, fu poi murato nel 1876 al completamento della Manifattura dei Tabacchi che aveva inglobato il Lazzaretto.

Quando noi ragazzini prendevamo la scorciatoia-cimitero per arrivare all'agognata spiaggia libera dell'Acquasanta, un monnezzaro, cercavamo di farlo in fretta, almeno io, perché le tombe mettevano soggezione. Guardavo di sfuggita la tomba di Fischer perché sopra l'epigrafe c'è raffigurato l'elmo di un cavaliere medievale. La fantasia galoppava, anche il timore dei morti.

Oggi, la pesante tomba di Christ Fischer è disseminata in più pezzi, tutto sommato, integri.

E' stato facile trovare l'atto di morte di questo mercante, che abitava ai Porrazzi, odierno corso Pisani. Trascrivo quanto contenuto in esso, perché non sempre questo tipo di atti sono di agevole lettura:

 

CHRIST FISCHER, ATTO DI MORTE, 5 AGOSTO 1858

SEZIONE ORETO, VOLUME 445, ATTO N° 93

Il 6 Agosto 1858 alle ore 16, davanti il Barone di Capopassaro, Senatore Aggiunto ed Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Palermo, si presentano i soliti due facchini (becchini), Nicolò La Mattina, domiciliato allo Appalto e Carmelo Russo, domiciliato a S. Agostino, per denunciare la morte di Cristiano Fischer, avvenuta il 5 Agosto alle ore 9 P.M. nella propria casa. Cristiano (Christ) Fischer era di anni 57, nato a Seengen, cantone di Argovia (Svizzera), di professione negoziante, domiciliato Stradone Porrazzi, figlio del fu Giovanni e di Anna Walli.

L’atto viene firmato solamente dal Senatore Aggiunto, Barone di Capopassaro, “...per i dichiaranti avere detto non sapere scrivere.”

Il becchino Nicolò La Mattina era domiciliato allo Appalto, zona Vucciria, odierna Piazzetta Appalto e vicolo I e II Appalto.

Chist Fischer era nato nella cittadina di Seengen sul lago di Halwill, cantone di Argovia, Svizzera ( Splendide immagini di Seengen su Wikipedia) ed era residente nello Stradone Porrazzi, odierno Corso Pisani.

La professione di Fischer: negoziante. Allora, però, il termine non indicava un gestore di botteghe o negozi (“trafficante”), bensì designava un mercante o imprenditore, quale Christ era realmente.

Basti pensare che anche Vincenzo Florio Sr. (1799-1868) era classificato “negoziante”.

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Il monumento ha la forma di un parallelepipedo con modanature a rilievo. Al centro delle pannellature verticali sono presenti dei bassorilievi: in quella principale - che reca l'epigrafe coi dati anagrafici del defunto - è lo stemma dei Fischer; proseguendo in senso antiorario troviamo gli attributi simbolici di Kronos, figura mitologica del pantheon greco che rappresenta il Tempo: la clessidra affiancata dalle ali; quindi, a seguire, la falce, strumento del mietitore che taglia, recide, quindi elimina la vegetazione, quindi la vita.

Christ-Fisher

HIER RUTH

CHRIST FISCHER

N. BERN

GEB. 2 APRIL 1801

GEST. 5 AUGUST 1858


Qui giace

Christ Fischer

di Berna

nato il 2 aprile 1801

morto il 5 agosto 1858).

Fischer-11-October-2019-lapide-blocco-Fw.jpg

Il fratello di Christ, Maximilian Fischer, era vice console del Regno delle due Sicilie al porto di Liverpool, al tempo di Ferdinando II. Il console inglese a Palermo, John Goodwin, il 24 Settembre 1838, così si espresse: “Si certifica da me sottoscritto che la superiore firma è di proprio carattere del Sig. Massimiliano Fischer vice console di S.M. Siciliana in Liverpool, alla quale può prestarsi la debita fede”. (ASP, Archivio di Stato, Palermo). Il console inglese certificava quanto sopra a proposito di un documento (atto di battesimo) che doveva servire per la solenne promessa di matrimonio del mercante William Dickinson, irlandese, morto a Palermo nel 1851 e sepolto all’Acquasanta, di cui parleremo in seguito. Nella foto, il pesante pezzo della tomba di Fischer, recante l'epigrafe, l'elmo, e l'indicazione "nato il 2 Aprile 1801...di Berna". Probabilmente, Berna era stata al centro dei suoi interessi precedenti. Accanto, l'atto di Morte della sezione Oreto, Volume 445 N° 93. Nel sito di Pasqualino, sicuramente immagini migliori.

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Gaetano Marchese: Non ricordo di questa grande lapide rettangolare con i nomi delle suore.

Nel '58-60 ci andavamo a giocare a nascondino, in mezzo le tombe. Poi la cosa degenerò, alcuni picciotti cominciarono a tirare pietre e spaccare lapidi, me ne portai un pezzo a casa, poi perduto, nel tentativo di salvare qualcosa...impossibile...in effetti un poliziotto o finanziere effettuava una ronda continua lungo il muro esterno della Manifattura, di sera s'inoltrava dentro il cimitero, dove in fondo c'era una fioca lampada, da brividi...e poi chiudevano il cancello, che la mattina, veniva riaperto..peccato, io sto cimitero lo ricordo intatto.

Quando prendevamo la scorciatoia attraverso il cimitero, per andare alla spiaggia libera Acquasanta, un monnezzaro, si faceva con timore, ma mi piaceva la tomba di Christ Fischer, con lo stemma di famiglia e in rilievo, la testa di un cavaliere con elmo...questa tomba, eretta in prossimità della inferriata destra del viale (sparita) , ora giace smantellata a terra, ce ne vuole abbattere tonnellate di marmo...nella foto allegata si vede stemma ed elmo.

William Dickinson
William Dickinson
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William Dickinson Cimiteo Acquasanta

La lapide funeraria risulta lacunosa nonché frantumata in più pezzi: la perdita di numerosi frammenti impedisce da una parte la ricostruzione completa dell'iscrizione, come pure della figura umana dinanzi ad un altare, coperta da una lunga tunica di cui si distingue soltanto il piede destro. Altro motivo decorativo presente è il tralcio vegetale che serra dal basso l'epigrafe

L’epigrafe recita:

SACRED TO THE MEMORY

OF

WILLIAM DICKINSON

MERCHANT

BORN  ….AST TH 9TH APRIL…

DIED P......MO THE 4TH SEPTEMBER….

LOVED BY ALL WHO KNEW….

...MAN…

……..ARE A……

….AWAY….

OF CON...S...OF…..

…..ERECTED ..PA

...HIS BEREAVED WIDOW…

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Dalle ricerche presso l’Archivio di Stato Palermo-Gancia, 2 marzo 2018, Fascicolo contenente i documenti relativi agli Atti di solenne promessa di celebrare il matrimonio secondo le forme prescritte dal sacro Concilio di Trento, sezione S. Oliva, (quella Nord Est, Loggia-Vucciria, dove abitavano i futuri sposi, Guglielmo Dickinson e Concetta de Franchis.

I personaggi che intervengono nei vari documenti sono quasi tutti “Don” e “Donna”, della buona borghesia, insomma.

Integrando con quanto scoperto sulle date di nascita e morte:

CONSACRATA ALLA MEMORIA

DI

WILLIAM DICKINSON

MERCANTE

NATO A BELFAST IL 9 APRILE 1803

MORTO A PALERMO il 4 SETTEMBRE 1851

AMATO DA TUTTI QUELLI CHE LO CONOBBERO

……………………………………………………

QUESTO MARMO FU ERETTO...

DALLA SUA DEPRIVATA VEDOVA

Riassumendo un po’ gli allegati:

20 marzo 1838 – Maria Ferguson, residente in Napoli, dà il suo consenso alla celebrazione del matrimonio tra il figlio Gugliemo Dickinson e Concetta De Franchis, con atto presso il notaio Gabriele Maria Ferraro del fu Lucantonio con lo studio alla Strada Toledo numero 282.

24 giugno 1838, domenica: Notificazione (Pubblicazione) presso la casa comunale della sezione S. Oliva:

“...certifichiamo che il sig. Guglielmo Dickinson di anni 35 irlandese, di professione negoziante, domiciliato Via Bottonari (odierna via Frangiai, dalla via Loggia alla Vucciria), figlio del fu Enrico e della signora Maria Ferguson domiciliata in Napoli....e D(onna) Concetta de Franchis di anni 30, domiciliata via Loggia, figlia del fu D. Michele e della fu D. Rosa La Barbera….intendono procedere alla solenne promessa di celebrare tra loro matrimonio avanti alla Chiesa secondo le forme prescritte dal sacro Concilio di Trento….

2 agosto 1838, il Rev. Richard Dobbs della Cattedrale di S. Anna di Belfast, rilascia il certificato di battesimo di William Dickinson, in latino e calligrafia esecrabile,

celebrato il 15 aprile 1803, 11 giorni dopo la nascita:

“ In tabulas sacrae Aedis Annae (Belfast) apparet Gulielmum, Henrici Dickenson, milites,

atque uxoris ejius, filium, sacro baptisterio abluisse quinque decimo die aprilis anno

domini millesimo octingentesimo tertio” Ricardi Dobbs

John Agnew, Sovereign of Belfast, controfirma.

(John Agnew, sindaco di Belfast dal 1834 al 1840).

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Concetta de Franchis, invece, era stata battezzata il 4 aprile 1805 nella chiesa di Jacobus Maritima (San Giacomo La Marina, non più esistente).

7 agosto 1838, il vice Consolato del Regno delle Due Sicilie in Liverpool, certifica:

“Regio Vici Consolato di SM il regno delle Due Sicilie al porto di Liverpool, certifichiamo ed attestiamo che il qui sopra firmato John Agnew è il Main della città di Belfast in Irlanda, alla di cui firma si deve prestare tutta fede. Si certifica di più che a Belfast non vi è consolato di S.M.N.S. (Sua Maestà Nostro Signore, Ferdinando II). In Liverpool li 7 agosto 1838

Mass.° Fischer V. Console

( Maximiliam Fischer era il fratello di Christ Fischer).

24 settembre 1838, il console Goodwin, convalida a sua volta: “Si certifica da me sottoscritto che la superiore firma è di proprio carattere del Signor Massimiliano Fischer vice console di S.M. siciliana in Liverpool alla quale può prestarsi la debita fede”.

Fatto in Palermo oggi li 24 settembre 1838

Il Console di S.M. Britannica Giovanni Goodwin

(Sorprende che il console inglese scrivesse in buon italiano firmandosi “Giovanni”) e non John.

12 agosto 1838 Viene sottoscritto una sorta di atto notorio in cui i Signori:

  • Guglielmo (William) Sanderson, inglese, negoziante, anni 52, domiciliato via Lampedusa

  • Giovanni Felling Turner, inglese, negoziante, a. 40, negoziante, via Alloro

  • Marco Seager, inglese, negoziante, a.30, domiciliato a Porta Felice

  • Ugo Thunburn, scozzese, negoziante, a. 27, via Butera

  • Giacomo (James) Hare, inglese, negoziante, a. 29, via Butera

  • David Murdoch, scozzese, negoziante, a. 54, piazza Marina

  • Giacomo (James) Power, irlandese, negoziante, a. 46, via Butera

dichiarano di non sapere nulla circa il defunto padre dello sposo, Enrico Dickinson, morto a Messina il 28 maggio 1822 e tanto meno di sapere qualcosa circa l’avo paterno dello sposo e che non era il caso di chiederne l’atto di morte allo Stato Civile di Messina, perché dichiarano altresì di ben conoscere gli sposi.

A quel tempo per sposarsi era necessario il consenso dei genitori e in mancanza, dell’avo paterno e materno. I garanti erano tutti “negozianti”, cioè mercanti connazionali di William Dickinson. I mercanti erano tutti residenti nel centro storico di Palermo, il più bello del mondo, se non fosse stato quasi distrutto dagli amici Americani nel 1943.

In particolare, Guglielmo (William) Sanderson, (1786-1854) era il fratello di Eliza Sophia Sanderson, da cui “Villa Sofia” oggi famigerato ospedale di Palermo.

Giacomo/James Power, mercante residente a Messina (1791-1872), sposa Janette Villepreux.

Di William Sanderson e James Power ci sono abbondanti informazioni su Internet.

Infine, dal volume n° 183 degli atti di solenne promessa della sezione S. Oliva per l’anno 1838, un atto recante il numero 270:

...il giorno 27 settembre 1838…sono comparsi il sig. Guglielmo Dickinson nato in Belfast di anni 35 di professione negoziante domiciliato via Bottonari (oggi Frangiai) figlio del fu Enrico e di Donna Maria Ferguson di anni 50 domiciliata in Napoli….

E Donna Concetta de Franchis *** di anni 30, nata in Palermo, domiciliata via Loggia figlia del fu D. Michele e della fu D. Rosa La Barbera…

****rappresentata dal sig. Ippolito de Franchis di anni 33 di professione possidente domiciliato via Loggia di lei fratello e procuratore speciale….

Notificazione (pubblicazioni) eseguite nella casa comunale della sezione S. Oliva il 10 giugno 1838, domenica….

Eseguiti i seguenti documenti (di cui sopra):

  • Atti di nascita degli sposi (battesimo)

  • Atto di procura rogatoria col quale la sposa ha costituito per di lei procuratore speciale il sig. D. Ippolito de Franchis a procedere alla solenne promessa di matrimonio.

  • Atto di morte degli ascendenti della sposa

  • Un atto di notorietà redatto dal regio giudice del Circondario di Castellammare col quale si contesta la morte del sig. Dickinson padre del comparente sposo

  • Atto di contentamento (consenso) della madre dello sposo rogato in notar D. Gabriele Maria Ferraro di Napoli.

Lo sposo non avendomi esibito l’atto di morte del suo avo paterno ci ha dichiarato con giuramento dei testimoni, i quali conoscono gli sposi e perciò di ignorare il luogo della morte e l’ultimo domicilio.

  • Atto di notificazione al quale non vi sono state opposizioni….

  • Testimoni:

  • D. Matteo Biscotto di anni 59, impresario, domiciliato via TintoriD. Domenico Poggi, 44, impresario, via Toledo

  • Cavalier D. Luigi Lucchesi Palli, 34, possidente, domiciliato fuori Porta di TerminiCavalier D. Francesco Filangeri, 31, possidente, via Macqueda

Firmano: lo sposo, il procuratore della sposa e i testimoni.

William Dickinson abitava dunque in via Bottonari, dopo il 1860 via Frangiai, nome attuale, amabile viuzza con caratteristico “brigghiu” in ciaca, dalla parte della Vucciria.

Non si comprende perché la sposa, abitante in via Loggia, a pochi metri dallo sposo, si sia fatta rappresentare dal fratello Ippolito, procuratore speciale.

Inoltre, a lato dell’atto di solenne promessa, non è stato registrato alcun matrimonio in chiesa e questo è stranissimo perché tutti gli atti di solenne promessa recano la registrazione dell’avvenuto matrimonio religioso. Un mistero.

Nonostante si sappia che l’atto di morte di William Dickinson è inserito nel volume n. 370, al n° 427, non c’è stato verso di averne copia dallo Stato Civile centrale di Palermo (stazione). Il solito omino micidiale sentenziò: “Non figura”! All’Archivio di Stato non c’è, per distruzione, cause belliche. La moglie di William Dickinson, Concetta de Franchis, morì nel 1865. Non risultano figli della coppia. Il diario di William, 1848-49, fu donato dai De Franchis, alla Biblioteca Nazionale, oggi Regionale, dove si può consultare liberamente.

Cosa sappiamo di William Dickinson? Non molto, ma presso l’Archivio di Stato di Palermo, si trovano gli “alligati” per l’Atto di Solenne Promessa a Contrarre il Matrimonio in Chiesa etc.., che costituiscono la base per ricostruire in parte la vita di Dickinson.

Via Frangiai, ex via Bottonari, dove abitava William Dickinson

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Esaminando le carte, si evince che William Dickinson, citato quasi sempre come “Guglielmo”, e si firmava tale, era arrivato in Sicilia col padre Enrico, sicuramente anche lui mercante, nei primi anni dell’Ottocento e molto probabilmente, la famiglia si stabilì a Messina, che allora era la capitale del commercio inglese, avendo un numero di residenti e di aziende di commercio britannici doppi rispetto a Palermo. Il padre morì a Messina nel 1822. William si spostava regolarmente tra Palermo e Messina. Di lui qualcuno ha scritto che era vice console inglese a Palermo, nonché diplomatico. Nulla di tutto ciò, per il semplice motivo che nel Regno delle Due Sicilie non era prevista la figura del vice console affiancata al console vero e proprio, con l’eccezione di Napoli. A Napoli, il console beccava 400 sterline l’anno, il vice-console, solo 50.

Il Regno Unito aveva centinaia di ambasciatori e consoli sparsi in tutto il Mondo e tirava al risparmio, tanto che nel 1834, resosi vacante il posto di console a Palermo, Lord Palmerston, Ministro degli Esteri inglese, aveva deciso di chiuderne la sede consolare; poi, invece, si insediò il famigerato console John Goodwin (2 Giugno 1834). In località minori (persino a Scoglitti!) c’erano dei vice-consoli “unpaid”, senza sitpendio.

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Prima pagina del diario manoscritto di William Dickinson che inizia il 9-10 Gennaio 1848

Dal Diario manoscritto di William Dickinson, che copre il periodo della Rivoluzione 1848-49, da me consultato alla Biblioteca Regionale, risultano le sue incredibili capacità di mediatore, ma anche la sua fermezza nei confronti del console Goodwin:

William Dickinson era, invece, un abile mercante e portavoce degli stessi mercanti inglesi presso il console Goodwin, era anche un ‘consular agent’, un aiutante e consigliere del console, il quale, fu più volte sfiduciato e accusato dagli stessi mercanti di non tutelare abbastanza i loro interessi. William era, perciò, di casa al Consolato Britannico di via Butera (attuale Palazzo Lanza-Tomasi).

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In rosso e ben visibile...
L'ACQUASANTA - IL CIMITERO inglese- Lo scempio.

Nell'ambito di una serie di concerti , lo scorso 28 Settembre alle ore 16, ero presente a uno di questi eventi. Avevo un orrifico presentimento, poi confermato dai fatti. Tralascio agli esperti il giudizio sulla performance pianistica, in cui non ho ravvisato nulla che potesse ricondurre alla gloriosa rock band dei Pink Floyd. Per rispetto del sito, mi sarei aspettato dei brani di Chopin e Mozart. Ebbene, sono state fatte entrare 200 persone che non hanno capito nulla di trovarsi in un luogo unico e fragile come il Camposanto Inglese.

In quell’ora pianistica, ho fatto su e giù per il cimitero almeno quattro volte per capire a che punto potesse arrivare lo scempio. Tutti i posti-tomba-a-sedere esauriti, i lastroni delle due tombe Gardner hanno fornito un comodo sedile ad almeno 15 persone. Poi, gente che fumava e buttava le cicche per terra. Donne stravaccate per terra a sonnecchiare, scambiando il sito per un pic-nic alla Favorita. Gente che passava e ripassava sopra gli innumerevoli pezzi di lapidi sparsi ovunque. Ho messo in salvo qualche pezzo di lapide, spostandolo in posto riparato, battaglia persa, i pezzi erano troppi e sono rimasti ignobilmente calpestati da un’orda di persone.

Oltretutto, i pezzi della lapide della tomba di William Dickinson, sono buttati nella terra, quando prima erano sulla stessa tomba. Sono andato a protestare con due tizi dello Staff. Uno, non aveva capito niente di trovarsi in un cimitero (“Ma perché? Ci sono morti qui?”). Un altro ha risposto che era un bene che la gente sfasciasse le tombe sedendoci sopra, ..”..così i morti sono più a contatto con i vivi..” In ogni caso, la situazione del cimitero non è grave: è gravissima. Lapidi leggibili il 21 maggio 2017 (riapertura a cura del personale docente e studenti di istituti tecnici), ora non lo sono più o quasi . Ad ogni pulizia, taglio erba etc., spostano qualcosa….In pratica, l’evento non ha tenuto minimamente conto della caratteristica straordinaria del sito, che non è il Politeama o S. Erasmo...Spero che Comune e Ufficio Città Storica prendano le opportune precauzioni per il futuro.

Una cosa è certa: ancora uno o due eventi come questi e per il cimitero inglese sarà la fine.

Adesso per tutti i fine settimana di Ottobre e primi di Novembre il cimitero è aperto al pubblico per le Vie dei Tesori. Spero di fare delle buone foto e di constatare i danni del suddetto evento. Consiglio vivamente tutti gli estimatori del cimitero inglese, di fare foto di ogni angolo del sito, prima che lo stesso venga distrutto per sempre.

Capt Thomas Ogle
Thomas Ogle

Il monumento, posto su un basamento, ha la forma di un semicilindro collocato orizzontalmente con ampie modanature sui fianchi che si concludono con una base a forma di zampa leonina e batacchi sui lati brevi. La struttura è sormontata da un coperchio a doppio spiovente con estremità a forma di timpano triangolare.

Il monumento ha struttura simile al sarcofago in porfido rosso che conserva le spoglie mortali di Federico II nella chiesa cattedrale di Palermo.

Thomas Ogle
Sarcofago Thomas Ogle

Nella foto (21 maggio 2017), tre delle tombe spostate maldestramente, praticamente sradicate e poggiate sulla terra diversi metri verso l'inferriata (oggi scomparsa). La tomba di Thomas Ogle è quella col sarcofago rosso. La tomba fu girata di 180°, tanto che l'epigrafe è verso il muro. Quella col sarcofago bianco è di Francis George Hare e quella col "vaso"/canopo è del cap. Williams.

L'epigrafe:

"Sacred to the memory of Thomas Ogle late captain of the bark IDA of Newcastle on Tyne who departed this life the 19th April 1836 at S. Catrina on his way from Licata to Palermo".

E cioè:

"Consacrato alla memoria di Thomas Ogle, già capitano del bark (veliero di classe superiore) IDA di Newcastle on Tyne, che morì il 19 aprile 1836 a S. Caterina (poi Villarmosa), durante il viaggio da Licata a Palermo".

Questo mio..collega di due secoli fa, aveva lasciato la sua nave IDA a Licata per recarsi a Palermo. Benché avvantaggiato dall'essere "colleghi", appunto, con serrate ricerche, non sono ancora riuscito a capire perché il capitano Ogle avesse intrapreso un viaggio di 4-5 giorni per recarsi da Licata a Palermo e cosa gli sia successo a S. Caterina: malattia, febbre infettiva, rapina, omicidio etc..? La nave IDA arriverà comunque a Palermo il 20 aprile 1836 ! (Archivio di Stato Palermo).Un mistero fitto, sull'atto di morte c'è scritto che morì nella Locanda del Sole ! Ma non c'è la causa della morte. Il caso è aperto. Sulla lapide, finemente scolpita, la sagoma del bark IDA, un capolavoro di chissà quale anonimo scalpellino, L' IDA, un tre alberi costruito a Newcastle upon Tyne nel 1833 riusciva a coprire la distanza tra Palermo e Londra anche in 30 giorni! Sbalorditivo! Qualcuno ha pensato di ravvisare una qualche bandiera...australiana!! Ma si nota solo la bandiera inglese "a riva" e l'altra inglese-mercantile a poppa.

Thomas Ogle lapide

21 maggio 2017..scavando alla base della lapide di Thomas Ogle, per vedere se oltre la frase "..from Licata to Palermo." c'era qualcos'altro..non facile con un legnetto tra sterpi e rovi..

Rapporto-Ida
Lapide Thomas Ogle
Rintracciando discendenti e considerazioni sulla morte di Thomas Ogle

Corrispondenza con Peter Baker:

 

Dear Peter,

(...) However, Thomas Ogle is always in our minds and your doubts are legitimate. Unfortunately, Thomas died at the “Locanda del Sole” (Sun Inn) of Santa Caterina, Sicily, and the quote in his Death certificate (“the house of the late person”) was only a bureaucratic reference for meaning generically …the place where the person died, whatever it was. On the other hand, it would be surprising that Thomas had a house in Santa Caterina. Now, there are two ways to get some fresh conclusive element:

1) An enquiry to Santa Caterina Historic Archive, where “necroscopic” registers should be kept. Those are the registers containing the cause of death, as reported by a doctor; I’ll try to write directly to the mayor of that town.

 

2) Death Consular Registers, 1810-1968, maintained by the British Consul at Palermo (John Goodwin) or by the Vice Consul at Caltanissetta, if any at that time, and if authorized to keep such registers or not.

Maybe, we can get a professional help from your compatriot, Mr. Christopher Richards, (born 1940…), living, I still hope, in a ‘baglio’ at Marsala, where Benjamin Ingham from Osset (1784-Palermo 1861) and his nephew Joseph Whitaker (Woodkirk 1802-Palermo 1884), founded a factory to produce the famous wine-Marsala, much appreciated even by H. Nelson. Mr. Richards built a monstrous family tree…” Richards of Wexford”, because he is a descendant from that Joseph Whitaker (a niece of Joseph, married a Richards). He substantiated his researches by a heavy, enviable documentation, also using Census Records and Civil Records ‘within the District of the British Consulate at Palermo’; so, that means he is already in possession of copy of such registers. I contacted him, years ago, for other questions (he was happy to know that Benjamin Ingham and William Whitaker, his nephew, are buried at the non-Catholic Cimitero dei Rotoli, Palermo), I lost his email address, but maybe would not be difficult to contact him again. He could give us some precious info, if in possession of Deaths Register of 1836.

Regarding the date of Thomas’ Death (19th April 1836) as published by the Durham Chronicle on 20th of May 1836, we can say that an optical telegraph has been used to transmit information up to England. The place “Licata” may be explained because after Thomas’ Death, a messenger was sent to Licata to inform the then vice Consul Thomas Ball. The bark “Ida” entered the Port of Palermo on 20th April for completing her cargo, leaving to England probably on 23rd April, just in time to receive the Thomas’ Death news from the Consul John Goodwin.

 

Ciao…. Gaetano

Ogle sarcofago gaetano Aw.jpg

Peter Barker è discendente da Alice Ogle, figlia secondogenita del capitano Thomas Ogle. Alice sposò Joshua Barker, antenato di Peter. Infatti, dal giornale Durham Chronicle…Marriages.1 October 1841…” At Newcastle, at St. John’s Church, on 25th September, Mr. Joshua Barker of Mirfield, Yorkshire, Manufacturer, to Alice, second daughter of the late Captain Thomas Ogle of Newcastle...”

Richards-Aw.jpg

Christopher Richards, in 2016

Richards-of-Wexford-Aw.jpg

Part of Family Tree of Richards of Wexford by Christopher Richards

Palermo-Consul-UK-Registers-Aw.jpg

A page of the register of “Births within the District of the British Consulate at Palermo”. At no. 84 there is Euphrosyne Murial Whitaker who married a Richards. All entries are signed by the Consul Henry Adrian Churchill (1828 – Palermo 1886, buried at the cemetery of Rotoli, Palermo)

Picture of HM Consul John Goodwin

Dear Peter,

 

we have now a picture of the man whose papers at the National Archives ‘ must ‘ solve the mystery of Thomas Ogle, that is: JOHN GOODWIN  (Lichfield 1797 -Palermo Dec. 13, 1869)!

Just Yesterday, by chance, I found in Internet:

“Drawing – British Museum

Museum Number 1909,0302.4

Portrait of John Goodwin, HM

Consul General for Sicily, head and shoulders of man

To front and turned slightly to left and looking.

Graphite on grey paper “

Drawn by: Lowes Cato Dickinson, Palermo June 1852

 

John Goodwin, British Consul at Palermo for 35 years (1834-69), known to Palermitans as

 “Lo Zoppo - The Lame”, signed  his Consulate Papers for local matters  as “Giovanni Goodwin”

and not John Goodwin !

 

John Goodwin picture BB.jpg
Baker-bio-BB.jpg

Also, Miss Laura Leto (she’s preparing a History of the English Cemetery of which, we share related info),  would probably like to contact you about HM British Consul in Messina, William Wilton BARKER (1769-1856), an ancestor of yours…or not?. A consul’s daughter, Eloisa Barker, died for cholera, September 1st, 1854 in Messina.

Chris Richards provided info about Barkers through his huge work “Richards of Wexford and other families”.

 

Ciao, Gaetano

William Ingham Whitaker (1796-1818)

L’ospite trasmigrato e l’origine dei Whitaker di Palermo

William Ingham Whitaker (1796-1818)
W-Ingham-Sacred-Fw.jpg

Enorme lapide (113cm x 103cm x 30cm spessore) di William Ingham Whitaker, giusto murata dietro la tomba-monumento dello zio Benjamin Ingham.

WILLIAM INGHAM WHITAKER (Leegreen, Yorkshire 1796 -Palermo 1818).

Nato il 10 Gennaio 1796 a Woodkirk, antico villaggio del sobborgo di Leegreen, nella città inglese di Leeds, West Yorkshire.


In effetti, il giovane era solo ‘William WHITAKER’, ma è conosciuto anche col cognome della madre, Mary Ingham, sorella del più famoso Benjamin Ingham (Osset 1784-Palermo 1861). Benjamin, grande mercante, commerciante e banchiere inglese, era arrivato a Palermo nel 1806, subito dopo che le truppe inglesi avevano esteso il protettorato britannico sulla Sicilia di Re Ferdinando I.

Abile e spregiudicato, ben presto ebbe bisogno di qualcuno che lo aiutasse negli affari e fu così che, non avendo figli propri, mandò a chiamare il figlio maggiore della sorella Mary, e cioè proprio il giovanissimo William Whitaker, che giunse a Palermo nel 1816. Purtroppo, dopo appena 2 anni, il giovane si ammalò di una febbre ostinata e morì a soli 22 anni il 21 Novembre 1818. L’ineffabile Benjamin Ingham, benché affranto per la morte del nipote, forse cinicamente, scrisse alla sorella in Inghilterra: “Your son has died, please send me another one” e cioè “Tuo figlio è morto, mandamene un altro”.

Dopo pochi mesi, arrivò a Palermo un altro nipote, Joseph Whitaker (1802 -Palermo 1884), dal cui matrimonio con Sofia Sanderson (da cui: Villa Sofia, oggi famigerato ospedale cittadino), discesero tutti i Whitaker di Palermo.
Lo sfortunato giovane William Ingham Whitaker, riposò nel cimitero inglese dell’Acquasanta per ben 132 anni, fino al 7 novembre 1950, quando i suoi resti furono traslati al cimitero inglese dei Rotoli, assieme a quelli dello zio Benjamin e a quelli dell’infante Joseph Whitaker (1843-1844), figlio dell’altro Joseph.

SACRED
TO THE MEMORY OF W. INGHAM
WHITAKER eldest Son of M. Jose WHITAKER
of Leegreen near Leeds Yorkshire who departed
this life in the flower of his Youth on the
21 day of Nov. 1818 aged 22 years
RELIGION, FAITH, SINCERITY and AFFECTION
Were the Virtues which adorned him thro life
He died much regretted both by friends and parents
CONSACRATA
ALLA MEMORIA DI W. INGHAM
WHITAKER figlio maggiore di Jose WHITAKER
di Leegreen vicino Leeds Yorshire che lasciò
questa vita nel fiore della sua gioventù il
21 Nov. 1818 all'età di 22 anni
RELIGIONE, FEDE, SINCERITÀ e DEVOZIONE
Furono le Virtù che lo distinsero per tutta la vita
Morì vivamente rimpianto da amici e genitori

Non fu affatto casuale questo trasferimento di resti da un cimitero in disuso ad uno attivo. Sicuramente le ultime due Whitaker, Norina e Delia, si affrettarono a rimuovere i due Whitaker e lo zio dal cimitero del Lazzaretto, prevedendone la devastazione, dopo il passaggio di proprietà dello stesso cimitero, dai Whitaker al Comune di Palermo, il 24 Gennaio 1950. Avevano previsto giusto.

Ai Rotoli, non c’è una vera e propria tomba perché il giovane William Ingham fu semplicemente inumato, con la lapide, ex cimitero Acquasanta, appoggiata ad un muro di cinta, verso la montagna..; nella chiesa di St. Mary a Woodkirk. dove il giovane era stato battezzato, una lapide lo ricorda, morto nella lontana Palermo. Incredibilmente, l’epitaffio di Woodkirk è uguale a quello della lapide di Palermo!

B-Ingham-rotoli-W-Ingham-Fw.jpg
B-Ingham-e-W-Sacres-W-Ingham-Fw.jpg
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Robert Shaw Gardner
Robert Shaw Gardner
Robert-Shaw-Gardner
Sul coperchio del sarcofago, sotto la croce
THY WILL BE DONE
Sulla fascia perimetrale
TO THE MEMORY OF ROBERT SHAW GARDNER DIED IN PALERMO THE 21 OCTOBER 1867 AGED 24

Alla memoria di Robert Shaw Gardner morto a Palermo il 21 ottobre 1867 all'età di 24 anni

Il sarcofago, in pietra grigia, ha i caratteri essenziali di una lapide quadrangolare leggermente rialzata: poggia a propria volta su un basamento di analoga forma, anche se leggermente sfalsata, forse a causa di un tentativo di traslazione non compiuto del tutto. Una croce si staglia nitida al centro, appena animata dall'iscrizione in caratteri cubitali che corre lungo la base.

Henry Thomas Eayres Gardner
Henry Thomas Eayres Gardner
Henry Thomas Eayres Gardner

SACRED

TO THE MEMORY OF THOMAS HENRY EAYRES

DIED IN PALERMO 20 OF NOVEMBER 1871 AGED 22 

WHOM THE LORD LOVETH HE CHASTENETH


Consacrato

alla memoria di Thomas Henry Eayres

morto a Palermo il 20 Novembre 1871 all’età di 22 anni 

Colui che viene amato da Dio viene educato

A sinistra: Il monumento, in pietra grigia, presenta una singolare ed elegantissima forma a croce che si ripete concentricamente per tre volte, con profilo dalla bombatura fortemente accentuata che contrasta poi col profilo di base, lineare e concavo, lungo cui corre l'iscrizione che ricorda le generalità del defunto

Henry-Thomas-Eayres-Gardner
Charlotte Gardner
Charlotte Gardner

CHARLOTTE GARDNER

nata a Boston

morta a Palermo

il 15 Marzo1918

Il cippo funerario ha forma quadrangolare rastremata verso l'alto con coronamento a timpano modanato, poggia su un basamento lacunoso di cui rimangono tracce perimetrali in pietra squadrata.

Charlotte Gardner
Edward E. L. Gardner
Edward E. L. Gardner

 

SACRED TO THE MEMORY OF EDWARD E. L. GARDNER

BORN IN BOSTON … AUGUST 1815

DEAD IN PALERMO 8 SEPTEMBER 1862


Consacrato alla memoria di E. L. Gardner

nato a Boston il … agosto 1815

morto a Palermo l’8 settembre 1862)C

Sarcofago in pietra grigia, una croce si staglia nitida al centro

Edward E. L. Gardner Acquasanta
Edward Martha Gardner
Edward Martha Gardner
Edward Marta Gardner

n. luglio 1845 – m. 3 febbraio 1920

Martha, figlia di Edward e di Martha Beaumont e sorella di Charlotte, sposò intorno al 1869 William Rose.

James Williams
James Williams

TO THE MEMORY OF

JAMES WILLIAMS

LATE MASTER OF THE SCHOONER

RICHARD HILL OF PLYMOUTH

DIED AT

PALERMO 4 APRIL 1836

AGED 33 YEARS


In memoria di

JAMES WILLIAMS

ultimo comandante de la goleta

Richard Hill di Plymouth

morto a

Palermo il 4 aprile 1836

all'età di 33 anni

Il monumento funerario con un canopo, poggiato sul terreno e privo di basamento, fu probabilmente spostato quando venne arretrato il muro di cinta del cimitero.

La lapide, a forma di arco ribassato, contiene l’epigrafe, è staccata dalla tomba e oggi appare semplicemente appoggiata ad essa.

L’iscrizione riporta che morì a Palermo, ma non c’è alcun riscontro negli indici decennali dello Stato Civiledel Comune di Palermo. Impossibile ipotizzare le circostanze della morte. Forse era di passaggio a Palermo con la sua nave.

James-Williams
Cimitero-James-William-Fw.jpg
Osborne-lapide-sinistra-Fw.jpg

Durante le nefaste riaperture del cimitero inglese, improvvide e improvvisate guide ti rifilano una inesistente “zona ammiragli” e cioè quella contenente le tombe di Thomas Ogle, James Williams e Peter Osborne, che erano comandanti di velieri mercantili e certamente non tronfi “ammiragli”.

Uno di questi mancati ammiragli:

Il giovane Capitano JAMES WILLIAMS (Plymouth 1803 – Palermo 1836)

In ultimo, Comandante del veliero “Richard Hill” di Plymouth, città portuale del Devon, nel SudOvest dell’Inghilterra, famosa perché luogo di partenza dei Padri Pellegrini verso il Nuovo Mondo, con la mitica nave “Mayflower”, nel 1620.

Molto giovane, forse al suo primo Comando. La sua tomba, benché spostata di almeno 10 metri nel 1928, in occasione della vendita di una striscia di terreno del cimitero al Cantiere Navale, è in discrete condizioni. Manca un pezzo di lapide, ma l’iscrizione è leggibile.

Giace accanto ai colleghi comandanti Thomas Ogle e Peter Osborne, tutti e tre morti lo stesso anno 1836, tutti e tre giovani e sfortunati.

La tomba fu spostata e rimontata alla rovescia, con la lapide rivolta verso il muro di cinta. Idem per la tomba del capitano Thomas Ogle.

La nave “Richard Hill” portava il nome dell’omonimo costruttore e proprietario del cantiere navale di Plymouth, dove la nave era stata varata. Era uno schooner, in italiano “scuna” che poi riflette esattamente la pronuncia inglese.

Difficile dire che aspetto avesse questa nave, perché uno schooner variava molto per dimensioni, alberatura, vele etc.

Viene in parte in soccorso il Lloyd’s Register of Shipping (Registro Navale Inglese), che nel volume anno 1836, riporta che il “Richard Hill era stato costruito a Plymouth nel 1829, tipo Schooner con scafo foderato di lastre di rame, Armatore Richard Hill, stazza 102 tonnellate, una media dimensione per quei tempi, non paragonabile alle stazze di 200-400 tons dei brigantini, “barque” e velieri tipo “ship” / Nave, i più grossi. Era comunque una nave di categoria A1, la più elevata-

A Plymouth hanno un vero culto per il veliero “Richard Hill” e per l’omonimo cantiere che operò per quasi tutto l’Ottocento.

Tre anni fa scrissi al City Council / Comune di Plymouth per informarli che il loro capitano James Williams era sepolto al cimitero inglese. Mi ringraziarono, dicendo che avrebbero aggiunto questa informazione a quelle in loro possesso sulla nave “Richard Hill”, ma non fornirono alcuna notizia sul capitano.

 

Così risposero da Plymouth:

…..15 /11/ 2016...

Dear Mr Marchese

Thank you for the information you have sent us. It is fascinating to know where he is buried and I will add this information to our information on Richard Hill, the ship.

Regards

Hill-schooner-Aw.jpg
Old-Schooners-Aw.jpg
Iulius Heyl
Iulis Heyl
Iulis Heyl Acquasanta

HIER

RUTH IN GOTT

JULIUS HEYL

GEBOREN ZU WORMS, RHEIN

DEN 15 IANUAR 1821

GESTORBEN ZU PALERMO

DEN 25 DECEMBER

1846

 

QUI

GIACE IN DIO

JULIUS HEYL

NATO A WORMS SUL RENO

IL 15 GENNAIO 1821

E MORTO A PALERMO

IL 15 DICEMBRE

1846

La lapide della tomba è un cippo di forma cilindrica, in buono stato, anche se alla base reca segni di “rascatini”, scarificature, dovute ai nefandi decespugliatori di pulizie oltraggiose.

Stavolta è stato possibile trovare l’atto di morte N° 502 della sezione S. Agata, cioè il settore Sud Est del Centro Storico, che comprende lo Steri, via Butera, Kalsa etc…


Il 25 Dicembre 1846, avanti Don Francesco Paolo Notarbartolo di Sciara, Senatore (Assessore) ed Uffiziale dello Stato Civile della suddetta Sezione alle ore 20 (circa le ore 13 con l’attuale computo delle ore), due becchini dichiarano che “...alle ore 9 del 25 Dicembre 1846 è morto nella Locanda della Fortuna sita nella Piazza Santa Teresa, il Signor Giulio Keyl di stato libero di anni 26 nato in Worms sul Rhona Germania, negoziante, domiciliato nella Locanda della Fortuna, figlio di Cornelio e di Maria Keyl…...

L’atto di morte è appena leggibile, inchiostro quasi svanito.
Ma, l’ufficio di Stato Civile, lavorava pure a Natale?


Il giovane negoziante tedesco (mercante, imprenditore) morì nella locanda della Fortuna, un nome, una beffa, sita nella piazza Santa Teresa, attuale Piazza Indipendenza. Scrissero “Keyl” ma sulla lapide è riportato chiaramente Heyl.


Era nato nella famosa città di Worms (Diete, Concordati, Trattati di Worms etc..) e forse era appena giunto a Palermo, alloggiando in una locanda dal nome augurale, guarda caso, vicino all’antica stazione di posta, cambio cavalli/carrozze/corrispondenza ancora esistente all’angolo della piazza con corso Alberto Amedeo, con degli altorilievi in legno, fantastici, anche se alcuni sono stati asportati.

Atto-morte-Julius-Heyl-Aw.jpg
C-A-Amedeo-Fw.jpg
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