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La Storia della Chiesa in una lapide proprio all'ingresso (11.12.2019). Si parla della fondatrice Maria Ventimiglia e Aldoino, anno 1700; "aere suo" vorrebbe dire: nel suo terreno;

Dell'ingrandimento, nell'anno santo 1900 sotto il sac. Pandolfo e infine alla elevazione a parrocchia, il 15 Marzo 1925, cardinale Lualdi e sac. Di Cola. Da notare che già dal 1869 la Chiesa fu autorizzata a celebrare matrimoni e battesimi e a tenere i relativi registri, perché prima, tutti gli Acquasantini si servivano della chiesa di S. Lucia al Borgo e della Cattedrale...

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Don Giovanni Ventimiglia, Marchese di Geraci, per primo,  nel 1698 diede inizio alla costruzione della sua casena e, sul fianco destro di essa, edificò anche una chiesa, poiché si doveva sottostare alle normative ecclesiastiche. L’istituzione ecclesiastica, infatti, imponeva ai fondatori di questi sacri edifici l’obbligo di istituire dei benefici semplici di jus patronato laicale. Lo jus patronato consisteva nel diritto di proprietà che il nobile aveva sull’edificio sacro da lui costruito. La chiesa patronale non apparteneva all’istituzione ecclesiastica, ma al signore che l’aveva costruita.

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Mons. Giuseppe D'Amato nacque a Palermo il 20/1/1923. Compì gli studi presso il Seminario Archivescovile e fu ordinato Presbitero il 28/7/1946.

Assistente dei Seminaritsi, fu nominato Parroco della chiesa SS. della Lettera il 30 marzo 1951, rimanendovi fino al 1984.

Dal 1 ottobre 1984 fino al 2 luglio 1998 fu Parroco del SS. Crocifisso a Pietratagliata. Dal 14/9/1991 Parroco in Solidum della Parrocchia di S. Oliva.

Delegato diocesano per la Pastorale del Lavoro e degli Emigrati dal 1971. Fu nominato Cappellano di Sua Santità e Canonico Onorario Metropolitano nel 1986.

Ha raggiunto la Casa del Padre il 6 novembre 2006. Riposa nel cimitero dei Rotoli.

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Seguono Padre Marco Lupo

Padre Nino Rocca

Giuseppe D'Amato infermiere

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Maria Assunta Lamia, nipote di Padre D'Amato

Ricordo che avevamo il cortile della scuola a disposizione per giocare... nel salone, invece, ho festeggiato la comunione e poi lo zio organizzava gare musicali per noi ragazzi e suonava una band formata da acquasantini. Si organizzavano anche feste Ricordo. Poi che mio padre , ero piccolissima (la mamna ha le foto) ha recitato nella, "passione" che si faceva nell'oggetto cinema igiea.

C'era ai tempi una bella organizzazione di giovani che davano tempo e cuore alla borgata attraverso le attività che la parrocchia patrocinata. Io ero piccola, considera che lo zio ha lasciato la parrocchia nel 1973 quando avevo poco più di 12 anni ma Ricordo quei 12 anni pieni di vita e di emozioni belle che non dimenticherò mai. Ricordo quando venne a pranzo il cardinale Ruffini... è con il cardinale Pappalardo che ha visitato lo zio in ospedale e, in ultimo, con il cardinale Sangiorgi , che ha è venuto a trovarlo 2 volte in ospedale e poi ha celebrato il funerale! Lo zio era un decano della cattedrale molto rispettato e credo sia un onore per la borgata!

Battesimi, Comunioni, Sposalizi
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Il Marchese Ventimiglia-Geraci si attenne alle norme ecclesiastiche di allora e così la chiesa da lui edificata risulta separata dalla casena e con il prospetto principale e la porta di ingresso aperta sulla pubblica via.


Normalmente queste chiese pubbliche avevano un solo altare e, quasi sempre, vi era  un crocifisso e l’immagine della Sacra Famiglia.
Inoltre, le norme ecclesiastiche del tempo concedevano a colui che sulla chiesa aveva lo jus di patronato, anche dei privilegi, quali: l’elezione del Beneficiante, la facoltà di titolare la chiesa e di apporre il proprio stemma, e quella di avere dei posti riservati durante la celebrazioni. Tra tutti questi privilegi, il più importante era quello di scegliere e presentare al Vescovo l’Ecclesiastico di fiducia che avrebbe dovuto curare la chiesa. In questo modo si dava al patrono la facoltà di imporre i propri candidati, che per lo più erano chierici di famiglia.


La villa casena e il sacro edificio vennero costruite dal Marchese Don Giovanni Ventimiglia e il beneficio ecclesiastico con tutti i diritti e i doveri ad esso collegati, fu dato alla moglie, la Marchesa di Geraci, Donna Anna Arduino Ventimiglia, nativa di Messina.

Donna Anna Arduino, Marchesa di Geraci, era andata in moglie al Marchese Don Giovanni  Ventimiglia verso la seconda metà del ‘600 e quando il suo consorte costruì la sua casena all’Acquasanta, essa si assunse l’onere del beneficio di dare il titolo alla chiesa. Possiamo dire con certezza che la chiesa fu fondata dalla Signore Donna Anna Ventimiglia ed Ardoino Contessa  Marchesa di Geraci il giorno 31 maggio 1714 per atto in Notar Don Antonino Terranova, dando il titolo di Santa Maria della Lettera.

La stessa fondatrice il 18 novembre 1731 nel suo testamento agli atti del Notar Don Gaspare Sarcì istituì sua erede universale la Signora Donna Girolama Ventimiglia.


C’è da dire un particolare importante; nel 1764 il Vescovo di Cefalù familiare dei Geraci-Ventimiglia, aveva fatto dono alla venerabile chiesa di Santa Maria della Lettera di un prezioso reliquiario contenente un sacro frammento della Santa Croce.
La chiesa dunque, che resta separata dalle stanze della casena e con la porta centrale aperta sulla strada, fu finalizzata ad uso pubblico.


Vogliamo provare adesso a dare uno sguardo a questa chiesa partendo dall’esterno per poi inoltrarci al suo interno. Questa descrizione ci viene fornita da una relazione del 4 agosto 1798 fatta da C. Angelini (riportata nel testo di Mons. Gaetano Tulipano).


Procediamo dall’esterno: la chiesa è situata sul lato destro della casena, legata al grande portone del palazzo. La porta centrale si affaccia su una grande piazza non cementata che va a lambire la costa del mare. Sopra la porta della chiesa c’è un orologio e poi una nicchia per le campane. Il tutto è sormontato da una croce. Il tetto spiovente termina nella parte posteriore con una cupola, ricoperta da ceramiche colorate a disegno geometrico a forma di lanternino. Nelle parti laterali della chiesa ci sono due finestre per lato, che inondano l’interno di luce. Accanto alla porta, nel 1752, si da il via alla costruzione di una casa canonica per i Cappellani e per il Beneficiale, composta da un piano terra e un primo piano.
Inoltriamoci adesso nel suo interno: la pianta della chiesa è ad aula, con volta a vela e abside su cui si imposta la cupola decorata a tarsie marmoree. Lo spazio interno è abbastanza notevole per gli edifici sacri patronali del tempo e qualifica l’importanza del fondatore.


Divenuta chiesa, fu ampliata nell’800 e tra il 1895 ed il 1900 fu soggetta a lavori di ingrandimento con il rifacimento del prospetto e la realizzazione del campanile. 
Nel mese di giugno del 1900 la nuova e bella chiesa della Borgata Acquasanta fu benedetta ed è aperta al pubblico. All’apertura e alla benedizione intervenne il palermitano e anziano Arcivescovo Michelangelo Celesia.


 

 

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Nel 1924 divenne parrocchia della borgata.


Descrizione interna dell’attuale Chiesa Parrocchia: Si entra nella Chiesa dalla Piazza Acquasanta attraverso una porta di castagno; a fianco sul lato sinistro in una nicchia nel muro si trova un “Ecce Homo”; proprio di fronte a detta porta c’è la cappella, dedicata alla Madonna della Lettera, impreziosita da un altare barocco in marmi mischi con colonne tortili e un olio su tela bizantineggiante raffigurante l’immagine della Madonna della Lettera probabile esecuzione della scuola del pittore messinese Francesco Catalano risalente al XVII secolo. Il quadro ha una cornice dorata e rappresenta la Vergine rivestita da una manta d’argento sbalzata e cesellata, che presenta diverse punzonature di marchi tra cui un’aquila di Palermo e una testina di Cerere. Ai due fianchi dell’altare due colonne in marmo a colori e disegni. Dinanzi la cappella due lampadari di metallo.


Ritornando da detta cappella, ci si trova l’aula “Chiesa” che è a tre navate con colonne in muratura. 
Nella navata di destra, in fondo vi è una nicchia a cupola con la statua della Immacolata Concezione. 
Nella navata centrale vi si trova l’altare di marmo bianco.  Il presbiterio è composto a semicerchio: al centro si trova l’altare rivolto verso l’assemblea la sede del celebrante e posti a sedere per i ministri; due scalette sempre in marmo bianco poste dietro la sede portano al tabernacolo con sopra un crocifisso ligneo del ‘700. Nelle pareti delle navate laterali vi sono collocate quattro tele, due per parte, raffiguranti: il battesimo di Gesù con sotto un fonte battesimale; la resurrezione di Gesù dagli inferi,  l’Annunciazione dell’Angelo Gabriele a Maria e un tela dedicata a S. Filippo Neri. Ancora all’interno si trova una statua lignea della Madonna della Lettera di scuola del Bagnasco. Guardando la navata centrale sulla sinistra si trovano un reliquiario contenente diverse reliquie, nella navata sinistra una nicchia a cupola contenente la statua del Sacro cuore.

 

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Nel corso degli anni l’edificio subì diversi rimaneggiamenti, l’ultimo dei quali nel 1984-1994.


La storia di questa Parrocchia di Palermo, la cui data di nascita risale al 15 dicembre 1924, fa riflettere e contemplare i vari avvenimenti anche storici di Palermo, sin dai primi anni di crescita, dovuti alla grazia di Dio, ma anche all’impegno gioioso e faticoso dei suoi Presbiteri e ai fedeli cristiani dell’Acquasanta. 


La Parrocchia si avvale di alcuni locali posti in via Ammiraglio Rizzo per l’Oratoriocatechismo-doposcuola e sala teatrino al primo piano; in Via Giordano Calcedonio: Centro Caritas parrocchiale, la sede degli Scout, e salone “S.Giuseppe” al primo piano per riunioni di vario tipo ed infine un campetto sportivo. Questi locali appartengono all’”Opera Pia Cardinale Ruffino” ma ceduti momentaneamente alla Parrocchia Maria Santissima della Lettera.

Tratto da: Mons. Gaetano Tulipano

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Inaugurazione e concerto dell'organo della chiesa, dicembre 2019
Dal Facebook di Nicola Vitellaro
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Altare e balaustrata originali della chiesa. Padre Giuseppe D'Amato celebrando nozze d'oro.

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Il singolare indirizzo della chiesa: Via Altavilla, 107

La mattina del 9 settembre 2020 usciva dalla canonica della Chiesa dell’Acquasanta, il parroco don Antonino Rocca, che un anziano panchinaro asseriva essere del vicolo Pipitone. 

Parlai con altri borghigiani, poi, quando il Parroco ritornò gli chiesi come stavano le cose, ...spiegò che suo padre era del vicolo Pipitone, cortile Fontana (Arco), i nonni socialisti, perseguitati dal fascismo. erano del cortile Rocchetti, angolo via Acquasanta. 

 

Mussolini li sloggiò dalla casa di fronte i carabinieri per avere tenuto un comizio anti-regime costringendoli a prendere la via dell’esilio! 

 

La chiesa divenuta parrocchia dal 1925, dopo diatribe con le alte sfere. Lapide esplicativa all’ingresso della Chiesa. 

 

Aggiunse che voleva riordinare l’archivio parrocchiale anche per capire qualcosa a proposito della cripta, murata da padre Salvatore Cannizzaro (Parroco dal 1974 al 1984), nel rifare il pavimento della Chiesa e da localizzare, magari usando il geo-radar. 

L’anziano, ex ingrassatore, era scampato al terribile incidente, avvenuto nella sala macchina della petroliera “Conca d’Oro”, il 4 giugno 1969, allorquando il Direttore di Macchina, Renzo Orlando, rimase gravemente ustionato. Col 1° macchinista pure ferito e shoccato, toccò al 2° macchinista, Cap. F.P. D’Anniballe, forzare al massimo l’andatura della nave per raggiungere la vicina Gibilterra e ottenere così i dovuti soccorsi per gli infortunati. Da anni, la piazzetta con Padre Pio, è dedicata proprio al cap. Renzo Orlando che tanto si prodigó per la Borgata.

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Per quanto sopra premesso, chi meglio di don Nino Rocca poteva spiegare l’arcano della "via Altavilla 107"? 

 

Da me interpellato con una email, così si espresse lo scorso 12 maggio: 

……………... 

Oggetto: Re: Parrocchia in Via Altavilla, 107 

………………... 

Il quesito è esattamente quello che mi pongo anch'io ogni volta che ricevo la posta, utenze comprese. Io ho trovato quattro indirizzi: Piazza Acquasanta; Piazza Acquasanta, n°22; via Ammiraglio Rizzo, n°12; via Altavilla n° 107. Di tutti questi, l'unico certo è via Altavilla n° 107 riportato nel decreto di riconoscimento giuridico dell'Ente Parrocchia.  

Tutto parte da Villa Altavilla-Geraci, ovvero la villa seicentesca nobiliare appartenuta a un ramo della Famiglia Ventimiglia accasatasi con i Geraci; da qui il doppio cognome che porta la Villa. L'asse stradale della regia trazzera che dalle Falde di Monte Pellegrino conduceva a Villa Altavilla-Geraci oggi è quasi del tutto cancellato. Due tratti sono interrotti da via Taon de Revel dei quali solo uno, dove ricade un Supermercato, recita Via Altavilla e si conclude dietro il distributore di benzina difronte alla Chiesa di Don Orione. Via Ammiraglio Rizzo e le costruzioni del quartiere hanno cancellato il resto della strada che arrivava alla Piazzetta Altavilla, al Cristofalo per intenderci, per poi scendere giù, costeggiando la Casa Canonica della Chiesa Maria SS della Lettera, che come riporta la lapide accanto al portone della sua parte settecentesca un tempo veniva chiamata - della Sacra Lettera-.  

È da qui deriva l'indicazione toponomastica riportata nell'atto di riconoscimento giuridico della Parrocchia.  

Di fatto il tratto interrotto da Via Ammiraglio Rizzo che da Piazzetta Altavilla porta alla Chiesa, oggi si chiama via Bettolo. Stranamente il tratto che congiunge Piazza Acquasanta a via Ammiraglio Rizzo è privo di una tabella che la denomini è probabile la denominazione sia divenuta con il tempo illeggibile ed è stata coperta o semplicemente, se in marmo, sia crollata, come avvenuto in tante parti della Città. Rimane il fatto che se il Comune di Palermo non denomina questo tratto come strada o come piazza, il suo nome rimane quello storico di Via Altavilla il cui unico numero civico rimane quello del riconoscimento giuridico della Parrocchia. Ora le pongo io un quesito: perché la piazza si chiama Piazza Acquasanta e non Piazza Altavilla o Piazza Geraci o Piazza Pandolfo? Se fossimo più attenti e innamorati alla storia della nostra città dovremmo mantenere il ricordo di nomi ed eventi importanti! 

Dalle stampe si evince che la piazza è nata dopo ed era la parte frontaliera che dava a precipizio sul golfetto. Venne chiamata la Piazza dell'Acquasanta, ovvero, il luogo da raggiungere per poter attingere ad un'acqua ritenuta miracolosa che si poteva attingere da un pozzo, ancora esistente, situato accanto a una Chiesetta rupestre, oggi di proprietà privata. Si tratta di una sorgente d'acqua dolce proveniente dal Monte Pellegrino che riaffiora poco prima di versarsi in mare, accanto a quelli che furono i Bagni Termali Pandolfo. Nei pressi di Villa Lanterna vi era un ponte in pietra che scavalcava un torrente che scendeva da Monte Pellegrino e che metteva in comunicazione Villa Altavilla-Geraci con la Villa dei Principi di Belmonte; oggi coperto dall'incrocio tra via Gulì e via Ammiraglio Rizzo. Sarebbe bello ricostruire una simulazione digitale degli assi stradali e dei torrenti che scendono da monte pellegrino e i loro ponti, così come dei golfi che caratterizzavano questa zona costiera attorno all'area della Quarantena Marittima della città di Palermo.  

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La mia risposta: 

Gentile don Nino, 

la ringrazio per la sua rapida ed esauriente risposta al mio quesito. Invero, ho sempre saputo di una Villa costruita da un Ventimiglia, mentre la cappella costruita per volere di Anna Arduino et Ventimiglia, marchesa di Geraci, come anche riportato nella lapide all’entrata della chiesa. 

La presenza degli Altavilla è per me inedita. Concordo sul fatto che in un passato remoto, la via Altavilla avesse il suo naturale sbocco proprio sulla piazza Acquasanta. In effetti, esistono ancora due “pezzi” di strada denominati via Altavilla e cioè la parte da lei citata ma anche la parte che origina dalla via Monte Pellegrino, arrivando fine alla via Thaon de Revel. In quanto al nome della piazza “Acquasanta”, proprio sposando la sua tesi, penso che si preferì fare riferimento alla sorgente dell’Acqua-Santa, in omaggio a un luogo sacro come la chiesa; gli Altavilla avevano già avuto la loro via, i Geraci la loro villa e i Sacerdoti Pandolfo non erano ancora emergenti. La notizia dell’esistenza di un ponticello di fronte villa Lanterna, per superare un torrente ex Monte Pellegrino, è pure inaudita, almeno per me. 

L’amore per la storia della nostra città e in particolare per la nostra Borgata è qualcosa che bisognerebbe suscitare, ma non è per niente facile. Quelle poche volte che mi sono trovato a parlare con i pensionati delle panchine, abbiamo rivangato solo cose del nostro passato, anni ’50 e ’60. Anzi, una volta che avevo chiesto ad un “ anziano” (buffa parola), se sapesse qualche aneddoto sul Cimitero Inglese, mi sono sentito rispondere: “Eh, ma, io non è che posso sapere queste cose”. Comunque sia, io e altre due-tre persone stiamo formando le biografie degli inumati noti del “campusantu ‘ngrisi”. Le altre persone, però, essendo architette e antropologhe, stanno conducendo uno studio sistematico del luogo con un approccio totalmente tecnico e professionale, diversamente dal mio, alquanto…artigianale. Una ricostruzione di torrenti e ponticelli dell’Acquasanta, sarebbe estremamente interessante! Occorrerebbe tempo e ricerche idonee. Oltretutto, anche per villa Geraci, ci saranno atti notarili che la riguardano, ma non conoscendo l’eventuale nome del notaio rogante, non si saprebbe da dove cominciare all’Archivio di Stato-Gancia. 

Ancora ringraziandoLa……  

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Ora, addenda, commenti, deduzioni, esclusioni, dubbi e prese di posizione..sono d’obbligo. 

Anche diatribe di tipo storico-toponomastico, saranno ben accette… comincio io: 

Scrive l’arch. Adriana Chirco in “Palermo, la città ritrovata, itinerari fuori le mura”:  

 

“L’antichissima via Altavilla, attraversava i terreni appartenuti nel secolo XVII ai marchesi di Altavilla, e collegava con un tracciato tortuoso la zona Falde con la Borgata dell’ Acquasanta” 

Carmelo Piola nel suo “Dizionario delle Strade di Palermo, 1870”, la descrive come via Altavilla all’Acqua Santa - proprietà privata, segno che si trattava di una trazzera per l’accesso ai terreni dei soli Altavilla. L’autore, molto attento nel riportare vie, piazze, piazzette, vicoli, cortili etc, nel nostro caso riporta solo “via Altavilla” e nient’altro. Annota invece, via dell’Acquasanta, piazza e cortile Acquasanta. Il Piola, quindi, fornisce la prova che stavamo cercando. 

Noi, la via Altavilla, ce la ricordiamo, specialmente in estate, come una strada assolata e desolata, polverosa, con muri altissimi. Rasentava l’Istituto Don Orione, costruito nel dopoguerra nell’area di una ex cava di tufo. Di caratteristico, è rimasto un tratto che inizia da via Monte Pellegrino, (un tempo, via Falde), vicino l’osteria e la fontana. Nell’altro breve tratto, c’è un supermercato. 

L’altro ramo, oggi riconducibile in parte, inizia già col novello nome di via Ammiraglio Bettolo, dalla salita che dall’incrocio con la via A. Rizzo, porta alla piazzetta Altavilla (ex panificio Sanfilippo), per poi proseguire tra vari edifici con due tratti ad angolo ottuso e terminare bruscamente con una scalinata che la collega con la via A. Rizzo. Dalla piazzetta Altavilla, sulla destra, tramite due piloni superstiti, si diparte il cortile Altavilla che un tempo portava ‘a Cunzaria,... oggi questo sito è totalmente stravolto.  

Per avere uno stato dei luoghi attendibile, bisognerebbe ricorrere alle mappe del Catasto post-borbonico, il cui impianto risale all’anno 1877, o almeno a quelle del Catasto del 1929 che si trovano all’Archivio di Stato. Le attuali mappe catastali hanno come base quelle rilevate alla fine del 1939 e costituiscono un delizioso “minestrone”, perché rappresentano una situazione relativa a quell’anno con le relative modifiche intervenute successivamente, solo che tali modifiche non sempre sono state apportate, per cui, ad esempio, vi si può trovare il vicolo Pipitone com’era prima della guerra, ma anche la via A. Rizzo o il lunghissimo palazzo di via Fileti. Il dr. Frankenstein non poteva fare di meglio. Nel 2014 avevo chiesto spiegazioni in proposito e mi fu risposto dall’URP dell’Agenzia del Territorio, che le variazioni vengono apportate su richiesta degli interessati! 

Per avere comunque un’apprezzabile rappresentazione della zona che ci interessa, bisogna riferirsi al Portale Cartografico di Palermo, online, che riporta intanto quella del 1935-37, effettuata con i primi rilievi aerei. Sono segnate anche alcune altitudini, molto utili. Vi troviamo la via Altavilla in tutta la sua interezza, via Castellana, etc; si nota un tratto di terreno compreso tra la Chiesa e quel grande palazzo dal prospetto rustico che risale ai primi anni ‘20. L’accesso al giardino era assicurato da un cancello tra muri di confine.

 

Un’altra rappresentazione si riferisce agli anni 1956-57, dove già si può vedere la via Regione, quasi subito rinominata via Ammiraglio Rizzo. La via, già completata nel 1956, si fermava all’altezza dell’attuale Oratorio della Parrocchia Acquasanta. Nel marzo 1957, assistemmo all’abbattimento del muro di confine e relativo ingresso del terreno sunnominato, per superare l’ultimo ostacolo che avrebbe portato al definitivo assetto della via con lo sbocco su via Belmonte. Per far ciò, fu completamente demolito il palazzo padronale che probabilmente risaliva agli anni a cavallo tra il 18° e il 19° secolo. Nella famosa foto del 1865 è evidente il palazzo in questione, all’interno di un cortile con accesso delimitato da due piloni neo-classici, di cui, solo uno si può ancora oggi ammirare. I più ‘giovani’ ricorderanno bene il palazzo, appartenuto a tali Badalamenti, che poi realizzarono l’Arena Trionfale proprio su un brano superstite dell’area occupata da quell’edificio, che, dopo la guerra, fu adibito a scuola elementare “Acquasanta”. Io ci frequentai la classe terza elementare, a.s. 1954-’55. Tutto cadeva a pezzi, ma nessuno se ne curava. 

Nella carta OMIRA del ‘56-’57, la salita e la piazzetta vengono indicate come “Piazzetta Altavilla”, ma è doveroso ritenere che, in antico, non venisse contemplata questa distinzione tra piazzetta e via Altavilla e che quest’ultima iniziasse proprio dall’attuale ingresso alla canonica e questo giustificherebbe quanto riportato dalla piccola targa lapidea: “...via Altavilla 107”. 

Scoperta della carta vetrata? No, ciò era già stato prefigurato da G.A.Miosi e Giusy Lombardo, ma il Piola ce l’ha confermato.  

Pochi anni fa, un tecnico del Comune di Palermo, G.B. Vitrano, realizzò una comparazione cartografica digitale, online, con la rappresentazione attuale della città e com’era in quel 1935, con veduta ad “occhio di bue”, semplicemente sovrapponendo e spostando a piacimento, col mouse, un’area circolare antica su quella attuale. L’effetto è strabiliante. 

L’Epilogo, con un crudele quesito: esistono ancora altri pezzettini della via Altavilla, oltre quelli già descritti?? Eh sì, ora bisogna rimettere in moto tutti i neuroni disponibili. 

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Pasqualino Marchese

Admin

Potremmo pensare che è l'inizio della antica via Altavilla, che interrotta riprende dopo via Ammiraglio Rizzo e via Maturano... Semplice e mistero risolto!

Per contattare la amministrazione della chiesa:

MARIA SS. DELLA LETTERA

QUARTO VICARIATO, MARIA SS. DELLA LETTERA

Denominazione ufficiale: MARIA SS. DELLA LETTERA

Codice fiscale:80054110823

Tipo:PARROCCHIA (CA.515,/3)

Telefono:0912523963

Fax:0912523963

Email:mariassdellalettera.palermo@gmail.com

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