L’ACQUASANTA e lo scienziato di Salita Belmonte:
Pasquale Sconzo
Che la Salita Belmonte, ‘a Muntatiedda’, vantasse i natali di un grande scienziato è davvero inusitato, eppure...
Nella Salita Belmonte, in corrispondenza della curva verso Villa Igiea, nelle vicinanze della fontanella pubblica (Fonderia Di Maggio, 1898), c’è un notevole edificio padronale consistente in un piano terra con grande portone d’ingresso, depresso rispetto alla suddetta curva soprastante con un primo piano con balcone sormontato da terrazzino. In origine, l’accesso era chiuso da un cancello che immetteva nel giardino retrostante confinante con la più elevata via Belmonte. Questo primo corpo di fabbrica è senza soluzione di continuità con una parte più lunga dotata di diversi accessi terranei, primi piani e balconi, prospicienti la salita, dalla suddetta fontanella in avanti. Tra Ottocento e Novecento, nell’edificio dimorava il capitano marittimo Don Gaetano Sconzo (Palermo, 1864-1945), con la moglie, Antonina Badalamenti (Palermo, 1871-1955).
La coppia ebbe ben 9 figli, 6 maschi e 3 femmine, tutti nati in quella casa con l’assistenza della stessa levatrice in un arco di tre lustri.
I cinque figli maschi rintracciati, sono:
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Antonino, nato il 20.10.1896, docente di chimica
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Giovanni, nato il 28.7.1897 Ingegnere navale e preside dell’Istituto Nautico (1940-60)
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Giulio, nato il 28.8.1901, medico
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Alfredo, nato il 4.2.1904, 2° ufficiale di coperta, una delle vittime del naufragio della nave Tirrenia “Città di Trapani”, Trapani 4 dicembre 1957.
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Pasquale: matematico e astronomo.
E tre femmine:
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Rosalia,
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Francesca Paola,
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Maria
L’eccezionale levatura di Pasquale Sconzo, richiederebbe una lunga e dettagliata biografia, ma data l’avara e ripetitiva consistenza delle fonti, ne forniremo una minimale ma di sicuro interesse.
Pasquale Sconzo, nacque a Palermo l’8 giugno 1908, nella suddetta Salita Belmonte, di Gaetano e Antonina Sconzo
Dotato di fervido intelletto, al compimento degli studi al Liceo Scientifico fino al 1926, anno che si iscrisse alla Facoltà di Matematica dell’Università di Palermo. Suo compagno di corso fu Giuseppe Bartolozzi di Federico (1905-1982), poi insegnante nell’Istituto Nautico, a tutti noto.
Insieme si laurearono col massimo dei voti col matematico Michele De Franchis, al termine dell’anno accademico 1929-’30; Pasquale Sconzo con una tesi su “La ricerca delle traiettorie geodetiche chiuse in una varietà metrica assegnata” e Giuseppe Bartolozzi con una tesi “Sopra una corrispondenza asintotica fra superfici affini equidistanti”.
Dei 9 laureati, ben 6 erano donne.
La situazione peggiorò di anno in anno con il trasferimento in altra sede degli assistenti Lorenzo Caldo (1933) e Pasquale Sconzo (1934), che dal 1° novembre di quell’anno divenne assistente di ruolo presso l’Osservatorio di Catania, anche se per il primo anno borsista presso l’osservatorio di Heidelberg, Baden-Württemberg, Germania, dove si occupò in particolar modo di Meccanica Celeste e calcoli di orbite.
In quella stessa città, Pasquale conobbe Elisabeth SCHLAG (Heidelberg, 3 aprile 1914 – Arlington, Mass., 7 novembre 1998) ed ivi si sposarono il 18 Febbraio 1936.
Lo scienziato volle chiamare i suoi figli col nome di alcune stelle. Il primogenito Sirio Antonio SCONZO nacque ad Heidelberg il 25 luglio 1937. Sirio è il nome italiano della stella Sirius della costellazione Canis Major, molto brillante e suggestiva. La figlia Wega Giulia (Venezia, 24 gennaio 1944), prese il nome dalla stella Vega, la più luminosa della costellazione della Lyra.
Negli Stati Uniti, Sirio SCONZO è stato ingegnere e scienziato e Wega Giulia SCONZO, insegnante di lingue straniere. In casa Sconzo si parlava correntemente in italiano, inglese, tedesco e spagnolo.
Nel 1937 la famiglia si trasferì a Savona, dove Pasquale iniziò ad insegnare presso l’Istituto Nautico di quella città per poi passare l’anno dopo ad insegnare presso l’Accademia Navale di Venezia, Scuola Navale Militare “Francesco Morosini”, situata nell’ isola di Sant’Elena. La famiglia alloggiava al Lido di Venezia in via Fra Mauro a pochi metri dalla spiaggia.
Dal 1940 al 1943 Pasquale Sconzo partecipò alla 2a Guerra Mondiale come Capitano d’Artiglieria in Libia e su altri fronti.
Nel febbraio 1944, la famiglia si rifugiò in Germania, dopo la chiusura dell’Accademia Navale di Venezia a causa dell’avanzamento del fronte di guerra. Dal 1944 al 1947, Pasquale continuò i suoi studi post dottorato e ricerca di Meccanica Celeste presso l’Osservatorio Astronomico di Heidelberg, sulla montagna di Koenigstuhl , finanziato dalla “Alexander Humbolt Stiftung”, una fondazione tedesca di ricerche scientifiche, usufruendo di una cospicua borsa di studio, protetto dal suo mentore, il prof. dr. Vogt, direttore dell’Osservatorio.
Nel maggio 1945, a guerra conclusa in Europa, la famiglia fu costretta a trovare sistemazione presso gli alloggi degli studenti, nello stesso Osservatorio Astronomico, lasciando l’abitazione ai militari americani. Intanto, nella primavera del 1946, Pasquale Sconzo ritornò in Italia per insegnare per un breve periodo presso l’Istituto Nautico “Cristoforo Colombo” di Camogli, mentre tutta la famiglia risiedette a “Villa Mori”, sulle alture di Portofino, dal 1947 al 1949.
Pasquale si trasferì nel 1948 presso l’Osservatorio Astronomico dell’Università Nazionale di La Plata (Universidad Nacional de La Plata (Argentina), poi chiamata Universidad Nacional “Eva Perón” dal 1952 al 1955 in onore alla prima dama morta nel 1952.), per iniziare un progetto di ricerca e insegnamento di Meccanica Celeste. Fu proprio a La Plata che egli iniziò a sviluppare le teorie per la soluzione del “Problema dei Tre Corpi” (Three-Bodies problem), applicato allo studio delle traiettorie orbitali di satelliti e asteroid.
Arcaici calcolatori meccanici a manovelle furono usati per provare la fattibilità di future possibile e approssimate soluzioni del problema. Solo molti anni dopo, nei primi anni Sessanta, quando Pasquale Sconzo divenne capo scienziato dell’IBM, a Cambridge, Massachusetts, gli stessi computers IBM furono in grado di confermare che reiterate e successive approssimazioni di calcolo ad alta velocità, erano in grado di predire le traiettorie di oggetti spaziali con acquisizione orbitale. La NASA fece buon uso dello sviluppo delle equazioni matematiche di Pasquale Sconzo per i loro programmi “Gemini” e “Apollo” per i successivi voli orbitali attorno alla Terra e alla Luna e per le manovre di rendez-vous di navicelle spaziali.
Nel settembre 1949, Pasquale Sconzo ritornò in Italia per partecipare ad un convegno professionale in Svizzera e per organizzare il trasferimento della famiglia, ancora a Camogli, in Argentina. Il viaggio durato 27 giorni fu effettuato con la nave passeggeri argentina “Rio Santa Cruz”, con soste in diversi porti: Marsiglia, Barcelona, Las Palmas, Pernambuco, Rio de Janeiro, Montevideo e finalmente Buenos Aires. Durante la sosta nei porti, il matematico fu una eccellente guida per la famiglia, visitandone i luoghi storici o cospicui.
Dall’ottobre 1949 al dicembre 1955 la famiglia Sconzo risiedette in una casa messa a disposizione dall’Università di La Plata per lo staff dell’Osservatorio astronomico, nel Parque del Bosco, all’estremità occidentale della stessa città di La Plata, capitale dello Stato di Buenos Aires.
Nel dicembre 1955, dopo la caduta di Juan Domingo Peron, gli Sconzo ritornarono in Italia col transatlantico “Conte Grande”. Il trasferimento si era reso necessario dall’avversa situazione politica generatasi dopo la deposizione del presidente argentino Juan Domingo Peron e per la fine del contratto professionale di stato di Pasquale Sconzo, che si trasferì e visse brevemente negli Stati Uniti con una borsa di studio del Programma Fulbright, prima di ritornare in Italia dove riprese il suo posto di insegnante presso l’Istituto Nautico di Camogli e poi presso l’Istituto Galileo Galilei di Roma, fino al 1959.
Departamento de Cálculos y Efemérides. (Pag. 146-147)
Entre los meses de enero y abril, el Jefe del Departamento Profesor Doctor Pascual Sconzo, realizó una visita de estudio e investigación a centros norteamericanos especializados en las tareas de su Departamento, beneficiado por una Beca del Board of Associated Research Councils de Washington. Esta visita ha sido muy provechosa para nuestro Instituto.
Colaboración con la Unión Astronómica Internacional: Se han continuado los cálculos con la central de pequeños planetas con sede en el Observatorio de Cincinnati, habiéndose remitido las efemérides des de oposición para el año 1954, de los planetitas de nuestra lista, y se encuentran en estado de avanzada elaboración las relativas al año 1955.
La colaboración se ha extendido a los cálculos de mejoramiento de órbitas pedido por dicha Central y por el Instituto de Cálculos de Heildelberg.
De los planetitas pertenecientes a una lista especial, se h a n calculado las perturbaciones planetarias; entre ellos, muy particular atención hemos dado a los nuevos astros descubiertos en nuestro Observatorio: 1569 (Evita), 1.571 (Justicialista), 1.581 (Abanderada), 1.582 (Martir), 1.588 (Descamisada), 1.589 (Fanática) y 1.591 (E.U.) para el cual se espera la numeración definitiva de Catálogo.
Su teoría relativa ha sido elaborada por el Doctor Jacobo Gordon.
También el Doctor Gordon dió término a los cálculos relativos al planetita 1.009 (Sirenne) que no había sido observado más desde un descubrimiento en 1923, y que aparecerá en condiciones muy favorables para la observación fotográfica, no obstante ser muy pequeño, en la oposición del año 1954 en que alcanzará la magnitud 16a.
El profesor Sconzo continuó con éxito sus investigaciones sobre la teoría de las órbitas planetarias, cuyos resultados han sido expuestos por el autor en uno de sus coloquios científicos realizados en el Observatorio y por medio de una comunicación en las jornadas matemáticas argentinas realizadas en San Luis en setiembre último y de una publicación en las Memorias de la Sociedad Astronómica Italiana.
Dichos trabajos, se refieren a la posibilidad de solucionar el problema de la determinación de las órbitas elípticas en el caso de intervalos muy grandes de tiempo. Las dos soluciones indicadas, una de corrección diferencial y la otra de carácter puramente algebraico, han sido ensayadas satisfactoriamente en varios casos concretos. Además se está elaborando una memoria con las conclusiones.
El profesor Sconzo ha continuado la obra de colaboración comprometida con la revista bibliográfica anual que se edita en Alemania, resumiendo toda la bibliografía astronómica mundial aportando las fichas crítico-bibliográficas correspondientes.
La oficina de cálculos continuó realizando los de las posiciones aparentes de las estrellas observadas por el Profesor Baldini para el Servicio Internacional de Latitud.
Las publicaciones del año, editadas en Prensa, son las siguientes:
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“Una notable aplicación de las expresiones de Kuehnert, relativas a las series f y g de Lagrange" (Memorias de la Sociedad Astronómica Italiana Vol. 24, 4.). *
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“El anillo de los planetitas entre Marte y Júpiter” (Scientia).
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"Cálculos de perturbaciones y efemérides de planetitas para 1954”. (Circular n- 14 de las Publicaciones del Observatorio).
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"Publicaciones de cálculos aislados sobre planetitas.efemérides, etc. en el M. P.C. de Cincinnati”.
Departamento de Mecánica Celeste. (Pag. 150)
Este Departamento estuvo a cargo del Profesor Dr.Alexander Wilkens hasta el mes de marzo, en que se retiró para acogerse a los beneficios de la jubilación.
Posteriormente se encomendó su Jefatura al Profesor Doctor Pascual Sconzo.
En los primeros meses, el profesor Wilkens prosiguió su investigación sobre el movimiento del cometa ENCKE, de acuerdo con lo informado en las Memorias de años anteriores.
Después de su retiro, parte de los cálculos quedaron a cargo del personal del Departamento y al finalizar el año le fueron remitidos al Profesor Wilkens, radicado temporariamente en Munich, para su terminación y elaboración teórica.
Nel novembre 1959, Pasquale Sconzo divenne professore assistente all’Università di Georgetown (Washington, D.C.), dove rimase per un anno prima di entrare all’ IBM, Gruppo di Sistemi Spaziali a Cambridge, Massachusetts, USA. Vi rimase come astronomo e direttore scientifico per 12 anni, lavorando su problemi complessi relativi al programma spaziale Apollo ed altri contratti federali.
Il resto della famiglia si trasferì definitivamente negli Stati Uniti nell’ottobre 1961 dopo avere ottenuto la green card dal Consolato americano di Francoforte, per la residenza permanente legale e l’ammissibilità alla cittadinanza americana dopo 5 anni di effettiva residenza.
Sconzo lasciò l’IBM nel 1972 e divenne per molti anni scienziato itinerante per l’Organizzazione Europea di Ricerca Spaziale.
Il programma Apollo (1961-’72), prevedeva come risultato finale lo sbarco dell’uomo sulla Luna entro la fine degli anni Sessanta, evento che si verificò puntualmente il 20 luglio 1969. Il direttore dell’intero programma Apollo fu l’italiano Rocco Petrone (1926-2006), mentre Pasquale Sconzo lavorò sui computer di volo della NASA. Da grande matematico, con le sue equazioni, istruì i computer di controllo della navicella spaziale Apollo 11 permettendone l’atterraggio sulla Luna e il successivo ritorno sulla Terra. Il programma Apollo era stato implementato dal grande scienziato tedesco, naturalizzato americano, Wernher Von Braun (1912-1977).
Pasquale Sconzo continuò fino a tarda età a collaborare con Istituzioni Scientifiche ed Accademiche, lasciando uno vastissimo patrimonio di pubblicazioni che spaziano dalle semplici considerazioni sul centenario della scoperta della retta d’Altezza (1837-1937), al suddetto programma spaziale, libri di matematica pura, astronomia generale, meccanica celeste e storia della matematica con particolare riguardo a quella rinascimentale, ecc.
Pasquale Sconzo, affetto da un triste decadimento intellettuale, morì il 14 marzo 1994, all’età di 85 anni, ad Arlington, Middlesex County, Massachusetts, USA, ed è sepolto nel cimitero di Newton, della stessa contea, nella sezione H-North, 454 DG. Fu insignito di numerosi riconoscimenti e premi, tra cui quello della Fondazione Alexander von Humboldt nel 1937 e lo Outstanding Contribution Award della IBM nel 1968.
La Biblioteca del Boston College ha raccolto l’immane produzione scientifica, accademica e bibliografica di Pasquale Sconzo.
La collezione documenta la vita professionale, il lavoro e gli interessi scientifici di
Pasquale Sconzo. Il materiale include taccuini e appunti di lezioni, degli anni in cui Sconzo era appena laureato e poi professore di Astronomia in Italia, Argentina e negli Stati Uniti; fogli di lavoro e subject files; corrispondenza; rapporti e altro materiale durante il suo incarico alla IBM; manoscritti e lavori pubblicati da Sconzo; appunti, ritagli e materiale di ricerca.
In particolare, tra le sue ricerche di interesse furono la meccanica orbitale e il cosiddetto three-body problem, applicazioni dei computers per la navigazione terrestre ed interplanetaria, storia dell’astronomia nell’ambito della cultura rinascimentale italiana.
I documenti sono custoditi in 66 contenitori.
Dai lavori di Pasquale Sconzo emerge la sua sorprendente padronanza della lingua inglese, tecnica, del tedesco e dello spagnolo; molti titoli sono eloquenti:
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Explicit Expressions for the 36 Terms of the Jacobian Matrix, used in Orbit Computation” (1963)
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Espressioni esplicite per i 36 termini della matrice Jacobiana. Con riferimento ad una funzione differenziabile in cui la matrice Jacobiana rappresenta la migliore approssimazione lineare della funzione vicinoa un punto dato).
Oppure l’intrigante:
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Contribution to the Solution of the Three-Body Problem in Power Series Form
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del 1967, ‘Contributo alla soluzione del problema dei tre corpi in forma di
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serie di potenza’, riprendendo un precedente studio del matematico Tullio Levi-Civita del 1916 e di tanti altri matematici. Notevole contributo, perché una
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soluzione matematica esatta è impossibile.
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Lo studio si riferisce al problema delle orbite in un sistema di tre corpi,
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come Sole, Luna e Terra, incluso calcoli di possibili collisioni stellari, etc.
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Parlando delle soluzioni ai problemi orbitali e di traiettoria, sviluppati per le manovre di congiungimento e attracco previsti dai programmi Gemini e Apollo della NASA, lo scienziato era solito dire: “Posso portare qualsiasi veicolo spaziale lanciato dalla Terra entro 300 piedi dal suo obiettivo nello spazio.
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Questa è la soluzione matematica del problema. La rimanente parte è un problema ingegneristico che può essere risolto solo dall’abilità del pilota che si avvicina al bersaglio manovrando opportunamente la sua navicella.”
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Quelle sue stesse formule sono state utilizzate per tutti i successivi voli dello
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Space Shuttle e continuano ad essere utilizzate oggi per pianificare tutti i
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veicoli spaziali esplorativi lanciati dalla Terra nel sistema planetario solare, compresi quelli che sono diventati voli di routine verso la Stazione Spaziale internazionale.
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Continental drift and rotation of the Earth”. Deriva continentale e rotazione della Terra
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Anche lavori minori del tipo:
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Carte su “L’integrale Gauss-Poisson”, (Palermo 1928)
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Misure del diametro orizzontale del Sole” (Palermo, 1933)
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Appunti sopra la costituzione interna delle stelle” (Konigstuhl, 1935)
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L’impiego della macchina calcolatrice nel calcolo del punto astronomico in mare, Ateneo di Venezia, 1939-40 XVIII.
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A proposito di un nuovo diagramma altazimutale” (1940), in cui esprimeva i suoi dubbi sulla utilità del proliferare di presunti nuovi metodi, tabelle o diagrammi per l’eterno problema della trasformazione delle coordinate orarie in coordinate altazimutali., per la determinazione della posizione nave.
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Sobre la actualidad de la refoma del calendario. Sopra l’attualità della riforma del calendario
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L’opera astronomica di Galileo Galilei” (Venezia, 1942)
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Anwendung einer neuen Formel bel der photographischen Photometrie (1937) o Applicazione di una nuova formula in fotometria fotografica.
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De Ceres a Evita: un siglo y medio de descubrimientos de planetitas” (La Plata, 1951) Da Ceres a Evita: un secolo e mezzo di scoperte di pianetini.
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Sul calcolo delle orbite dei Satelliti Artificiali” (1959)
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IBM Military Applications Research Program, Orbit Computation Study” (1961) o IBM Programma di ricerche di applicazioni militari.
Fin qui, la straordinaria vita dello scienziato Pasquale Sconzo, niente male davvero per un qualunque ‘picciuttieddu ra Muntatiedda.’
A Palermo, Pasquale Sconzo ha appena lasciato qualche traccia in una breve biografia del Comune e in una strada a suo nome, traversa di via Trabucco a Cruillas. L’intitolazione della strada avvenne per merito delle pressanti richieste avvenute in passato nei confronti del Comune di Palermo da parte del nipote Gaetano Sconzo, noto giornalista sportivo e divulgatore della Borgata Acquasanta.
Alcune pubblicazioni di Pasquale Sconzo, considerato pure un importante scientifico statunitense.
Prima edizione del libro di Galileo Galilei, Istoria e dimostrazione intorno alle macchie solari, 1613; in possesso di Pasquale Sconzo, donato nel 2002 alla biblioteca del Boston College dalla figlia Wega Firenze.
In uno dei suoi rari ritorni a Palermo, Pasquale Sconzo incontrò Ivan Laganà nel 1968, a cui consegno copia dell’albero genealogico degli Sconzo, fatto da lui medesimo. Di questi dati familiari si trovano informazioni in vari siti privati, oltre che nei siti dei colossi americani FamilySearch, Ancestry, Find-a-Grave, ecc.; in quell’occasione, lo scienziato rimase ospite dei Laganà, soffermandosi ad ammirare la borgata natia dal terrazzo nord della villa.
Bellissima e ben raccontata storia della famiglia Sconzo.
Volevo aggiungere un piccolo aneddoto: mio padre, giovane studente di ingegneria e amico degli Sconzo, anche se di qualche anno più giovane, ogni tanto per fugare qualche dubbio o per farsi spiegare qualcosa, raccontava che andava a trovare Pasquale, anche perché, oltre che essere una mente, era bravissimo nelle spiegazioni.
Curiosità: Mio padre Domenico Marchese era nato l‘8 giugno 1908, esattamente come Pasquale Sconzo e non è escluso che si conoscessero ed abbiano giocato nella piazza Acquasanta, tirando pietre ai ‘caccamelli’ delle palme per farli cadere per poi divorarli, previa cruenta lotta con gli altri concorrenti.
Pasquale Sconzo: autentico Figlio delle Stelle.
Altri membri della famiglia degli Sconzo
Giovanni Sconzo: Il Preside
Noi che siamo entrati al Nautico nell'ottobre 1960 abbiamo conosciuto come preside l'ingegnere. Vito Giambalvo (Fisica), che si insediava proprio in quei giorni. Quelli più "giovani", invece, hanno avuto come preside l'ingegnere navale Giovanni Sconzo, serio e autorevole, che ricoprì la carica dal 1940 al 1960.
L'ing. Giovanni Sconzo, di Gaetano e di Antonia Badalamenti, nacque a Palermo, in Salita Belmonte, il 28 luglio 1897. Già negli anni '30 insegnava materie tecniche al Nautico del Molo assieme alla moglie, Adele Chiappello, insegnante di Matematica e al fratello Giulio Sconzo (Palermo, 28.8.1901), medico, che insegnava Igiene Navale.
L'ingegnere Giovanni Sconzo fu il preside-eroe degli anni di guerra, allorquando il glorioso Istituto Nautico di via Molo, 160 (telefono 14-112), continuò a funzionare in virtù dello spirito di abnegazione del corpo insegnante e del Preside Sconzo, "....il quale, pur durante i più gravi bombardamenti, non si allontanò da Palermo, ma anzi rimase presente nella scuola perfino durante i giorni festivi, onde evitare danni e furti che si avevano spesso a lamentare e che egli personalmente riuscì ad impedire con sprezzo del pericolo e profondissimo senso del dovere." Così scrisse la prof.ssa Marcella Tomassetti Raimondo nel 1964. Dopo l'esplosione della nave "Volta", 22 marzo 1942, fu chiaro che sarebbe stato impossibile ritornare a svolgere lezioni nella sede del Molo e così il Nautico rimase al Villino Inglese di via Villafranca dove già si era trasferito nell'ottobre 1941.
Finalmente, nel dicembre 1952, l'Istituto poté occupare in via Quinta casa, la sede dell'ex brefotrofio, pure scuola elementare e avviamento, 'o Muccuni 'u Puoveru (Boccone del Povero), come si diceva.
Un interessante documento del 1936, riporta i dati salienti dell'Istituto e i nomi di tutti i professori: oltre ai tre Sconzo, ci sono vecchie conoscenze come il prof. Domenico Cannavò (Navigazione e Astronomia), Anna Viola (Storia e Geografia) e Fortunato Buonocore (Esercitazioni di telegrafia). Notare Enrico Fileti, capitano di fregata R.N.
Alfredo Sconzo, Capitano di Lungo Corso
Alfredo Sconzo, nato il 28 agosto 1904, capitano marittimo di coperta, fu vittima atroce a Trapani del naufragio della nave della Tirrenia ‘Città di Trapani’, il 4 novembre 1957, finita in una secca e poi sugli scogli per una folle manovra imposta ‘a tutti i costi e contro tutti’ da un comandante triestino in procinto di andare in pensione che, compiuta la frittata, si calò con una carrucola assicurandosi la salvezza.
Il secondo ufficiale Sconzo e tre sfortunati marittimi dell’equipaggio vollero restare fedele alle sue responsabilità e non abbandonarono la nave, bruciandosi in tutto il corpo per lo scoppio di una caldaia.
Morì straziato, come si dice comunemente da eroe.
I suoi resti furono ritrovati per caso trenta chilometri più a sud da mio padre e dal fratello Giovanni, percorrendo pietosamente a piedi costa e spiagge.
Ma l’evento condizionò fatalmente la sua famiglia. Per ironia della sorte, quel capitano Sconzo – che durante la seconda Guerra Mondiale aveva superato due naufragi per siluramento - era da due mesi ammalato per un’ulcera gastrica, curato da mio padre Giulio, il quale - allorché la Tirrenia lo aveva implorato di imbarcarsi eccezionalmente per ‘un solo viaggio’ (la nave partiva da Palermo e vi tornava dopo avere toccato in 48 ore i porti di Napoli, Livorno, Genova, Cagliari e Trapani) con l’impegno di riconsiderarlo subito dopo ‘in malattia’, gli aveva posto il veto più assoluto di partire: da oltre sessantacinque anni gli portiamo i fiori al cimitero dei Rotoli.
La moglie è morta ottantenne, disperata.
I figli sono viventi, una biologa professoressa universitaria in pensione a Palermo, l’altro chimico anch’egli in pensione a Porto Torres.
Gaetano Sconzo 2022, nipote
Pasquale Sconzo (1856, …), fratello di Gaetano (1853, …)
Ovviamente entrambi diplomati al Nautico, Pasquale comandava un piccolo mercantile ‘a vela’ (!!!) e dunque sprovvisto di motore sul quale già agli inizi del secolo scorso faceva la spola fra l’Italia e l’America, sfruttando soltanto il vento e dunque rischiando snervanti e prolungate bonacce (ne ricordava una in particolare protrattasi per un mese e mezzo nel Golfo di Guascogna), col rischio di esaurire le scorte di acqua e generi alimentari. Abitualmente viaggiava all’andata portando carbone ed al ritorno un pregiato legno per mobili detto pitch pine (per gli ebanisti palermitani ‘piscipagnu’).
‘Fuori concorso’ e dal Nautico un altro fratello minore di mio padre (Nino, professore universitario di chimica) e tre sorelle.
Gaetano Sconzo