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Gaetano Grande

Gaetano Grande, "Taninu u capitanu", è stato il primo Capitano di Lungo Corso della famiglia. Ebbe il suo diploma nell'Istituto Nautico di Palermo nel 1915 assieme al dopo nostro esimio professore di Navigazione e Astronomia, Domenico Cannavó.

La dichiarazione di guerra fatta dall'Italia agli Alleati, lo trovó imbarcato sul piroscafo "Conte Verde" nel porto di Shanghai, la cui storia si puó leggere sui documenti aggiunti.

Alla fine della guerra rientró in Italia con una strana malattia. Fu portato a Milano per le cure, dove decesse nel 1947, peró il suo corpo fu riportato a Palermo dalla sua sorella Fortunata. Si sposó nel 1938 a Lavagna, Liguria, e nel 1939 ebbe un figlio di nome Luigi.

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Il piroscafo Conte Verde fu costruito nel 1921 dai cantieri W. Beardmore & Co. Ltd di Glasgow, Scozia, per conto del Lloyd Sabaudo.

Prua verticale, due alberi, due fumaioli.

Stazzava 18.761 tonnellate. Lunghezza 174 metri, larghezza 29,30. Velocità 19 nodi.

Trasportava 400 persone in prima classe, 550 in seconda e 1.450 in terza. L'equipaggio  era composto da 450 persone.

Venne varato nell'ottobre 1922.

Nel giugno del 1923 effettuò il viaggio inaugurale da Genova a Buenos Aires.

In seguito fu trasferito sulla linea Genova - Napoli - New York.

Nel 1932 il Lloyd Sabaudo confluì nella nuova Società Italia di Navigazione ed il Conte Verde entrò in servizio per questa società.

Nel 1938 fu ceduto al Lloyd Triestino che lo destinò alle rotte dell'Estremo Oriente.

Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il Conte Verde si trovava nel porto cinese di Shanghai e lì rimase sotto la "protezione" della Marina giapponese finché, qualche tempo dopo l'8 settembre 1943 successivamente all'armistizio dell'Italia con gli alleati l'equipaggio incendiò la nave per evitarne l'utilizzo da parte dei giapponesi.

Questi recuperarono lo scafo, lo rimisero in cantiere per le riparazioni, trasformandolo nel piroscafo Kotobuki Maru.

Bombardato ed affondato dagli aerei americani nel 1944, fu ancora una volta riportato a galla nel 1949 per essere avviato alla demolizione, che avvenne in Giappone nel 1951.

Un racconto di Gaetano Marchese

L’ACQUASANTA in GUERRA – GLI EROI DIMENTICATI.

L’ACQUASANTINO IN CINA, 1940-47 

Gaetano GRANDE (Palermo 1896 – ivi 1947), detto, orgogliosamente, "Taninu u Capitanu"

.

Gaetano GRANDE, nacque nel 1896 a Palermo, nel cortile Catania, uno dei 4 cortili minori del principale Cortile 2° Montechiaro (in via S. Gulì). Figlio di Luigi Grande, calzolaio e di Anna Palmisano, sorella maggiore di mia nonna paterna Paola Palmisano, da qui la parentela. Prima di lui c’erano stati altri due figli “Gaetano”, morti prematuramente.

Si diplomò Capitano di Lungo. Corsò al Nautico di Palermo, allora al “Molo”, nel 1915. Suo compagno di diploma fu Domenico Cannavò, poi per decenni professore di Navigazione e Astronomia al Nautico, fino al 1964.

Generazioni di studenti ebbero questo professore, chiamato “u Maistru”, il Maestro.

Gaetano Grande intraprese la carriera nella Regia Marina, ma ravvisando l’impossibilità di una facile carriera, optò per la Marina Mercantile, partendo praticamente da zero e imbarcando da 3° Ufficiale di Coperta sul vecchio piroscafo “Etruria”.

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Alla fine del 1939, soffiando già venti di guerra, venne pre-allertato a Taranto in vista di un possibile richiamo alle armi. Continuò a navigare e nei primi mesi del 1940 era imbarcato come uno dei due primi ufficiali, sul transatlantico “Conte Verde” della società Lloyd Triestino.

La nave, già vecchiotta, costruita a Glasgow nel 1922, in ultimo era adibita a viaggi tra l’Italia e l’Estremo Oriente. Nel marzo 1940 l’unità partì per quello che sarebbe stato il suo ultimo viaggio. Arrivata a Shangai, in China, ai primi di giugno, fu una delle 212 navi lontane dall’Italia, colte di sorpresa dalla demenziale dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940.

Il glorioso “Conte Verde”, impossibilitato a rientrare in Patria, fu subito requisito dagli alleati Giapponesi. Quello che poi accadde a questa nave e al suo equipaggio (circa 350 persone), supera qualunque immaginazione e fantasia di scrittore, regista o sceneggiatore, tanto che è quasi impossibile condensare gli avvenimenti di cui fu protagonista: adibita ai trasporti più diversi, sotto le grinfie dei giapponesi, dopo l’altro demenziale 8 settembre, fu autoaffondata, ripescata, riaffondata dagli americani, rimessa a galla, poi danneggiata irrimediabilmente, fu ancora riesumata per essere demolita nel 1951. E l’equipaggio? Passò l’anima dei guai. Tutti internati in campi di prigionia in Cina e poi in Giappone, a sgobbare per i loro aguzzini, fino all’arrivo degli Americani, agosto 1945.

Ben 30 prigionieri ci lasciarono la vita per malattie e stenti.

L’acquasantino Gaetano GRANDE, contrasse una grave malattia; rimpatriato ai primi del 1947, fu operato a Genova senza successo e si spense nella sua Palermo nell’aprile 1947. I sui eredi vivono in Liguria.

Vale la pena di leggere la storia del “Conte Verde” sui due pdf allegati.

 

  • Gaetano Grande a Taranto, 21 Dicembre 1939, in divisa di sottotenente di complemento della Regia Marina

  • Il transatlantico "Conte Verde”. Gli arredi erano della ditta DUCROT di Palermo!

Coincidenze
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Filomeno Penta (Dubrovnik 1902-Trieste 1996), raguseo di origine brindisina, era padre di mia moglie - e prima cugina - Anita (anagraficamente Anna Penta, Zara 2.3.1933-Trieste 24,5.2014). Nel 1917 si arruolò nella Marine Nationale in cui servì, con tanto di pompón rouge, fino alla fine della Grande Guerra.

Nel 1943 era imbarcato con la qualifica di fuochista sul Conte Verde; rientrò a Trieste nel  1946, quando fu rimpatriato. Oltre alla mia, ho anche la sua medaglia d'onore di lunga navigazione di 1° grado (quelle belle grandi a 24 kt che davano una volta) e un suo piccolo calzascarpe cinese che ormai ha quasi cento anni.

Mio suocero (e zio acquisito) mi raccontò che qualche giorno dopo l'8 settembre 1943, il Comandante del Conte Verde fece battere l'Assemblea Generale e informò l'equipaggio riunito che  il Direttore di Macchina stava attivando le cariche esplosive dei Kingston, come da disposizione ricevute, e ordinò l'abbandono della nave che, poco dopo, si posò sul fondo del porto di Shanghai. I giapponesi, inferociti per la beffa che li privava di una grande nave, sottoposero tutto l'equipaggio a quello che i francesi chiamano "passer à tabac".

Vedo dai suoi galloni che Gaetano "Grande" era Sottotenente di Vascello di complemento (STV cpl), come me dopo il congedo nel 1955. Tale grado (due galloni sottili) è equivalente a quello di Tenente dell'Esercito, Aeronautica e (allora) Corpi Tecnici. 

Sulle navi leggere della Regia Marina, il "Tenente" era l'Ufficiale in seconda, cioè quello immediatamente inferiore al Comandante, sulle navi maggiori, invece, c'era un Comandante in seconda.

Il compagno di classe di "Taninu u capitanu", Domenico Cannavò, fu anche il mio indimenticabile "Maistru" di cui conservo la foto con una ironicamente, affettuosa dedica.

Ivan Laganà

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