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Immagine del redattorePasqualino Marchese

L'ACQUASANTA – Il Porto Turistico.


Secondo alcuni testimoni, l'ultimo anno in cui furono cunzati i cammarieddi del Lido Acquasanta dei Miloro, fu il 1968; l'anno seguente iniziò la devastazione di quel tratto di mare che tutti noi abbiamo conosciuto. Per circa 10 anni, mezzi imponenti trasportarono migliaia di tonnellate di enormi massi di ciaca da servire come basamento su cui costruire la nuova diga foranea a

protezione dello specchio d'acqua dove sarebbe sorto il bacino in muratura noto come "il 400mila", uno dei pochi esistenti per accogliere grandi navi, oltre quello di Marsiglia etc.

Dapprima, il danno alla spiaggia fu limitato perché i mezzi pesanti facevano la spola lungo quella che oggi è la via delle Industrie Navali ma la presenza di capannoni e attrezzature aveva già comunque dimezzato l'arenile. La nuova diga, denominata Molo di Sopraflutto, fu danneggiata dalla tempesta del 25 ottobre 1973 che riuscì ad aprirvi un varco facendone ritardare l'ultimazione. Il colpo di grazia alla "nostra spiaggia" fu dato dall'inizio della realizzazione del porticciolo turistico Acquasanta o Marina Villa Igiea che fu completato nel 1990. Le barche dei pescatori sulla spiaggia resistettero fino all'ultimo, in mezzo a operai e attrezzature di ogni tipo, pontoni, chiatte, cassoni, draghe. Due nuovi moli, orientati grosso modo NW - SE, chiusero per sempre quella realtà che ci aveva accompagnato negli anni più spensierati. " Iri 'e bagni" all'Acquasanta era un rito imperdibile negli anni '50 e primi anni '60.

Noi che venivamo dal vicolo Pipitone, Montechiaro, etc, spesso prendevamo la scorciatoia attraversando il Cimitero Inglese, che nonostante tutto era ancora integro. Si contavano quasi i passi, superando il cimitero iniziava una sorta di radura che altro non era che un'area di materiale, per lo più macerie belliche.

Si superavano gli altissimi e impressionanti capannoni del Cantiere e alla fine si arrivava all'agognata meta: 'a spiaggia’, un mezzo monnezzaro pieno di vetro e di trucioli metallici ex torni cantiere. Quelli di rame rosso erano ricercatissimi. Però, la gente era meno zozzona di quella odierna perché anche se si portava il mangiare da casa, pane e frittata, murtatella, ova vugghiuti et similia, nessuno si sognava di lasciare cartacce ugghiusi 'nna rrina.

Dal 1990 in poi, la Marina accolse decine di imbarcazioni, suggerendo un nuovo detto per significare di essere squattrinati: "Ma chi ti pari ca ‘cciaiu ‘u iuottu (yacht) all’Acquasanta”?

Sorse qualche negozio di forniture navali, strumentazione, tappezzeria etc; qualche piccolo ristorante, subito chiuso dopo pochi anni e nient’altro.



A tutt’oggi è problematico stabilire se dalla Marina, la Borgata ne abbia tratto qualche vantaggio.

Nel 1992 aprì il famoso “Cimitero Pub”, che occupava il fabbricato a sinistra entrando nel cimitero inglese, ex abitazione della famiglia Trapani-Marsala e dell’ultimo custode Simone Trapani, discendente dal Simone Trapani 1° custode del sito nel 1812.

Il suo successo fu travolgente, veniva gente da tutta la città che posteggiava ovunque pur di partecipare a quella unica e allegra movida ante litteram. L’eccezionale presenza di veicoli iniziò a complicare il traffico sulla via Gulì; l’allargamento dell’attività nello spazio semicircolare di fronte il cimitero e l’inevitabile ‘vivacità’ di quella originale vita notturna, pose fine ad una straordinaria esperienza, nel volgere di pochi mesi. Ancora oggi, giornali locali ricordano quel pub, mai eguagliato.

Scrisse Valentina Frinchi su Balarm: “Nella vecchia casa del guardiano, sorse per qualche tempo, nei mitici anni '90, un locale che aveva il nome di "Cimitero Pub". Un posto creato da un abitante della via Belmonte dove all'ingresso si leggeva così: "Entrando al cimitero lascia fuori ogni pensiero, lascia fuori tutti i guai e bevi a non finire mai".



Ma non si sa se sia verità o leggenda. In quel locale era necessaria una sorta di disinvoltura per bere con classe un Bloody Mary in dei giganteschi bicchieri a forma di teschio e le patatine in dei vassoi a forma di bara. E si mangiava parecchio bene! Quel padrone di casa era sempre delizioso con tutti, allegro e disponibile, e intratteneva quella generazione di clienti raccontando indimenticabili storie.In quegli anni però, quel posto fu tanto amato dalla movida palermitana, un po' per il nome inquietante, un po' perché gli appassionati del bere ma anche le comitive in genere amavano trascorrere le loro serate dei weekend in quel posto davanti al mare. E' altrettanto vero che far sorgere un luogo di svago tra sepolture quasi divelte e abbandonate non fu una bella pensata".

Naturalmente, le tombe non c'entravano e non furono mai profanate perché c'era un cancello interno che ne impediva l'accesso.

Dopo il Cimitero Pub, non vi fu più alcuna iniziativa revitalizzante per l’Acquasanta, tanto da far sovvenire quello che dicevano i miei zii paterni che ricordavano i primi anni del ‘900: “‘Sta burgata ha gghiutu siempri ‘nnarrieri”, anche se paragoni con i tempi felici d’anteguerra, erano improponibili.



Oggi la Marina è inaccessibile più che mai, per ragione di Security e di esclusività. In compenso la si può solo ammirare facendo quattro passi su via delle Industrie Navali, dove prima della curva verso Sud Sud Est, si può notare la grande copertura dello sbocco a mare ‘ru Passu ‘i Rienu (Passo di Rigano), accorpato alla grande fognatura che passa sotto il vicolo Pipitone.

Tuttora, il Passo di Rigano, responsabile dell'alluvione del 1931, raccoglie vari corsi d’acqua a carattere torrentizio delle alture di Palermo (Il Mortillaro, il Celona, il Borsellino, il Luparello e il Paradiso), scorre al di sotto di tutta la via Nicolò Spedalieri per proseguire sotto l’ex “Stalluni” e il demolitore auto, attraversa via Gulì e nella zona dietro Manifattura Tabacchi si unisce alla fognatura di cui sopra. “Chiare, fresche e dolci acque”.

In conclusione, il Porto Turistico Acquasanta non è mai diventato come quello della Cala.



Immagini:

  • Interno del Cimitero Pub, da una foto Facebook su Balarm.

  • Maestranze nella ormai spiaggia distrutta.

  • Chiatte etc.

  • L'ex Cimitero Pub, ristrutturato da un noto acquasantino,

  • nel 2021.

 

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