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Gaetano Marchese

L'ACQUASANTA in Guerra.

Come ieri, 22 luglio 1943, i soldati Miricani entravano a Palermo. Per la città, distrutta e stremata, la guerra era finita o quasi. Gli Americani, dopo essere sbarcati il 10 luglio tra Gela e Licata, si diressero verso l'interno, a S. Giuseppe Jato deviarono verso Monreale. A Portella della Paglia, incredibilmente, le forze statunitensi furono inchiodate per 8 ore dagli spari di un cannone 107/17, azionate da un oscuro sottotenente ventitreenne, Sergio Barbadoro, medaglia al valore. Sacrificio inutile, gli Americani dopo Monreale, scesero verso Palermo dal Corso Calatafimi (ex Stratuni di Mezzomonreale), c'è chi dice tra due ali festanti di folla, c'è chi invece afferma che non c'era nessuno, tutti sfollati.

Comunque sia, subito dopo, in centro, la folla circondò i soldati e ne ricevette sicarietti Palli Malli e Lacky Straik, viscuotti, caramieli, ciccolatti e anche ciunca (chewing gum).

Il generale piemontese Giuseppe Molinero, difensore della città, fu prelevato e portato a Palazzo Reale dove firmò la resa incondizionata di Palermo: 50% del Centro Storico distrutto, macerie e distruzione dappertutto, forse non ci fu una casa che non si beccò almeno una scheggia. Lo stesso generale George Patton rimase impressionato dalla totale distruzione del lungomare via Crispi (si salvarono solo due palazzi, esistenti, e cioè palazzo Saitta-Mercadante, presso l'edicola e un altro vicino, presso distributore).

Seguirono alcuni bombardamenti da parte dei Tedeschi e dei Regi Italiani, poi calò il silenzio sulla città di Palermo. La miseria del dopoguerra terminò solo nel 1960.

Chi c'è, c'è e chi ha 'rata ha 'rata.

Per molti soldati italiani, 1.300.000, si aprirono le porte della prigionia. Dalla Russia ne tornarono pochi, la maggior parte finì in Inghilterra, una buona parte andò in America, quelli che se la passarono meglio. A mio padre Domenico, della Milmart in Libia, dopo 2500 km di ritirata da Tobruk, preso prigioniero in Tunisia, finì sotto le grinfie dei Francesi, in Algeria, ma almeno tornò a casa nel 1946...





= Il gen. Giuseppe Molinero, raffreddatissimo col fazzoletto in mano, assieme al gen. americano Keynes, va a firmare la resa, la sera del 22 luglio 1943.

= il generalissimo Generale americano, George Patton, si pavoneggia su una jeep, il luogo è tra l'incrocio della via Vittorio Emanuele con via Roma e l'accesso alla Vucciria. Notare la pistola fuori ordinanza con la impugnatura di avorio.


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