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Immagine del redattorePasqualino Marchese

La Chiesa dell'Acquasanta - Mons. Gaetano Tulipano

Don Giovanni Ventimiglia, Marchese di Geraci, per primo, nel 1698 diede inizio alla costruzione della sua casena e, sul fianco destro di essa, edificò anche una chiesa, poiché si doveva sottostare alle normative ecclesiastiche. L’istituzione ecclesiastica, infatti, imponeva ai fondatori di questi sacri edifici l’obbligo di istituire dei benefici semplici di jus patronato laicale. Lo jus patronato consisteva nel diritto di proprietà che il nobile aveva sull’edificio sacro da lui costruito. La chiesa patronale non apparteneva all’istituzione ecclesiastica, ma al signore che l’aveva costruita.


Don Giovanni Ventimiglia, Marchese di Geraci, per primo, nel 1698 diede inizio alla costruzione della sua casena e, sul fianco destro di essa, edificò anche una chiesa, poiché si doveva sottostare alle normative ecclesiastiche. L’istituzione ecclesiastica, infatti, imponeva ai fondatori di questi sacri edifici l’obbligo di istituire dei benefici semplici di jus patronato laicale. Lo jus patronato consisteva nel diritto di proprietà che il nobile aveva sull’edificio sacro da lui costruito. La chiesa patronale non apparteneva all’istituzione ecclesiastica, ma al signore che l’aveva costruita.

Parrocchia SS Maria della Lettera

Seguono Padre Marco Lupo Padre Nino Rocca


Il Marchese Ventimiglia-Geraci si attenne alle norme ecclesiastiche di allora e così la chiesa da lui edificata risulta separata dalla casena e con il prospetto principale e la porta di ingresso aperta sulla pubblica via. Normalmente queste chiese pubbliche avevano un solo altare e, quasi sempre, vi era un crocifisso e l’immagine della Sacra Famiglia. Inoltre, le norme ecclesiastiche del tempo concedevano a colui che sulla chiesa aveva lo jus di patronato, anche dei privilegi, quali: l’elezione del Beneficiante, la facoltà di titolare la chiesa e di apporre il proprio stemma, e quella di avere dei posti riservati durante la celebrazioni. Tra tutti questi privilegi, il più importante era quello di scegliere e presentare al Vescovo l’Ecclesiastico di fiducia che avrebbe dovuto curare la chiesa. In questo modo si dava al patrono la facoltà di imporre i propri candidati, che per lo più erano chierici di famiglia. La villa casena e il sacro edificio vennero costruite dal Marchese Don Giovanni Ventimiglia e il beneficio ecclesiastico con tutti i diritti e i doveri ad esso collegati, fu dato alla moglie, la Marchesa di Geraci, Donna Anna Arduino Ventimiglia, nativa di Messina. Donna Anna Arduino, Marchesa di Geraci, era andata in moglie al Marchese Don Giovanni Ventimiglia verso la seconda metà del ‘600 e quando il suo consorte costruì la sua casena all’Acquasanta, essa si assunse l’onere del beneficio di dare il titolo alla chiesa. Possiamo dire con certezza che la chiesa fu fondata dalla Signore Donna Anna Ventimiglia ed Ardoino Contessa Marchesa di Geraci il giorno 31 maggio 1714 per atto in Notar Don Antonino Terranova, dando il titolo di Santa Maria della Lettera. La stessa fondatrice il 18 novembre 1731 nel suo testamento agli atti del Notar Don Gaspare Sarcì istituì sua erede universale la Signora Donna Girolama Ventimiglia. C’è da dire un particolare importante; nel 1764 il Vescovo di Cefalù familiare dei Geraci-Ventimiglia, aveva fatto dono alla venerabile chiesa di Santa Maria della Lettera di un prezioso reliquiario contenente un sacro frammento della Santa Croce. La chiesa dunque, che resta separata dalle stanze della casena e con la porta centrale aperta sulla strada, fu finalizzata ad uso pubblico. Vogliamo provare adesso a dare uno sguardo a questa chiesa partendo dall’esterno per poi inoltrarci al suo interno. Questa descrizione ci viene fornita da una relazione del 4 agosto 1798 fatta da C. Angelini (riportata nel testo di Mons. Gaetano Tulipano). Procediamo dall’esterno: la chiesa è situata sul lato destro della casena, legata al grande portone del palazzo. La porta centrale si affaccia su una grande piazza non cementata che va a lambire la costa del mare. Sopra la porta della chiesa c’è un orologio e poi una nicchia per le campane. Il tutto è sormontato da una croce. Il tetto spiovente termina nella parte posteriore con una cupola, ricoperta da ceramiche colorate a disegno geometrico a forma di lanternino. Nelle parti laterali della chiesa ci sono due finestre per lato, che inondano l’interno di luce. Accanto alla porta, nel 1752, si da il via alla costruzione di una casa canonica per i Cappellani e per il Beneficiale, composta da un piano terra e un primo piano. Inoltriamoci adesso nel suo interno: la pianta della chiesa è ad aula, con volta a vela e abside su cui si imposta la cupola decorata a tarsie marmoree. Lo spazio interno è abbastanza notevole per gli edifici sacri patronali del tempo e qualifica l’importanza del fondatore. Divenuta chiesa, fu ampliata nell’800 e tra il 1895 ed il 1900 fu soggetta a lavori di ingrandimento con il rifacimento del prospetto e la realizzazione del campanile. Nel mese di giugno del 1900 la nuova e bella chiesa della Borgata Acquasanta fu benedetta ed è aperta al pubblico. All’apertura e alla benedizione intervenne il palermitano e anziano Arcivescovo Michelangelo Celesia.

Nel 1924 divenne parrocchia della borgata. Descrizione interna dell’attuale Chiesa Parrocchia: Si entra nella Chiesa dalla Piazza Acquasanta attraverso una porta di castagno; a fianco sul lato sinistro in una nicchia nel muro si trova un “Ecce Homo”; proprio di fronte a detta porta c’è la cappella, dedicata alla Madonna della Lettera, impreziosita da un altare barocco in marmi mischi con colonne tortili e un olio su tela bizantineggiante raffigurante l’immagine della Madonna della Lettera probabile esecuzione della scuola del pittore messinese Francesco Catalano risalente al XVII secolo. Il quadro ha una cornice dorata e rappresenta la Vergine rivestita da una manta d’argento sbalzata e cesellata, che presenta diverse punzonature di marchi tra cui un’aquila di Palermo e una testina di Cerere. Ai due fianchi dell’altare due colonne in marmo a colori e disegni. Dinanzi la cappella due lampadari di metallo. Ritornando da detta cappella, ci si trova l’aula “Chiesa” che è a tre navate con colonne in muratura. Nella navata di destra, in fondo vi è una nicchia a cupola con la statua della Immacolata Concezione. Nella navata centrale vi si trova l’altare di marmo bianco. Il presbiterio è composto a semicerchio: al centro si trova l’altare rivolto verso l’assemblea la sede del celebrante e posti a sedere per i ministri; due scalette sempre in marmo bianco poste dietro la sede portano al tabernacolo con sopra un crocifisso ligneo del ‘700. Nelle pareti delle navate laterali vi sono collocate quattro tele, due per parte, raffiguranti: il battesimo di Gesù con sotto un fonte battesimale; la resurrezione di Gesù dagli inferi, l’Annunciazione dell’Angelo Gabriele a Maria e un tela dedicata a S. Filippo Neri. Ancora all’interno si trova una statua lignea della Madonna della Lettera di scuola del Bagnasco. Guardando la navata centrale sulla sinistra si trovano un reliquiario contenente diverse reliquie, nella navata sinistra una nicchia a cupola contenente la statua del Sacro cuore.

Nel corso degli anni l’edificio subì diversi rimaneggiamenti, l’ultimo dei quali nel 1984-1994. La storia di questa Parrocchia di Palermo, la cui data di nascita risale al 15 dicembre 1924, fa riflettere e contemplare i vari avvenimenti anche storici di Palermo, sin dai primi anni di crescita, dovuti alla grazia di Dio, ma anche all’impegno gioioso e faticoso dei suoi Presbiteri e ai fedeli cristiani dell’Acquasanta. La Parrocchia si avvale di alcuni locali posti in via Ammiraglio Rizzo per l’Oratoriocatechismo-doposcuola e sala teatrino al primo piano; in Via Giordano Calcedonio: Centro Caritas parrocchiale, la sede degli Scout, e salone “S.Giuseppe” al primo piano per riunioni di vario tipo ed infine un campetto sportivo. Questi locali appartengono all’”Opera Pia Cardinale Ruffino” ma ceduti momentaneamente alla Parrocchia Maria Santissima della Lettera.

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